Favorevoli all’eutanasia e alla fecondazione eterologa. Sempre più inclini a cambiare la propria dieta ad avvicinarsi a nuove abitudini alimentari con le diete “senza” (lattosio, zucchero, etc). Ma anche afflitti da sbalzi d’umore, con circa 3 persone su 10 che hanno cercato il supporto di uno psicologo e sempre più destinati a fare i conti nel futuro con deficit uditivi.
È questo solo un piccolo fotogramma della più ampia istantanea scattata dal Rapporto Italia 2024 dell’Eurispes, arrivato quest’anno alla 36a edizione. Un rapporto che affronta attraverso una lettura duale della realtà, temi che l’Eurispes ritiene rappresentativi della attualità politica, economica e sociale del nostro Paese.
Sul fronte dei tempi squisitamente etici, emerge che il 66,7% dei cittadini italiani è favorevole all’eutanasia, il 65,3% approva l’eutanasia in caso di demenza senile, ma solo se indicato dal soggetto nelle proprie disposizioni anticipate. Ancora, il 78,4% sostiene la necessità di poter aderire al testamento biologico, mentre il suicidio assistito raccoglie il 47,8% dei favorevoli.
Per quanto riguarda la maternità, il 60% dice sì alla fecondazione eterologa, mentre la possibilità di ricorre al cosiddetto “utero in affitto” conquista una percentuale decisamente più bassa di italiani (37,1%), lo stesso accade per l’ipotesi dell’utero artificiale (39,9%).
Sul tema dell’ampliamento dei diritti civili, la possibilità di contrarre matrimonio tra persone dello stesso sesso vede favorevoli il 64,5% degli italiani, che in misura anche maggiore (il 69,3%) concordano con la tutela giuridica delle coppie di fatto indipendentemente dal sesso. L’adozione di bambini anche per le coppie omosessuali continua a non essere del tutto condivisa (54,5%), anche se nel tempo le posizioni favorevoli sono notevolmente aumentate nel corso degli anni (+23,4% rispetto al 2019). L’adozione anche per i single, rispetto alla stessa possibilità per gli omosessuali, trova un maggior indice di gradimento (61,5%). Il riconoscimento dei figli di coppie dello stesso sesso (adozione del figlio del partner o dei figli nati con fecondazione eterologa o con gestazione per altri, consentite all’estero) vede gli italiani favorevoli nel 58,4% dei casi.
Rispetto alla possibilità di autorizzare il cambiamento di sesso tramite autodichiarazione dell’interessato, anche senza certificazioni mediche, solo quattro italiani su dieci sono d’accordo (40,7%). Sul riconoscimento delle identità di genere che non si rispecchiano nel femminile o nel maschile, il consenso supera la metà delle indicazioni (53,5%). Infine, legalizzazione delle droghe leggere e della prostituzione sono un’idea lontana per la maggior parte dei cittadini (i favorevoli, in entrambi i casi, non superano la metà del campione).
Gli sbalzi d’umore hanno rappresentato uno stato emotivo condiviso dal 60% degli italiani: circa 3 su 10 hanno cercato il supporto di uno psicologo. Secondo i dati rilevati dall’Eurispes, nell’ultimo anno quasi 1 italiano su 5 ha assunto farmaci come ansiolitici, antidepressivi, stabilizzatori dell’umore, antipsicotici (19,8%). Ansiolitici e tranquillanti sono tra i farmaci psicotropi più utilizzati (85,1%). Circa 3 italiani su 10 hanno cercato il supporto di uno psicologo (29,7%). Il 10,3% ha seguito sedute di terapia online. Una percentuale più bassa ha sperimentato la terapia psichiatrica (7,6%) oppure ha partecipato a terapie psicologiche di gruppo (6,7%). Il 5,3% ha indicato di aver frequentato centri di sostegno per le dipendenze. Pochi hanno praticato l’ipnosi (3,5%).
Nel corso dell’ultimo anno, gli sbalzi d’umore hanno rappresentato uno stato emotivo condiviso dal 60% degli italiani. Diffuse in egual modo l’insonnia (59%) e la sensazione di sentirsi depressi (58,9%). Inoltre, il 38% ha dichiarato di aver avuto crisi di panico. Tra tutti, i ragazzi tra i 18 e i 24 anni di età sono i più colpiti da sbalzi d’umore (72,7%), sintomi depressivi (71%), crisi di panico (51,2%).
