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Aids. Simit: nell’ultimo anno aumentati i contagi Hiv, ma con terapia antiretrovirale e Prep è cambiata la storia dell’infezione


La terapia antiretrovirale permette di cronicizzare l’infezione con miglioramento nella sopravvivenza e della qualità di vita. I nuovi dati ISS mostrano il problema delle diagnosi tardive, ancora numerose. Le nuove sfide vogliono garantire l’invecchiamento della popolazione. A Napoli il congresso degli infettivologi

29 NOV -

In Italia, le nuove diagnosi di HIV mostrano un trend in crescita: il picco negativo del 2020, dovuto alla riduzione degli screening per la pandemia, è stato seguito da un incremento costante. Nel 2023 si contano 2.349 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a un’incidenza di 4,0 nuove diagnosi per 100.000 residenti. Questo il dato principale emerso dal Notiziario volume 37, n. 11 - novembre 2024, redatto dal Centro Operativo AIDS (COA) dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS), con il contributo di alcuni componenti del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute e i referenti della Direzione Generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della salute. Tuttavia, il quadro rispetto al passato è profondamente mutato, grazie ai successi della terapia antiretrovirale e della Profilassi Pre-Esposizione (PrEP). Questi alcuni degli spunti che emergono alla vigilia della Giornata Mondiale contro l’AIDS del 1° dicembre e a pochi giorni dal XXIII Congresso della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT, che si terrà dal 2 al 5 dicembre a Napoli, presso il Centro Congressi Stazione Marittima.

Grazie alla terapia antiretrovirale, l’infezione da HIV può essere oggi considerata una condizione cronica, con una prospettiva di vita sempre più simile a quella della popolazione generale. Con una terapia regolare, la viremia può essere azzerata, rendendo il virus non trasmissibile: un principio noto come U=U (Undetectable = Untransmittable). Ciò non significa che l’HIV sia sconfitto, anzi, resta un ampio sommerso, come dimostrano le diagnosi tardive che emergono ogni anno, con pazienti talvolta già in AIDS: nel 2023, due terzi degli eterosessuali, sia maschi che femmine, e più della metà degli MSM sono stati diagnosticati con CD4<350 cell/µ.L.

Tra i traguardi più recenti raggiunti dalla ricerca, da una parte ci sono i farmaci a lunga durata, i cosiddetti long acting, che si possono somministrare nel paziente virologicamente soppresso; dall’altra si registrano i successi della duplice terapia, ossia a due farmaci, nel paziente naive (ossia non ancora trattato). “Il congresso internazionale HIV Glasgow 2024 ha proposto alcune significative novità – sottolinea la Prof.ssa Cristina Mussini, Vicepresidente SIMIT – Sono stati presentati i risultati dello studio DOLCE che confermano l’efficacia della terapia a due farmaci (dolutegravir/lamivudina) anche nei soggetti con diagnosi tardiva, addirittura nel 30% dei casi già in AIDS. Se in passato vi era il rischio di infiammazioni opportunistiche che potevano determinare l’AIDS, oggi la persona con HIV è maggiormente esposta a un’infiammazione cronica che può portare a patologie cardiovascolari o malattie degenerative, comorbidità con cui il paziente che invecchia deve fare i conti. Le nuove sfide per chi vive con l’HIV includono il miglioramento della qualità della vita, la gestione dell’invecchiamento e delle comorbidità, l’ottimizzazione delle interazioni farmacologiche. Queste nuove soluzioni terapeutiche non solo migliorano l’aderenza terapeutica, ma contribuiscono anche a ridurre lo stigma, offrendo soluzioni più pratiche e discrete”.

Un vaccino preventivo per l’HIV rappresenta un traguardo ancora distante, ma diversi studi di profilassi sulla PrEP e in particolare sulla sua versione “long acting” hanno mostrato risultati straordinari. “Nello studio PURPOSE 1 del 2024, con una somministrazione per via iniettiva ogni due mesi di Cabotegravir (la cui approvazione è oggetto di analisi da parte di AIFA) vi sono state zero infezioni – aggiunge Mussini - I risultati su Lenacapavir, recentemente pubblicati, hanno mostrato zero infezioni nelle donne e poche infezioni nella popolazione MSM: un dato che non sminuisce l’eccezionalità dei risultati, che sarebbero difficilmente conseguibili da qualsiasi vaccino. In Italia, la PrEP orale – attualmente l’unica disponibile – offre una protezione elevata (97%) contro l’HIV. Può essere assunta quotidianamente o "on demand", ossia in occasione di rapporti a rischio. Questi dati non devono portare a sottovalutare l’uso del preservativo, che resta uno strumento di prevenzione efficace nonché l’unico in grado di proteggere anche da altre Infezioni Sessualmente Trasmissibili, come clamidia, sifilide, gonorrea”.

“L’infezione da HIV, ancora oggi dopo oltre 40 anni dalla sua scoperta, rappresenta un tema di salute pubblica irrisolto, aggravato da una scarsa conoscenza e informazione sull’infezione e una limitata consapevolezza sulla prevenzione – evidenzia Vincenzo Esposito, copresidente del Congresso SIMIT - La giornata mondiale contro l’HIV/AIDS, istituita nel 1988, è stata la prima giornata mondiale della salute ed è un’opportunità fondamentale per sensibilizzare su questa infezione, per ricordare le vittime mietute dal virus per decenni e per celebrare i più recenti successi della ricerca, che hanno permesso di salvare tante vite e di guardare a orizzonti più ambiziosi. La Giornata Mondiale contro l’HIV/AIDS rappresenta un’occasione fondamentale per sensibilizzare l’opinione pubblica e richiamare l’attenzione di istituzioni e comunità scientifica sull’urgenza di una strategia condivisa. Tornare a parlare dell’HIV significa non solo combattere lo stigma e il pregiudizio che ancora lo circondano, ma anche promuovere lo screening, la prevenzione e l’accesso universale alle terapie. È tempo di riportare la lotta contro l’HIV al centro dell’agenda politico-sanitaria italiana e globale, affinché nessuno resti indietro”.

Per quattro giorni Napoli sarà Capitale dell’infettivologia, con oltre mille specialisti che dal 2 al 5 dicembre saranno presenti al Centro Congressi Stazione Marittima. L’HIV sarà una delle principali tematiche, considerando anche il peso dell’infezione in Campania, che è la quarta regione per nuove diagnosi nel 2023 (n.228), dopo Lombardia (n. 377), Lazio (n. 348), Emilia-Romagna (n. 253). Tra i vari temi, si parlerà anche di vaccini, influenza, Covid-19, antibiotico resistenza, infezioni correlate all’assistenza, epatiti, cambiamenti climatici e infezioni tropicali. I presidenti del congresso sono Prof. Nicola Coppola, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università della Campania; Vincenzo Esposito, Direttore UOC Malattie Infettive e Medicina di Genere Ospedale Cotugno - AO dei Colli, Napoli; Prof. Ivan Gentile, Professore Ordinario di Malattie Infettive, Università degli Studi Federico II, Napoli; Roberto Parrella, Presidente nazionale SIMIT e Direttore UOC Malattie Infettive ad indirizzo respiratorio AORN Ospedali dei Colli "Monaldi-Cotugno-CTO", Napoli.



29 novembre 2024
© Riproduzione riservata


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