L’Aquila. Legittimo il trasferimento dell’infermiera che aveva denunciato irregolarità in sala operatoria
L’infermiera Rossella Nardecchia era stata trasferita dal dal blocco operatorio al day-surgery “per garantire la necessaria serenità tra il personale del blocco operatorio” dopo che 11 medici avevano sottoscritto un documento di sfiducia. La scorsa estate aveva denunciato irregolarità: dall’abitudine a fumare nel blocco operatorio, alle uscite di emergenza ingombrate da armadi e carrelli fino al riutilizzo, previa sterilizzazione, di strumenti monouso.
15 MAR -
Il trasferimento da parte della Asl 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila dell’infermiera
Rossella Nardecchia dal blocco operatorio al day-surgery dell’ospedale San Salvatore di L’Aquila, è legittimo.
È quanto ha stabilito il giudice del lavoro del tribunale di L’Aquila, respingendo il ricorso in via d’urgenza in cui la Nardecchia aveva contestato il suo spostamento in un altro reparto dell’ospedale e chiedeva la revoca della disposizione assunta dalla Asl nello scorso novembre.
Il contrasto tra Nardecchia e la Asl e diversi medici dell’ospedale San Salvatore ha tenuto banco sulle cronache per diversi mesi. Da quando la scorsa estate, l’infermiera, all’epoca strumentista di sala operatoria, aveva denunciato la presenza di problemi nel blocco operatorio in cui prestava servizio: l’abitudine a fumare nel blocco operatorio, uscite di emergenza ingombrate da armadi e carrelli, strumenti monouso sterilizzati e riutilizzati. Era seguita in agosto un’ispezione dei Nas che non aveva rilevato alcuna irregolarità. In autunno 11 medici di sala operatoria avevano sottoscritto un documento di sfiducia verso l’infermiera.
Fino ad arrivare a novembre, quando è arrivata la “decisione della Asl, al fine di garantire la necessaria serenità tra il personale del blocco operatorio, di spostare l’infermiera in altra unità operativa”, spiega la stessa Asl1.
A questa decisione si è opposta Nardecchia contestando il carattere punitivo del provvedimento.
Ora, il giudice ha così accolto le motivazioni dell’azienda sanitaria, assistita dagli avvocati Silvia Catalucci, Antonio e Francesco Valentini di L’Aquila, e decretato la legittimità dell’atto.
15 marzo 2018
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