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Rinuncia alle cure. Zambello (Assistenti sociali): “In Veneto allarme crescente”  

Fa il punto la presidente dell’Ordine degli assistenti sociali, Mirella Zambello, su come sia sempre più difficile curarsi in Veneto. “I nostri professionisti sono impegnati quotidianamente con cittadini che combattono contro il caro vita e a pagarsi anche alcune prestazioni mediche a volte proprio non ce la fanno. Non esistono fondi e misure specifiche per le spese per la salute e la prevenzione, mentre sarebbe necessario porre la salute al centro delle politiche”.

di Endrius Salvalaggio 
02 AGO - “Lo ha detto Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che dai dati analizzati sull’andamento degli introiti dei ticket c’è stato contrazione di circa il 22% rispetto agli anni pre pandemia. I motivi sono molteplici, a cominciare dalle lunghe liste di attesa. Le strade che restano sono solando due: curarsi presso delle strutture private oppure rinunciare se non si ha disponibilità economica“. A rilevare questo disagio in Veneto è la presidente dell’Ordine degli Assistenti sociali del Veneto, Mirella Zambello.

Zambello condivide la preoccupazione espresse sul flesso degli introiti dei ticket ed evidenzia come, a livello locale, una recente indagine svolta da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil “certifica un fenomeno che anche noi come professionisti del servizio sociale rileviamo quotidianamente: in Veneto cresce il numero di persone che non riescono ad accedere al servizio sanitario”

“In molti casi – spiega Zambello – l’unica alternativa, per non dover aspettare tempi molto lunghi, è rivolgersi al privato. Gli assistenti sociali che lavorano nei comuni ci riferiscono di casi crescenti in questo senso, con persone che devono rinunciare agli esami o alle visite mediche per dare priorità alle spese alimentari o che al contrario, pur alle prese con difficoltà economiche, sono costrette a farsi carico di spese ingenti per accedere a prestazioni private. Il nostro sistema sanitario nazionale fondato sulla salute come diritto di tutti, alla cui nascita ha dato un contributo fondamentale la ministra veneta Tina Anselmi, è una conquista che va preservata”. Da qui la necessità di “lavorare sulla riduzione delle liste di attesa” ma anche di “investire in campagne di prevenzione con screening gratuiti”.

I servizi sociali che hanno una funzione di programmazione, coordinamento, promuovono e sostengono lo sviluppo della famiglia e dell’età evolutiva. Realizzano e potenziano il sistema integrato dei servizi sociali e sociosanitari a favore delle persone anziane e delle persone disabili. Oltre a questo svolgono attività e prevenzione e cura delle dipendenze con progettualità a favore dei giovani.

“I servizi sociali dei comuni – conclude Zambello – sono impegnati quotidianamente nella definizione e attuazione di interventi diversi orientati, dal sostegno alle spese di bollette e utenze domestiche, al contributo per gli affitti fino al contrasto alla povertà educativa. Tutti interventi che vengono programmati in maniera personalizzata, valutando i bisogni specifici delle persone, per facilitare il superamento delle situazioni di bisogno. Non esistono però fondi e misure specifiche per le spese per la salute e la prevenzione, spesso trascurate dai cittadini più in difficoltà. Ci sarebbe la necessità di porre la salute al centro delle politiche, per promuovere benessere collettivo, e la nostra professione può dare un contributo per migliorare i contesti sociali nelle nostre comunità e città”.

Endrius Salvalaggio

02 agosto 2023
© Riproduzione riservata

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