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Manovra. Le Regioni: "Il Governo si deve assumere tutta la responsabilità dei tagli"

14 LUG - Un comunicato molto duro, quello diffuso dal presidente Vasco Errani dove, punto per punto, si ribadiscono le ragioni per le quali saranno messi a rischio servizi essenziali per i cittadini, compresa la sanità.Una manovra, quella ormai prossima all'approvazione definitiva, che, secondo le Regioni, sancisce la fine del federalismo fiscale e apre una gravissima crisi istituzionale tra i livelli fondamentali dello Stato. E sui ticket Errani è esplicito: "E’ una scelta gravissima che tocca il portafoglio degli italiani e che peraltro non contribuisce in alcun modo al finanziamento del Servizio sanitario nazionale".

Ecco il comunicato stampa delle Regioni:

“Il Governo ha riconosciuto nel corso dell’incontro di ieri l’atteggiamento responsabile delle Regioni. Ma la responsabilità è una medaglia che ha due facce. La manovra è necessaria e urgente e serve per rispondere alla crisi in atto: è questo il primo atto di responsabilità. La manovra proposta dal Governo però avrà delle ricadute pesanti su servizi fondamentali come sanità, trasporto pubblico locale, politiche per le imprese. E il Governo deve dire chiaramente ai cittadini quali saranno  le ricadute nella vita quotidiana di tale scelta: è questo il secondo indispensabile atto di responsabilità che il Governo per primo non può e non deve eludere”, lo ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. “Lo squilibrio dei tagli proposti dalla manovra che gravano in modo insopportabile su Regioni ed Enti locali, basti pensare che poco meno del 50% dell’intervento finanziario grava sui bilanci delle Regioni rappresenta un’ingiustizia e necessita di un serio riequilibro. L’idea di dar luogo ad un vergognoso scaricabarile istituzionale non è certo praticabile”.

Il federalismo fiscale è sparito
Quanto poi al federalismo fiscale – ha proseguito Errani - è chiaro che non sarebbe stato un parto semplice, ma oggi, con questa manovra, il Governo ha fatto sparire questo progetto. Se le risorse finanziarie necessarie per garantire servizi pubblici fondamentali subiscono una riduzione di tale portata, come sarà possibile domani fiscalizzarle? Su quale base finanziaria potranno vivere le autonomie?

La crisi delle relazioni istituzionali
La manovra, secondo quanto stabilito da una Legge dello Stato, avrebbe dovuto essere concertata preventivamente con le Regioni e con gli Enti locali. Così non è stato. Inoltre ieri nel confronto con il Governo, Regioni ed Enti locali non sono stati preavvertiti della possibile reintroduzione del ticket, mentre in serata il relatore di maggioranza ha invece presentato uno specifico emendamento in tale direzione. Sono gli ultimi due esempi di una crisi delle relazioni determinata unilateralmente dal Governo.

Ticket: scelta grave
E’ una scelta gravissima – sottolinea Errani - che tocca il portafoglio degli italiani e che peraltro non contribuisce in alcun modo al finanziamento del Servizio sanitario nazionale e che semmai può dirottare la fornitura di determinati servizi verso il privato che proprio a causa del ticket guadagnerebbe una posizione di privilegio sul mercato. Mi auguro che il Parlamento cancelli questa prospettiva che è fortemente iniqua.

Le controproposte delle Regioni
Abbiamo proposto al Governo un riequilibrio della manovra che, a saldi invariati, consenta di renderla gestibile sui territori salvaguardando servizi essenziali per i cittadini e abbiamo suggerito di non limitare la manovra ai tagli, c’è urgente bisogno anche di una spinta per la crescita: strumenti che incentivino gli investimenti e l’occupazione. Anche su questo fronte continuiamo a ricercare il cambiamento. Siamo disponibili, da subito, a sederci attorno ad un tavolo che costruttivamente ricerchi un diverso equilibrio nei tagli, che verifichi fino in fondo la sostenibilità della manovra e abbiamo anche dichiarato la disponibilità ad istituire, da domani, una ‘Commissione interistituzionale antri sprechi’ (formata da pochi rappresentanti di Governo, Regioni ed Enti locali) che entro sessanta giorni individui linee operative e proposte per contenere la spesa pubblica. L’avevamo già chiesta un anno fa – ha concluso Errani - e avevamo ricevuto assicurazioni in tal senso dal Presidente del Consiglio. Poi, sulla Commissione anti sprechi è caduto il silenzio”.
 
 

14 luglio 2011
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