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“La medicina territoriale non può più ragionare per compartimenti stagni. Ora dare gambe a riforma”. L'appello degli specialisti Sumai

Il segretario del sindacato degli specialisti ambulatoriali Antonio Magi rilancia per una rapida partenza della riforma delle cure primarie e poi interviene anche sull’obbligo delle vaccinazioni: “Non se ne faccia una questione politica ma di evidenza scientifica”.


28 NOV - “Troppo spesso nella medicina territoriale si ragiona ancora per compartimenti stagni ma oggi è fondamentale puntare sul lavoro integrato vista la sfida sempre più impellente delle cronicità”. A parlare è il segretario generale degli specialisti ambulatoriali del Sumai-Assoprof, Antonio Magi durante l’evento organizzato lo scorso 26 novembre a Venezia dal Sindacato in occasione del seminario conclusivo della II edizione del Corso di Alta Formazione Universitaria dal titolo “La Medicina Specialistica verso la Comunity Care” organizzato da un consorzio di prestigiose università italiane: Ca’ Foscari di Venezia, Università Alma Mater di Bologna, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, Università Aldo Moro di Bari e sponsorizzato da Sumai ed Agenas.
 
“Il corso – ha specificato Magi – ha proprio il compito d’invertire la rotta e far uscire i professionisti fuori dal proprio guscio attivando meccanismi di confronto con gli altri colleghi e operatori. Oggi e domani sarà sempre più l’epoca delle multicronicità e in un contesto di sostenibilità della spesa sanitaria sempre precario diventa decisivo dare impulso ad un’attività dei medici che sia proattiva, integrata, che eviti ospedalizzazioni inutili e che sia organizzata in modo da non far sentire il cittadino prigioniero della burocrazia sanitaria ma inserito in un sistema che rende servizi di salute pubblica efficienti anche e soprattutto con l’aiuto della digitalizzazione. E in questo sistema gli specialisti territoriali, unicum a livello europeo, rappresentano un caposaldo”.
 
Il segretario Sumai ha poi analizzato come “finalmente dopo tanto parlare, è quasi certo che anche i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta rinnoveranno la convenzione (La specialistica ambulatoriale ha rinnovato la parte normativa dell’Acn nel 2015) nei prossimi mesi e la nuova riforma delle cure territoriali sarà finalmente pronta a partire con anche la garanzia di nuove risorse economiche, come previsto dall’emendamento approvato in Legge di Stabilità, anche nell’ottica di dare gambe al ricambio generazionale (nei prossimi 5 anni andranno in pensione, solo per la specialistica ambulatoriale, circa 8.000 medici, il 40% della categoria)”.
 
Magi poi ha fatto anche un riferimento al tema dell’obbligo delle vaccinazioni dopo che l’Emilia Romagna ha approvato una legge che lo ripristina per l’iscrizione dei bambini al nido.
“Il dibattito di questi giorni sull’obbligo delle vaccinazioni – ha specificato – ha mostrato in tutta evidenza il periodo, diciamo turbolento, che sta vivendo la nostra politica che ignora che su temi come i vaccini a prevalere dovrebbe essere solo l’evidenza scientifica. Le vaccinazioni sono un fatto di salute pubblica a valenza sociale che negli anni ci hanno fatto fare progressi in termini di riduzione delle epidemie solo un secolo fa impensabili. L’evidenza scientifica dev’essere indipendente dalla politica: è un fatto assodato che da quando le vaccinazioni non sono più obbligatorie sono tornate ad aumentare nuovamente malattie come il morbillo”.

Durante il seminario moderato da Giovanni Bertin dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, i relatori hanno poi analizzato gli scenari futuri e le criticità della sanità pubblica.
 
“La Community care – ha scritto in un messaggio la presidente Ipasvi, Barbara Mangiacavalli - , si configura come il miglior trampolino di lancio per la sanità di iniziativa, quella che meglio si adatta alla gestione delle cure primarie in generale e delle malattie croniche in particolare, perché prende in considerazione la valutazione dei bisogni della comunità, l’attenzione ai determinanti della salute, la propensione agli interventi di prevenzione, il coinvolgimento e la motivazione degli utenti (empowerment, counselling individuale e di gruppo, interazione con il volontariato e altre risorse della comunità)”.
 
“La Specialistica è una risorsa da valorizzare ancora di più – ha ricordato Donata Bellentani del Ministero della Salute – e il percorso formativo del corso è determinante e ben centrato rispetto a cosa a livello nazionale si sta facendo e dobbiamo fare. Non dobbiamo solo spostare baricentro dall’ospedale al territorio ma dobbiamo operare in modo diverso: bisogna credere in un sistema diverso di rete professionale”.
 
Guido Giarelli dell’Università Magna Grecia di Catanzaro ha affrontato invece alcuni aspetti della salute e della sanità con cui la società contemporanea deve confrontarsi: dal salutismo alla farmaceuticalizzazione fino al ruolo dei mass media e di Big Pharma. “Nel complesso la società tende ad essere sempre più ipercompetitiva e gli imperativi salutistici da una parte e la ridefinizione dei problemi sociali in termini medicalizzanti sarà sempre più accentuata- Acquisire consapevolezza di tutto ciò costituisce il presupposto per una visione critica che sappia rimettere in discussione tale funzione per ridefinire i confini dell’agire professionale”.
 
Durante la tavola rotonda il filosofo Luigi Tarca (Università Ca’ Foscari) ha poi analizzato come nell’ottica d’integrazione dei saperi sia in realtà sia difficile scindere la scienza dall’isolamento. “Qualsiasi aggiunta facciamo ai nostri isolamenti moltiplichiamo il problema”.
 
Dalle riflessioni più epistemiologiche si è poi passati all’intervento di Gianfranco Damiani dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma che senza giri di parole ha affermato come “la tutela della salute oggi non può essere demandata solo ad alcuni. Nessun sistema è sostenibile se continuiamo solo a lavorare in ambulatorio. Dobbiamo fare scelte importanti: dal macro (dove si fa la policy) fino al livello nano identificato nel rapporto medico paziente: Occorre far entrare il paziente all’interno del team. Significa accompagnarlo nella prevenzione, nella malattia e svilupparne l’abilità del self management”.
 
A portare i saluti della Regione Veneto Maria Cristina Ghiotto che ha evidenziato come “la Regione con la nuova legge di Riforma pone dei nuovi modelli organizzativi, soprattutto in ambito territoriale dove si punterà sulle medicine di gruppo integrate. Ma prima di tutto va cambiato l’approccio e la formazione in questo senso è decisiva”.

28 novembre 2016
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