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Farmaci contraffatti sul web: guadagni illeciti 150 volte superiori a quelli della droga

di Giovanni Rodriquez

Il dato illustrato oggi a un seminario organizzato dall'Aifa: investire 1 euro nel business dei farmaci contraffatti può portare a guadagnare fino a 2.500 euro, per la droga il rapporto è di 1 a 16. Solo 1 medico di famiglia su 4 sa che in Italia è illegale acquistare farmaci on line

28 NOV - Guerra aperta contro commercio farmaci contraffatti sul web. A lanciarla è stata oggi l’Agenzia italiana del farmaco, che a questa problematica ha dedicato un evento, organizzato oggi a Roma, ribadendo gli altissimi rischi per la salute a cui si espongono i cittadini ricorrendo ad internet per acquistare i farmaci, magari per risparmiare o per vergogna di parlare di determinati disturbi con il proprio medico.
L’argomento, nonostante la sua importanza e gravità, è ancora poco conosciuto non solo ai cittadini, ma anche ai protagonisti stessi del mondo sanità. Da una ricerca elaborata dall’Aifa in collaborazione con la Fimmg (Federazione italiana medici medicina generale) su 613 medici di famiglia, è emerso che solo 1camice bianco su 4 sa che in Italia è illegale acquistare medicinali tramite web. Oltre il 40% dei medici ritiene però che i propri pazienti potrebbero averlo fatto.

Eppure l’attuale quadro del commercio illegale di medicinali in Italia è allarmante. Secondo i dati presentati dal generale dei Nas, Cosimo Piccinno, nonostante i dati ufficiali parlino di un consumo di farmaci acquistati su internet sul territorio italiano stimati nell’1%, tale quota potrebbe essere gravemente sottostimata. In realtà il commercio è più vasto, come il giro di affari. Investire 1 euro nel business dei farmaci contraffatti, ha spiegato Piccinno, può portare a guadagnare fino a 2.500 euro. Per la droga il rapporto è, invece, di 1 a 16. Quindi, a conti fatti, si sta parlando di un mercato con possibili introiti fino a 150 volte superiori a quello dello spaccio di sostanze stupefacenti. Per farsi un'idea basta digitare sul motore di  ricerca google, “pharmacy online”, si otterranno immediatamente oltre 120 milioni di risultati.
 
Da qui la necessità di una comunicazione più incisiva, che coinvolga le istituzioni, i cittadini, ma anche tutti i protagonisti del pianeta sanità, per responsabilizzarli su un tema che, a volte per risparmiare pochi euro, può costare la vita. E anche in vista dell’imminente ricezione della Direttiva europea 2011/62 che renderà lecita l'apertura di farmacie online anche in Italia. Ovviamente appartenenti a farmacisti veri. Ma distinguere quelle vere da quelle false sarà ancora più difficile. Richiederà controlli ancora più attenti alle autorità e una buona dose di cautela da parte dei cittadini.

L'Aifa lo sa bene. Come ricordato nel corso dell’apertura dei lavori dal direttore generale dell’Aifa, Luca Pani, compito dell’Agenzia è quello di “proteggere e promuovere la salute dei cittadini attraverso l'uso terapeutico dei farmaci. Noi tutti – ha proseguito - abbiamo una grande responsabilità: quella di tutelarli, ma anche di renderli a loro volta responsabili nel gestire il farmaco con consapevolezza e cognizione”. Per questo l'Aifa, come ricordato dal presidente Sergio Pecorelli, ha incentrato la propria azione sulla logica del 'networking': far lavorare in stretta cooperazione istituzioni sanitarie, forze di polizia e dogane per mettere in campo azioni di contrasto efficaci e favorire lo sviluppo di norme comuni e di una comunicazione qualificata rivolta a cittadini e operatori.
 
In quest’ottica, lo scorso maggio, l’Aifa ha firmato un memorandum d’intesa con LegiScript, il servizio statunitense di verifica e controllo delle farmacie on line che, grazie ad i suoi servizi di controllo e monitoraggio, è riuscita nel solo 2010 a far chiudere circa 15 mila farmacie illegali.
La collaborazione con l’Agenzia italiana del farmaco prevede una serie di azioni congiunte che, nelle prime settimane di lavoro, ha portato alla chiusura di oltre 20 farmacie.
 
Nel corso della mattinata sono state spiegate anche le future iniziative di contrasto al commercio illecito che saranno intraprese nel prossimo futuro. La più rilevante è l’acquisizione di un dominio “.pharmacy”, da concedere  solo a quelle attività che abbiano tutti i crismi necessari per poter commerciare legalmente medicinali, mettendo così il cittadino nelle condizioni ideali per poter discernere in maniera semplice ed immediata i siti legali da quelli non autorizzati e pericolosi.
 

 
Giovanni Rodriquez

28 novembre 2011
© Riproduzione riservata

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