Iss: in Italia gli annegamenti causano 400 morti l’anno
Uno studio dell’Istituto superiore di sanità fotografa il fenomeno. Quasi 30 mila morti negli ultimi 40 anni nelle acque italiane e anche se in calo, il numero di annegamenti rimane consistente. È il mare il luogo in cui si verificano più frequentemente e l’imperizia la causa principale.
23 GIU - Sono un evento raro se paragonato ad altre tipologia di incidenti, ma gli annegamenti in Italia presentano un elevato tasso di letalità.È la conclusione di uno studio sugli annegamenti e i semi-annegamenti appena resi noti dall’Istituto superiore di sanità, che ha analizzato i dati Istat e, quando possibile, le notizie pubblicate sulla stampa.
Nell’ultimo anno per cui sono disponibili dati Istat, il 2007, si sono registrati 387 morti e circa 440 ricoveri. In termini di incidenza, il tasso di mortalità per il 2007 è risultato pari a 11,1 morti per milione/anno nei maschi e 2,2 morti per milione/anno nelle femmine, con un tasso medio di 6,5 morti per milione di abitanti/anno.Impressionante il dato storico: dal 1969 al 2007 risultano decedute per annegamento 27.154 persone, per l'82 per cento maschi. C’è da dire, tuttavia, che si registra un forte decremento nel numero di casi: se agli inizi degli anni Settanta si verificavano circa 1200-1300 morti/anno oggi il dato è sceso a circa 400.
Per quanto l’annegamento riguardi tutte le classi di età, è nei giovani tra i 14 e i 29 anni che si verificano con maggiore frequenza gli eventi.Il fenomeno degli annegamenti si verifica per oltre il 50 per cento dei casi in mare e appare particolarmente evidente lungo la costa adriatica centro settentrionale (da San Benedetto del Tronto a Trieste); in alcune aree della costa sud della Puglia, lungo la costa tirrenica in Liguria (tra San Remo e Savona), in Toscana (tra Carrara e Piombino), nel Lazio (tra Fiumicino e Terracina), in Campania (tra Castel Volturno e Acropoli); in Sicilia nella costa sud-orientale e a Palermo); in Sardegna (lungo la costa occidentale, nella zona di Cagliari e in quella di Olbia).
Attraverso una revisione della stampa i ricercatori Iss sono stati in grado di ricostruire le cause degli eventi mortali: è l’imperizia la prima incriminata, ma anche malori, cadute accidentali sono cause frequenti. Particolare attenzione merita la mancata sorveglianza dei bambini. Così come la frequente assenza di servizi di salvataggio in luoghi frequentati da bagnanti: tra i fenomeni registrati vi è infatti il salvataggio improvvisato da parte di persone non in grado di effettuarlo, che a volte si conclude con esiti fatali anche per i soccorritori.
Ogni anno nel mondo muoiano per annegamento oltre 380 mila persone, il che colloca l'annegamento al terzo posto tra le cause di morte per incidente dopo gli incidenti stradali e le cadute. Gran parte di questi eventi si registra Africa, Asia del pacifico occidentale e del Sud-Est asiatico ed est europeo. Circa 28 mila gli annegamenti fatali in Europa: le aree maggiormente a rischio sono quelle dell’est europeo, in particolare Bielorussia, Lettonia, Lituania, Russia e Ucraina che presentano tassi 15-16 volte superiori a quelli dell’Italia.
23 giugno 2011
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