quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Lunedì 08 NOVEMBRE 2021
Stabilizzazione precari per tutti tranne che per i ricercatori
GentIle Direttore,
negli ultimi giorni abbiamo avuto modo di leggere, anche su Quotidiano Sanità, che nella prossima Legge di Bilancio sarà prevista la stabilizzazione del personale sanitario assunto a tempo determinato nel 2020-2021 per la lotta al Covid (50mila sanitari fra medici ed infermieri).
Con rinnovato stupore, notiamo che, per l’ennesima volta, nell’elenco del personale da stabilizzare sembrerebbero non essere inclusi i ricercatori sanitari ed il personale della ricerca degli IRCCS e IZS pubblici italiani, molti dei quali hanno attivamente lavorato nei propri istituti per fronteggiare l’emergenza legata al Covid.
Ricordiamo anche che il personale precario della ricerca assunto presso IRCCS e IZS, che aveva alle spalle anni di contratti atipici (fino a 30 anni senza tutela alcuna), ha ora un contratto a tempo determinato di 5 anni del CCNL Sanità nel Ruolo della Ricerca, la c.d. Piramide della Ricerca, e che i primi assunti con tale contratto sono stati contrattualizzati a dicembre 2019.
ARSI chiede che non ci si dimentichi di considerare tra i dipendenti del servizio sanitario che beneficeranno della stabilizzazione promessa nella prossima Legge di Bilancio, anche i ricercatori e il personale collaboratore della ricerca assunti a tempo determinato negli IRCCS e IZS pubblici (circa 1700-1800 persone).
Ricordando le innumerevoli lodi che, in varie occasioni, il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Presidente del Consiglio Mario Draghi (recentemente al G20 di Roma) ed il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella hanno elargito ai ricercatori italiani, fra cui moltissimi precari, che hanno contribuito a studiare il virus SARS-CoV-2, e che quotidianamente lavorano nell’ombra per la cura di malattie rare e invalidanti (tumori, malattie genetiche del bambino e dell’adulto, patologie degenerative, etc..), riteniamo che questa norma non possa non tenere in considerazione i lavoratori della ricerca sanitaria pubblica.
Nella speranza che alle promesse fatte e alle parole di riconoscimento spese per i ricercatori sanitari facciano seguito anche i fatti, auspichiamo che il Governo ed il Ministero della Salute assicurino la stabilità contrattuale a tutti quelli che si impegnano da anni per migliorare le cure e l’assistenza sanitaria di questo paese.
Associazione dei Ricercatori in Sanità Italia, ARSI
© RIPRODUZIONE RISERVATA