Padova. Sindacati contro la “cessione”dell’Ospedale Sant’Antonio al Policlinico
“Dipendenti come pedine e merce di scambio, medici e sindacati trattati con indifferenza dalla politica e dalle amministrazioni”, denuncia l’Anaao spiegando di avere chiesto all’Aulss, insieme a Cimo e Aaroi Emac, la costituzione urgente di una Commissione bilaterale sull’Ospedale Sant’Antonio. “Pretendiamo il dovuto rispetto, dialogo costruttivo, risposte chiare, dati e informazioni esatte, garanzie e ogni forma di tutela per tutti gli aspetti di questa programmata riorganizzazione”.
21 MAG - “Inaccettabile e atipica” per l’Anaao “l’estrema accelerazione che ha portato alla
dismissione e cessione dell’Ospedale Sant’Antonio, in comodato d’uso gratuito, all’Azienda Ospedale-Università di Padova prima ancora che si iniziassero a concepire i nuovi poli ospedalieri padovani (Padova Est e Giustinianeo), ratificate dall'approvazione definitiva delle nuove schede di dotazione ospedaliera 2019-2023 da parte della Giunta Regionale del Veneto lo scorso 14 maggio”. Per questo l’Anaao, insieme alle sigle sindacali Cimo e Aaroi Emac, ha formalmente richiesto ieri alla Direzione Generale della AULSS 6 Euganea la costituzione urgente di una Commissione bilaterale sull’Ospedale Sant’Antonio. Ad annunciarlo, in una nota,
Mirko Schipilliti Segretario aziendale Anaao Assomed Aulss 6, componente Segreteria Regionale Anaao Assomed Veneto e Commissione Nazionale Emergenza Urgenza Anaao Assomed.
“Dipendenti come pedine e merce di scambio, medici e sindacati trattati con indifferenza dalla politica e dalle amministrazioni, una petizione con più di 3000 firme contrarie (incluse quelle di 400 dipendenti con un intero Pronto Soccorso che rifiutano il passaggio), la stigmatizzazione dell’Ordine dei Medici di Padova contro la mancanza d’informazione, il ricorso ancora aperto di Anaao Assomed contro lo scandaloso Protocollo d’intesa Regione Università, l’attuale stato di agitazione intersindacale a livello regionale su più materie. Garanzie? Pochissime”, spiega Schipilliti, che prosegue: “Le schede sul Sant’Antonio-Azienda Ospedale-Università – peraltro “intermedie” – sono comunque modificabili, e nulla si sa su modalità e tempistiche del passaggio. Dove finiranno esattamente i dipendenti? A quali condizioni? E da chi e come saranno gestiti i percorsi clinico diagnostico terapeutici per i cittadini del Comune di Padova e di quelli contermini? Siamo davvero sicuri che reparti e servizi non saranno smantellati?”.
Per il sindacalista è quindi emersa la necessità di attivare le procedure previste dall’art. 6 comma 2 del nostro contratto nazionale 3.11.2005, che prevede la costituzione di apposite commissioni bilaterali su problematiche specifiche, soprattutto inerenti processi di riorganizzazione e riconversione: “Allo scopo di assicurare una migliore partecipazione del dirigente alle attività dell’azienda è prevista la possibilità di costituire a richiesta, in relazione alle dimensioni delle aziende e senza oneri aggiuntivi per le stesse, Commissioni bilaterali ovvero Osservatori per l'approfondimento di specifiche problematiche, in particolare concernenti l'organizzazione del lavoro in relazione ai processi di riorganizzazione delle aziende ovvero alla riconversione o disattivazione delle strutture sanitarie nonché l'ambiente, l'igiene e sicurezza del lavoro e le attività di formazione. Tali organismi, ivi compreso il Comitato per le pari opportunità di cui all’art. 8, hanno il compito di raccogliere dati relativi alle predette materie - che l’azienda è tenuta a fornire - e di formulare proposte in ordine ai medesimi temi. La composizione dei citati organismi che non hanno funzioni negoziali, è di norma paritetica e deve comprendere una adeguata rappresentanza femminile.”
Proprio parallelamente al previsto tavolo tra Azienda Ospedale-Università e Azienda ULSS 6 Euganea, che dovranno concordare entro i prossimi 90 giorni tempi e modalità del passaggio previsto entro la fine del 2020, la Commissione avrà il compito di monitorare accordi, criticità e ogni aspetto correlato al trasferimento gestionale, “formulando anche proposte, oltre alle azioni generate anche dalle organizzazioni sindacali”, spiega Schipilliti.
La richiesta è stata quindi inviata per conoscenza alla Direzione Generale dell’Azienda Ospedale-Università di Padova e all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Padova. “Altro nodo – spiega il sindacato - è la sostituzione dei 50 posti di Lungodegenza del Sant’Antonio con l’ospedale di comunità, letti non più dedicati a malati acuti, ma a post acuti con modalità gestionali che saranno tutte da vedere. Chi li seguirà? E dove ricovereremo i pazienti che necessitano invece di un’intensità di cure ancora elevata?”
“Stiamo vivendo in un contesto politico-lavorativo simildittatoriale – conclude Schipilliti -: sul Sant’Antonio sono state messe in giro prima voci, poi mezze verità, poi smentite e si sono scatenate le dovute e giuste proteste, nessun dialogo, infine la conferma inesorabile di volontà politiche in cui chi comanda non vuole sentire ragioni ne dialogare ma imporre le decisioni assunte in modo unilaterale in modo risoluto, rude e sbrigativo. Non siamo disposti ad accettare posizioni arroganti e supponenti sulla gestione sanitaria della realtà della nostra città che fino ad ora hanno escluso ogni forma di confronto sul passaggio del Sant’Antonio delegittimando e derubricando ogni competenza e professionalità. Atteggiamenti e comportamenti questi che hanno dimostrato di non essere in grado offrirci alcuna fiducia. Ora pretendiamo il dovuto rispetto, dialogo costruttivo, risposte chiare, dati e informazioni esatte, garanzie e ogni forma di tutela per tutti gli aspetti di questa programmata riorganizzazione”.
21 maggio 2019
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