Confronto Ministero-Regioni in vista del nuovo Patto per la Salute. Obiettivo primario comune: incremento Fsn adeguato al Pil. Lorenzin: “Il personale sanitario è una priorità del Governo”
di Ester Marago'
Dopo un minuto di raccoglimento per le vittime di Bruxelles, si è aperto un confronto “costruttivo e positivo” questa mattina tra il Ministro della salute e le Regioni nella sede della Conferenza dei presidenti. Lasciato ormai alle spalle il capitolo riguardante i Lea, restano da definire altre questioni fondamentali, a partire da quella del personale. Nel mentre, si punta al nuovo Patto della Salute. Lorenzin: "Abbiamo individuato gli obiettivi da raggiungere".
24 MAR - Quasi tre ore di confronto serrato sui temi principali del Patto per la salute con una convergenza di intenti e obiettivi che ha lasciato soddisfatte entrambe le parti. Si lavorerà infatti per incrementare il Fondo sanitario adeguato al Pil, anche perché molto è stato fatto per efficentare i modelli organizzativi delle Regioni.
È stato un confronto positivo quello tra il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin e le Regioni guidate da Stefano Bonaccini, oggi nella sede della Conferenza dei presidenti, che puntano ora a lavorare sul prossimo Patto per la salute. Molte sono infatti le cose realizzate, a partire dal capitolo dei Lea che può dirsi concluso, almeno per quanto riguarda il lavoro della Salute e delle Regioni, la palla infatti ora è nelle mani del Mef, anche se rimangono ancora da definire alcune questioni fondamentali come quelle del personale, sul quale però il ministro ha assicurato: “Sono una priorità del Governo. Un tema ineludibile e il Governo sta lavorando per arrivare allo sblocco del turn over e a un’implementazione delle risorse sul personale”.
“Abbiamo fatto il punto su questi due anni straordinari di applicazione del Patto della Salute e possiamo dire che è quasi completamente esaurito nella sua azione programmatica – ha dichiarato Lorenzin rispondendo alle domande dei giornalisti al termine del confronto con i presidenti – abbiamo anche individuato gli obiettivi da raggiungere per il prossimo Patto. Questo dimostra quanto Governo e Regioni abbiano compreso e siano dentro i meccanismi di un cambiamento velocissimo che sta avvenendo in sanità. Sulle risorse abbiamo affrontato il tema in modo costruttivo, siamo partiti da quanto abbiamo fatto e da quanto hanno fatto le Regioni per efficentare i loro modelli organizzativi con le centrali d’acquisto, gare centralizzate, la misurazione dei dati e la possibilità di intervenire sulle aziende in disavanzo. Al netto di questo lavoreremo ora sull’incremento del Fsn adeguato all’incremento del Pil”.
Per quanto riguarda il capitolo dei Lea, Lorenzin ha confermato che sta per concludersi. “Le Regioni hanno fatto le loro osservazioni sui Lea – ha ricordato – e adesso il testo è al vaglio del Ministero dell’economia e delle finanze, nel frattempo stiamo portando avanti delle consultazioni con le associazioni dei pazienti sul nomenclatore, parte integrante dei Lea, per valutare possibili cambiamento tecnici laddove possano esserci criticità. Abbiamo stanziato 800mln di euro e abbiamo stabilito che i Lea saranno riaggiornati costantemente da una commissione”.
Governo a lavoro per incrementare le risorse per il personale. Ora la priorità del Governo sarà il personale sanitario. “Il tema delle professioni sanitarie è ineludibile – ha sottolineato – il personale ha fatto un grande sacrificio in questi anni di crisi per tenere la barra al centro e garantire i servizi. Le Regioni stanno lavorando sui rinnovi di contratti e convenzioni e il Governo sta lavorando sull’articolo 22 che prevede norme innovative sull’accesso alle professioni sanitarie, sulla formazione del personale, su tutte quelle misure che richiedono lo sblocco del turn over e sull’implementazione delle risorse sul personale”.
Costruttivo e positivo, così ha definito l’incontro con il ministro, Stefano Bonaccini. “Ci siamo confrontati – ha spiegato Bonaccini – su molte questioni, entrando nel merito di ogni singolo tema: dai Lea, al personale, alle risorse, condividendo una linea ed un principio: non sono solo più risorse che fanno qualità e quantità dei servizi in sanità. Se così fosse e dovessimo considerare gli incrementi degli ultimi anni, i servizi sanitari avrebbero dovuto registrare netti miglioramenti in tutte le Regioni. Detto questo, non possiamo però arretrare: siamo già riusciti a trovare una prima intesa con il Ministero e con il Governo, che prevede che il fondo sanitario non rimarrà fermo a 111 miliardi di euro fino al 2019, ma dovrà progressivamente aumentare anche nei prossimi anni. Su questo abbiamo registrato una condivisione piena fra Ministero e Conferenza delle Regioni, con il comune obiettivo che il finanziamento serva a mantenere la qualità delle prestazioni sanitarie o ad aumentarla laddove serva”.
E ci sarà presto ha infine annunciato Bonaccini, un altro confronto con il ministro Lorenziin “che si è già reso disponibile, perché la sanità è fondamentale per la tutela del diritto alla salute dei cittadini e perché rappresenta da sola in media tre quarti dei bilanci regionali. È insomma – ha aggiunto il presidente della Conferenza delle Regioni – uno degli argomenti con cui si ha più a che fare sul fronte dell’amministrazione regionale e su cui più frequentemente si è sottoposti al giudizio dell’opinione pubblica. Anche per questo abbiamo detto ai Presidenti che si dovrebbero diffondere maggiormente le esperienze positive di alcune best practice puntando su un progressivo miglioramento dell’efficienza dei servizi in tutte le aree del paese. Penso, ad esempio, ad una esperienza come quella dell’Emilia-Romagna, che sulla questione liste d’attesa è riuscita in sei mesi ad arrivare al 97% di erogazione delle prestazioni cosiddette di “prima fascia” entro il primo o secondo mese. Buone pratiche di questo genere possono, anzi devono diventare una motivazione comune, una linea di traguardo che, anche se non immediatamente, porti un po’ tutte le Regioni – ha concluso – a migliorare e a colmare i divari esistenti”.