Medicina difensiva. Il problema risiede nella concezione individualistica della professione
di Giorgio Tulli
10 AGO -
Gentile direttore,
Va bene la
lettera di Tartaglia ma ancora troppo soffice, non affronta infatti i problemi culturali che affliggono la nostra classe medica ed in generale le professioni sanitarie. Il problema della medicina difensiva è un effetto di una causa più vasta che risiede non solo nella incapacità a fare team working ma risiede nel concetto tipico italico della concezione individualistica della professione anche come business e questo sia nel pubblico che nel privato.
La professione è un affare personale e meno persone ci mettono il becco meglio è. Questo concetto si lega al distorto concetto di come viene concepita la deontologia medica e come non viene assolutamente concepita la centralità del paziente che oggi è "suddito" e non " padrone" (devo essere sintetico e quindi è necessario intuire il non scritto). La presenza di una medicina per silos e non la seamless care questo è il vero problema, al massimo una infarinatura di EBM ha sfiorato la classe medica, ma nessuna cognizione di Value Based Medicine, nessuna cognizione di Integrazione ( integrated Care). I percorsi clinici che vanno dal territorio all'ospedale ed al territorio ritornano sono concepiti come procedure piuttosto che come scambi di idee, dubbi, soluzioni, condivisioni, insomma forte e responsabile comunicazione.
E' vero che la rifondazione culturale della medicina italiana comincia da una attenta selezione di chi vuole intraprendere la professione sanitaria e da una attenta valutazione dell' insegnamento universitario ( per altro la difficoltà in questo paese di valutare il merito ci allontana sempre più da misure della valutazione seppure imperfette ma sempre perfettibili , leggi come in Italia si boicotta il test Invalsi, leggi come in Italia si guardano di traverso gli scoring ed in generale le misure oggettive), ma la rifondazione passa per una organizzazione sanitaria nuova , diversa, integrata, lo straordinario sforzo concettuale del Triple Aim ne è un esempio.
Dunque anche la governance che da noi è paternalistica, direi ancora patriarcale, sottoposta ai lacci e laccioli determinati dai poteri sindacali sempre più ostativi e dai poteri politici sempre più pervasivi e che si avvalgono della mediocrità piuttosto che dell'eccellenza, va completamente rivisitata, essa deve basarsi su un benchmark fatto di misure, di valutazioni e non di poteri da spartirsi a tutti i livelli micro e macro Evidence Based Medicine corretta da una buona narrazione della medicina, Value Based Medicine, Precision Medicine, integrated care , quality chasm ( qualità e Sicurezza della medicina ) Triple Aim, percorsi clinici strutturati e misurati nell'outcome e nel valore economico, seamless care , sana competizione e sana integrazione tra le strutture pubbliche e private, patient centred medical home ( un nuovo medico di famiglia competente che sa usare la tecnologia diagnostica ed informatica, che sa lavorare in team, che pratica un corretto hand over, provvisto della nuova borsa del nuovo medico di famiglia piena di tecnologia in primis l'ecografo ed il point of care) , queste sono le parole d'ordine , gli approfondimenti per una corretta visione di Sistema, altrimenti sono solo palliativi spesso usati dagli accademici o dai famelici e mediatici personaggi sindacal-politici per restare "up to date" ma gattopardescamente per nulla cambiare dell'assetto di potere. Il pezzo di Riccardo Tartaglia per me è interessantissimo ma da riscrivere in modo che morda di più , entri più nel merito e faccia vedere che il Sistema, la visione del Sistema è quella che conta altrimenti saranno sempre silos, cittadini pazienti "sudditi" e non "padroni" e vecchia ottocentesca cultura medica ed infermieristica
Giorgio Tulli
Già direttore del dipartimento delle terapie intensive e medicina Perioperatoria dell'Azienda Sanitaria fiorentina
10 agosto 2015
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