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Martedì 09 NOVEMBRE 2021
Bindi, Turco e Dirindin: “Finita la pandemia la sanità è tornata nella parte bassa della classifica delle priorità e si rischia privatizzazione”

È quanto si legge nell'ultimo documento approvato a ottobre dal Direttivo nazionale dell'Associazione Salute Diritto Fondamentale dove siedono le due ex ministre della Salute e la ex parlamentare di Articolo 1. “La lezione della pandemia non è servita. Diversi indizi stanno anzi a indicare che è sempre più attuale il disegno di privatizzare la sanità italiana, iniettandovi generose dosi di mercato”. E gli indizi sono le "non" politiche del personale, il ritardo a riprendere le attività ordinarie, la concorrenza sleale con il privato e le strizzate d'occhio al modello lombardo. IL DOCUMENTO.

“Non basta il forte sentimento di gratitudine verso tutti gli operatori, che pure è doveroso: è necessario rafforzare la Sanità Pubblica. Ma lo scontro con la pandemia sembra non averci insegnato nulla. Passata la fase di crisi acuta la tendenza si è invertita, e la Sanità Pubblica, che si era rivelata così cruciale nella gestione dell’emergenza, non è più al centro delle priorità del Paese, fatto salva la campagna di vaccinazione. Il percorso ad oggi osservato sembra portare, al contrario, verso una sempre maggiore privatizzazione della sanità italiana, con conseguenze che non possono che suscitare profonda preoccupazione”, a dirlo è l’Associazione Salute Diritto Fondamentale in un suo documento approvato dal Consiglio direttivo a ottobre.
 
Per capire l’importanza politica di questo documento è bene ricordare che nel Consiglio siedono due ex ministre della salute del centro sinistra, Rosy Bindi, che è anche Presidente onorario dell’associazione, e Livia Turco e poi un’altra esponente di spicco di quel mondo, Nerina Dirindin, che dell’associazione è presidente.
 
Come ricorderete, già a metà settembre, Rosy Bindi con Nerina Dirindin e Marco Geddes da Filicaia, anche lui membro del direttivo dell’associazione, proprio qui su QS, parlarono del rischio di una “privatizzazione strisciante della sanità”, tesi ora riprese e argomentata in questo nuovo documento che alleghiamo insieme alle schede di approfondimento e a un commento di Geddes da Filicaia.
 
“Passata la fase acuta della pandemia, la sanità, che è stata, per molti anni, il portafoglio delle politiche di austerità, è ben presto tornata a occupare la parte bassa della classifica delle priorità del Paese” e “la conferma che non fosse in vista alcun rafforzamento del SSN – si legge nel documento - è arrivata già lo scorso aprile, quando il Governo ha reso note le previsioni di andamento della spesa sanitaria pubblica, pienamente confermate nella Nota di Aggiornamento del 29 settembre, nella quale è inserita perfino la previsione di un DDL per l’attuazione della autonomia differenziata!”.
 
“Questa pandemia – si legge ancora nel testo - ha invece messo in evidenza la necessità di una più solida cornice unitaria dei servizi sanitari regionali e di un potenziamento della capacità – politica e tecnica – di indirizzo programmatorio nazionale; è pertanto indispensabile espellere il tema Sanità dalla eventuale attuazione dell’autonomia regionale differenziata”.
 
“La lezione della pandemia non è servita. Diversi indizi stanno anzi a indicare che è sempre più attuale il disegno di privatizzare la sanità italiana, iniettandovi generose dosi di mercato”, ribadiscono nel documento i dirigenti dell’Associazione.
 
E gli indizi sono quelli che proprio Bindi, Dirindin e Geddes avevano anticipato qui su QS: il personale del Ssn al palo; la lentezza della ripresa dell’attività ordinaria; la concorrenza sleale tra pubblico e privato; il modello lombardo e l’idea di sanità territoriale.
 
“In questi ultimi mesi dell’anno – conclude il documento - vi sono fondamentali scadenze: il Decreto ministeriale per l’identificazione del modello organizzativo della rete territoriale; la legge di bilancio 2022; la legge sulla concorrenza”.
 
“È pertanto indispensabile correggere rapidamente questi indizi – sottolinea ancora l’Associazione - che delineano una china scivolosa verso una diffusa privatizzazione, messa in atto consapevolmente da alcuni e percorsa – inconsapevolmente – da altri”.

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