Spending review. Confermati tagli alla sanità. Cottarelli al Senato: "Entro il 2016 possibili risparmi nella PA per 34 mld. Anche la sanità darà il suo contributo, anche se contenuto"
di Giovanni Rodriquez
Per la sanità si dovrà comunque operare nel Patto per la Salute. Per tutta la Pa nel 2014 il risparmio possibile è di 3 mld. Salirà a 18 nel 2015 e a 34 nel 2016. Nel suo pacchetto il commissario per la spending review ha diviso il lavoro in due macrogruppi. Quelle di immediata applicabilità con risultati dal 2014, tra le quali costi standard sanitari e ricoveri inappropriati. E quelle che richiederanno riforme strutturali.
12 MAR - "Ho presentato ieri sera le mie proposte al comitato interministeriale per la revisione della spesa. Si tratta di una settantina di schede costruite sulla base dei rapporti dei gruppi di lavoro creati negli ultimi mesi. I numeri che presento sono al lordo degli effetti dei possibili tagli di spesa sulle entrate, anche perché questi effetti si possono valutare dopo aver rivisto l'intero quadro fiscale, di finanza pubblica e della crescita. Per il 2014 il massimo risparmio da me è indicato è di circa 7 mld, ma visto che siamo già in anno in corso, e considerando un certo margine prudenziale, penso che un numero ragionevole per l'anno in corso sarebbe i 3 mld di euro. Per il 2015 il massimo risparmio ottenibile è di 18 mld, mentre per il 2016 è di 34 mld circa, il 2% del Pil". Così il commissario per la spending review,
Carlo Cottarelli, in audizione in Commissione Bilancio del Senato ha illustrato il suo pacchetto di misure per ridurre la spesa dello Stato.
Cottarelli ha voluto da subito sottolineare l'assenza di tagli a Istruzione e Cultura, così come il fatto che le fasce di reddito più deboli saranno esentate da queste azioni. Le azioni proposte sono state suddivise in due macrogruppi: le prime sono quelle di immediata applicabilità che potranno portare risultati già dal 2014, mentre le seconde richiedono riforme strutturali della spesa che vanno iniziate ora ma che avranno effetti solo nel 2015 e 2016. Cottarelli ha poi previsto effetti ancora maggiori per il 2017. Entro la fine della prossima estate, il commissario per la spending review ha auspicato che possano realizzarsi dei Piani d'azione in tal senso.
La sanità dovrà dare il suo contributo, anche se "in misura inferiore rispetto agli altri settori". Per Cottarelli sono ancora possibili risparmi intervenendo soprattutto sui ricoveri inappropriati e una più diretta applicazione dei costi standard. Il tutto dovrà però avvenire "all'interno del Patto per la salute con le Regioni". Anche se il Commissario non ha chiarito se i risparmi ottenuti resteranno alla sanità, come chiesto da
Lorenzin e Regioni, o andranno, almeno in parte, a sostenere anch'essi le manovre fiscali del Governo.
Vediamo ora le misure di immediata applicazione elencate:
- circa 4 mld di risparmio possibili per imprese partecipate a carico Stato e altri 2 mld ottenibili da quelle a carico delle Regioni;
- nella PA la retribuzione è significativamente più alta rispetto alla retribuzione media pro capite, è possibile un intervento in questo senso;
- la spesa per pensioni, che vale circa il 16% del Pil, può essere soggetta ad un contributo temporaneo di quelle oltre una certa soglia per fiscalizzare oneri sociali dei nuovi assunti. Una misura che vedrebbe esentati l'85% dei pensionati;
- la Sanità dovrà contribuire, anche se in misura inferiore rispetto ad altri settori. Qui qualche risparmio va definito nell'ambito Patto salute, soprattutto sulla riduzione di sprechi per o ricoveri inappropriati e una più diretta applicazione costi standard;
- i costi politica vanno ridotti, visto che, mentre la spesa dello Stato si è ridotta in termini nominali nel 2009-2012, quella della politica è rimasta stabile;
- stessa sorte dovàr toccare le spese per l'alta burocrazia e i gabinetti dei ministri. Anche qui non c'è stata nessuna riduzione e c'è spazio per intervenire. Per le auto blu Cottarelli propone un misto tra il modello attuato dal governo inglese e quello tedesco: si mantengano auto solo per i ministri e ci sia un pool di un massimo di 5 auto per Ministero;
- tagli a tutti quei microstanziamenti contenuti anche nella legge di stabilità. E' necessario riguardarne l'elenco e sfrondarle;
- per i beni e servizi, occorre cambiare modo di acquistare nella PA. Nel breve periodo andranno fatti controlli a tappeto per tutti gli acquisti al di fuori delle regole attuali. Verificare quali contratti in essere non sono in regola e potrebbero essere rinegoziati.
Questo il secondo gruppo, di più ampio respiro, che richiede riforme strutturali:
- per beni e servizi ci sono oltre 30mila centrali di acquisti in Italia, è importanti ridurre in maniera drastica le centrali di appalto, ne basterebbero 30-40;
- sono possibili enormi risparmi sugli immobili di proprietà dello Stato;
- ridurre i costi delle commissioni bancarie che lo Stato paga per riscuotere i tributi;
- realizzare sinergie tra corpi di polizia. Ce ne sono cinque in Italia, il numero di forze di polizia rispetto alla popolazione è tra i più alti in Europa. E' possibile un miglior coordinamento che, nel giro di 3 anni, possa portare risparmi significativi;
- Enti pubblici da eliminare o razionalizzare;
- digitalizzazione: fatturazione elettronica, pagamenti elettronici e riorganizzazione Ced, i risparmi sarebbero ingenti in 3 anni;
- sedi periferiche dello Stato, è necessario domandarsi se una distribuzione a livello territoriale dello Stato sia ottimale a livello delle singole province
- per le partecipate locali si deve distinguere tra quelle che erogano servizi pubblici, per le quali viene suggerito un efficientamento con possibili fusioni o pagamento tariffe; e le altre che si potrebbero chiudere;
- trasporto ferroviario, è necessario un efficientamento e una revisione tariffe;
- spese per la difesa;
- spesa per autorità indipendenti;
- Camere di commercio;
- Rai.
Giovanni Rodriquez
12 marzo 2014
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