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Gli Italiani e il virus, tra rinunce e paure: il 57,8% approva restrizioni libertà personali e il 77% chiede pene severissime per chi sgarra


04 DIC - “Spaventata, dolente, indecisa tra risentimento e speranza: ecco l’Italia nell’anno della paura nera, l’anno del Covid-19”, così la vede il Censis nel suo 54° Rapporto.
 
Il 73,4% degli italiani indica nella paura dell’ignoto e nell’ansia conseguente il sentimento prevalente in famiglia.
 
In questi mesi, il 77% ha visto modificarsi in modo permanente almeno una dimensione fondamentale della propria vita: lo stato di salute o il lavoro, le relazioni o il tempo libero.
 
“Lo Stato, pur percepito come impreparato di fronte all’ondata dei contagi, si è palesato come il salvagente a cui aggrapparsi nel massimo pericolo. Ma, oltre al ciclopico debito pubblico – si legge nel Rapporto - le scorie dell’epidemia saranno molte, diversificate e di lungo periodo”.
 
A cosa sono disposti a rinunciare gli italiani per il Covid? Ecco cosa ha rilevato il Censis:
- il 57,8% degli italiani è disposto a rinunciare alle libertà personali in nome della tutela della salute collettiva, lasciando al Governo le decisioni su quando e come uscire di casa, su cosa è autorizzato e cosa non lo è, sulle persone che si possono incontrare, sulle limitazioni della mobilità personale;
 
- il 38,5% è pronto a rinunciare ai propri diritti civili per un maggiore benessere economico, introducendo limiti al diritto di sciopero, alla libertà di opinione, di organizzarsi, di iscriversi a sindacati e associazioni.
 

 
La grande paura e la reazione verso chi “non rispetta le regole”. “La paura pervasiva dell’ignoto porta alla dicotomia ultimativa: “meglio sudditi che morti”, scrive il Censis. E tutto questo “porta a vite non sovrane, volontariamente sottomesse al buon Leviatano”.
 
E per il Censis, “cresce allora il livore della logica “o salute o forca” e così il 77,1% degli italiani chiede pene severissime per chi non indossa le mascherine di protezione delle vie respiratorie, non rispetta il distanziamento sociale o i divieti di assembramento.
 
Il 76,9% è fermamente convinto che chi ha sbagliato nell’emergenza, che siano politici, dirigenti della sanità o altri soggetti, deve pagare per gli errori commessi, che hanno provocato la diffusione del contagio negli ospedali e nelle case di riposo per gli anziani.
 
Il 56,6% vuole addirittura il carcere per i contagiati che non rispettano rigorosamente le regole della quarantena e dell’isolamento, e così minacciano la salute degli altri.
 
Il 31,2% non vuole che vengano curati (o vuole che vengano curati solo dopo, in coda agli altri) coloro che, a causa dei loro comportamenti irresponsabili o irregolari, hanno provocato la propria malattia e il 49,3% dei giovani vuole che gli anziani siano curati dopo di loro.
 


04 dicembre 2020
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