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Odontoiatria e cure low cost. Tutti i nodi ancora irrisolti

di Giuliano Nicolin

23 APR - Gentile direttore,
volevo ritornare sulla trasmissione Mi Manda Rai 3 che ha affrontato, giovedì 20 Aprile, il tema delle cure odontoiatriche in Italia, partendo da due casi di riabilitazioni finite male cercando di approfondire il problema delle cure odontoiatriche low-cost e non solo.

Una trasmissione che ha affrontato molti dei problemi che toccano l'odontoiatria e di cui il settore dibatte da tempo: l'impossibilità di conciliare basso prezzo con la qualità di cure, le pubblicità aggressive, il turismo odontoiatrico e la difficoltà dei cittadini di sostenere le spese per le cure odontoiatriche.
Spero almeno si sia chiarito che è sempre il professionista a curare il paziente indifferentemente dove questo si rivolga.

Ma da quanto è emerso vi è oggi la tendenza dei pazienti di decidere in autonomia la cura da realizzare ed i parametri utilizzati per capire se il dentista è affidabile. "L'ambiente era molto bello, il personale rassicurante", ha detto una delle pazienti presenti spiegando perché aveva deciso di rivolgersi in quella struttura lamentando mobilità e fastidi a 4/6 denti dell’arcata superiore. Visitata ha accettato l’estrazione di tutti i suoi denti e una riabilitazione su impianti!
 
Altro argomento è che i pazienti si rivolgono allo specialista ricercando la “convenienza” come si trattasse di acquistare un elettrodomestico: vado dove costa meno. O peggio accetto una prestazione di cui non ho bisogno perché è in promozione. Basti ricordare il penoso intervento della rappresentante dei diritti del consumatore che invitava a farsi fare più preventivi.

Alla stessa stregua di girare per supermercati a cercare il prodotto che costa meno!

Ecco allora il problema di una pubblicità incontrollata ed incontrollabile. Mi spiace non si sia detto come si sia arrivati a questo e che nessuno abbia detto che è un effetto della legge Bersani.

Altra questione emersa con chiarezza quella della sicurezza delle cure. In Bulgaria ti fanno l’anestesia generale, dove l’unica controindicazione è l’ipertensione e la sicurezza sta nel fatto che conoscono il primario locale di anestesia e rianimazione.  Nonostante questo alcuni pazienti intervistati lodavano il centro in questione.

Quindi una vota finita la trasmissione il dubbio che rimane è: ma i telespettatori cosa hanno compreso di tutto quanto detto, quale è il messaggio che è passato?

Io credo si tratti ancora una volta di cultura, di informazione e formazione corrette.

Lo Stato non garantisce le cure odontoiatriche ma basterebbe si impegnasse sulla prevenzione, con programmi educativi e operativi per ridurre l’incidenza e lo sorgere di patologie più gravi.

Da tempo si chiede di rivedere la fiscalità delle cure odontoiatriche senza alcuna risposta.

L’aumento dei doveri burocratici per chi apre uno studio dentistico con costi aggiuntivi inutili che non hanno alcuna ricaduta sulla qualità delle cure…altro che conoscere il primario anestesista!

I nostri giovani non sanno nulla di igiene orale o sessuale, ma sanno tutto di internet e dell’ultimo smartphone: i genitori non lesinano centinaio di euro per acquistare l’ultimo modello di cellulare ma si lamentano se pagano 70€ per una visita specialistica. E purtroppo questa deriva non riguarda più solo il settore odontoiatrico ma anche quello medico.

Quindi cosa fare? Capire che è una questione culturale, che non si affronta con duelli televisivi o spot pubblicitari ma con programmi seri di educazione sanitaria e ancor prima civile.

Credo che molti colleghi ogni giorno si battano e si spendano per questo e per rendere possibili le cure a tutti nei propri studi.

Ed infine mi lasci sottolineare il comportamento del Presidente Giuseppe Renzo, che in un contesto di stretti ritmi televisivi e scarsa possibilità di intervento ha chiaramente evitato inutili polemiche cercando di dare l’unico vero messaggio possibile: fatevi curare da un professionista. Meglio se riconoscibile!
 
Giuliano Nicolin
Libero professionista, Venezia


23 aprile 2017
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