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Riaprono i centri antifumo all'Aquila, Avezzano e Sulmona per contrastare il tabagismo

Secondo un’indagine su un campione di popolazione di oltre 1.000 persone, condotta tra il 2014 e il 2017, i consumatori di nicotina nella provincia del capoluogo abruzzese sono il 30,56%, rispetto al 26 della media nazionale. La Asl1 Abruzzo corre ai ripari con attività di prevenzione e riapre i centri antifumo all'Aquila, Avezzano e Sulmona.

21 DIC - "In provincia di L’Aquila si fuma di più rispetto a tutte le altre aree d’Abruzzo. I fumatori, tra i 18 e 69 anni, sono 21.500, una percentuale del 30,56%, superiore alla provincia di Teramo (29,83), Pescara (26,31) e Chieti (24.31) oltreché alla media regionale (28,8) e nazionale (26%). I risultati sono il frutto di un’indagine su un campione di popolazione di oltre 1.000 persone, condotta dalla Asl Avezzano-Sulmona-L’Aquila, tra il 2014 e il 2017, nell’ambito del sistema di sorveglianza ‘Passi’". È quanto si legge in una nota della Asl1 Abruzzo.
 
"Autore dello studio, coordinato dalla dott.ssa Cristiana Mancini, è il servizio Epidemiologia e sanità pubblica della Asl, diretto dal dott. Enrico Giansante. L’obiettivo - prosegue la nota - è quello di monitorare il fenomeno e realizzare attività specifiche di prevenzione. L’indagine, condotta con interviste telefoniche, rientra nei programmi di prevenzione sui fattori di rischio relativi a comportamenti connessi all’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili".
 
Una media di 20 sigarette al giorno
"Dallo studio emerge che sono dedite alle ‘bionde’ 3 persone su 10 tra i 18 e 69 anni che rappresentano il 31% della popolazione della provincia. Nel territorio, in media, il numero di sigarette fumate al giorno è 13 ma il 27% delle persone succubi del vizio supera le 19 sigarette al giorno".
 
Tra 25-34 anni abitudine più diffusa
"La fascia d’età in cui più alto è il consumo di tabacco è 25-34 anni (43%). Molto elevato è il numero di fumatori anche nella popolazione più giovane. Tra 18 e 24 anni, infatti, la percentuale tocca il 38% e va abbassandosi gradualmente nella fasce anagrafiche successive: è del 35% tra 35-49 anni e si riduce al 23% tra 50-59 anni".
 
Il profilo del patito di nicotina
"Quale l’identikit del fumatore che si può trarre da questi dati? Tracciarlo non è semplice perché varia in base a diversi fattori: genere, età e condizioni socio-economiche. Tuttavia, all’interno della eterogenea platea dei fumatori (estremamente variegata) ricorrono più frequentemente alcuni elementi: il genere maschile, la giovane età, l’etnia straniera e, sempre in senso ampio, una condizione economicamente e culturalmente svantaggiata".
 
Pochi riescono a smettere
"All’interno del territorio della Asl provinciale di L’Aquila, sempre tra il 2014 e il 2017, hanno tentato di sconfiggere l’assuefazione alla nicotina 4 fumatori su 10 nei 12 mesi precedenti il sondaggio-intervista della popolazione. L’esito è stato molto negativo a giudicare dai dati: solo l’8% ci riesce (e non del tutto), restando senza sigaretta per più di 6 mesi".
 
Riaprono i centri antifumo
"Per contrastare il fenomeno del tabagismo la Asl ha già programmato la riapertura dei centri antifumo all’Aquila, Avezzano e Sulmona. I servizi si avvarranno di specialisti affiancati da infermieri e psicologi. La riattivazione dei centri antifumo, per la quale sono già disponibili risorse finanziarie regionali, è prevista nei primi mesi del prossino anno, tra gennaio e febbraio".
 
I danni all’organismo
"Oggi in Italia il tabacco costituisce la prima causa (evitabile) di morte prematura. Nella popolazione dai 30 anni in su il fumo provoca circa 80.000 morti l’anno: il 24% di tutti i decessi tra i maschi e il 7% tra le femmine, con oltre 1 milione di anni di vita potenziale persi. La dipendenza dalla nicotina causa l’insorgenza di numerose patologie croniche, in particolare oncologiche, cardiovascolari e respiratorie, oltre a numerosi altri disturbi". 

21 dicembre 2018
© Riproduzione riservata

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