La dieta degli italiani continua a cambiare, nascono nuove abitudini e tendenze, si affermano nuovi consumi alimentari. È vegetariano il 7,2% degli italiani, seguiti dal 2,3% di chi si dichiara vegano (complessivamente il 9,5%, erano il 6,6% nel 2023). Il 5% dichiara di essere stato vegetariano in precedenza. Tra i vantaggi di questa alimentazione ci sarebbero la sensazione di una migliore condizione fisica (86,4%), la facilità di mantenere il peso forma (73,3%), maggiore creatività in cucina (66,5%). Rimpiange invece i sapori dell’alimentazione “tradizionale” il 39,8%.
Il 36,1% dei vegetariani/vegani non si sente “mai” infastidito in presenza di persone che mangiano carne/pesce, ma nel complesso il 63,8% dice di esserlo “qualche volta”, “spesso” o “sempre”. Solo il 23,6% non ha mai notato un atteggiamento negativo e intollerante nei suoi confronti, mentre il 76,4% riporta episodi di questo tipo, anche se con diversa frequenza. Sull’altro versante, sembrerebbe esserci più tolleranza: infatti, l’86,8% di chi è onnivoro dichiara di sentirsi per nulla o poco infastidito in presenza di persone che seguono un’alimentazione vegetariana/vegana.
Tra le nuove abitudini alimentari anche le diete “senza” sempre più diffuse: i più consumati sono gli alimenti senza lattosio (30,9%), gli alimenti senza zucchero (25%), senza glutine (21%), senza lievito (18,3%) e senza uova (13,8%). Ad acquistarli sono soprattutto coloro che non sono intolleranti rispetto a coloro che hanno un’intolleranza certificata.
Tra le altre opzioni alimentari proposte, il 33,5% degli italiani dichiara di utilizzare spesso e abitualmente i mix di frutta secca e semi, il 25,2% gli alimenti proteici, il 23,5% i semi (lino, girasole, canapa, ecc.) e il 22,6% gli integratori alimentari. Gli alimenti contenenti cannabis vengono utilizzati nel 19,6% dei casi.
Entro il 2050 quasi 1 persona su 4 avrà un deficit uditivo Per una serie di fattori ambientali e per l’invecchiamento della popolazione, entro il 2050 quasi 1 persona su 4 potrebbe avere una qualche forma di deficit uditivo. La sordità di carattere ereditario rappresenta circa il 50% dei casi.
Stanno anche aumentando i minori con disabilità. Infatti, ricorda il Rapporto “secondo i dati Istat 2022/23, gli alunni con disabilità nella scuola italiana sono circa 338mila, il 4,1% del totale degli studenti (con un incremento del 7% rispetto all’anno scolastico precedente). Le disabilità visiva o uditiva interessano circa l’8% degli studenti, con differenze poco rilevanti tra i vari gradi di istruzione.
L’incremento di bambini e ragazzi con `bisogni speciali´ richiede alle scuole di ogni ordine e grado l’impiego di un numero sempre maggiore di risorse umane con una formazione specifica: insegnanti di sostegno (aumentati del 10% nell’anno scolastico 2022/2023) ed assistenti alla comunicazione, professionisti specializzati nell’ambito della disabilità uditiva. La maggiore difficoltà è riscontrata dagli alunni con disabilità nella comunicazione (21%): meno nello spostarsi (13%) e nel mangiare (9%) (dati Istat 2023). Nel 2021, le organizzazioni no profit che hanno dichiarato di rivolgere i propri servizi e attività a favore dei minori sono circa 65.000 (quasi il 18% del totale): tra queste, il 53% opera nel settore sportivo, l’11% in quello delle attività ricreative e di socializzazione».
Solo nel 2021 l’Italia, tra gli ultimi Paesi in Europa, sottolinea infine il Rapporto ha riconosciuto ufficialmente la lingua dei segni italiana (Lis), come lingua minoritaria, promuovendone la tutela. Negli ultimi anni la normativa internazionale - con la convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità (2007) e, in Italia, con la legge 104/92 - tende a porre l’attenzione soprattutto sulla dimensione sociale della disabilità e su tutto ciò che può amplificarla o, al contrario, ridurla.