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Martedì 19 OTTOBRE 2021
Tumore al seno. Colpiti ogni anno anche 500 uomini
Emblematico il caso di Roberto, curato dai medici dell’Istituto Oncologico Veneto. “Oggi è la Giornata mondiale per la prevenzione del tumore al seno, occasione per incentivare la cultura della prevenzione, che deve essere promossa a tutti i livelli, senza distinzioni di genere”, ha ricordato la Dg Benini dello Iov Irccs
Non solo donne. Il tumore al seno viene considerato una malattia prettamente femminile, in realtà può svilupparsi anche nei maschi nonostante l’incidenza sia molto rara, stimata nello 0,5% di tutte le neoplasie alla mammella. Pure nell’uomo, infatti, sono presenti piccole quantità di tessuto mammario che, come succede nella donna, possono mutare e dare il via alla formazione del cancro e alla sua successiva diffusione negli organi a distanza. Ogni anno si stimano a livello italiano circa 500 nuovi casi di tumore della mammella che colpiscono gli uomini, contro gli oltre 50mila delle donne.
A puntare i riflettori sulla patologia è l’Istituto Oncologico Veneto (Iov), che in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del tumore al seno ha voluto raccontare la storia di Roberto, 74 anni, residente a Legnaro in provincia di Padova.
“Era l’estate del 2019 – racconta Roberto – quando, sotto la doccia, ho sentito manualmente un piccolo nodo sul torace. Ho subito fatto un’ecografia, dalla quale è emerso che c’era qualcosa, poi approfondito con la mammografia, e là i medici dell’Istituto Oncologico Veneto hanno scoperto il tumore. Nel giro di pochi giorni sono stato sottoposto a intervento chirurgico e mi hanno asportato tutto quello che c’era da togliere. Per fortuna la malattia era localizzata. Adesso sono sempre monitorato, mi sottopongo a controlli ogni sei mesi e tutti i giorni prendo una pastiglia. Sono trascorsi due anni da quel giorno di inizio settembre quando, scoprendo il cancro, presi paura, ma non mi sono perso d’animo. Adesso continuo a lottare: ho vinto la prima battaglia, spero di vincere anche la guerra”. “Non bisogna mai sottovalutare i segnali che il nostro organismo ci lancia – ha quindi concluso – Io mi sono accorto di quel nodo dalla sera alla mattina, e fortunatamente mi sono mosso subito. Allo IOV sono stati fantastici, e continuano ad esserlo”.
“Nell’uomo il rischio di carcinoma della mammella è molto basso anche se non assente. Se poi è presente una mutazione genetica come quella del BRCA 1 o 2, tale rischio aumenta anche di 10-20 volte. Per questo non vanno sottovalutate – sottolinea Stefania Zovato, responsabile dell’Uosd Tumori ereditari dello IOV – la possibilità e l’opportunità di estendere il test genetico per tali mutazioni, quando note in famiglia, anche ai soggetti maschi di quel nucleo familiare e di eseguire lo stesso a tutti gli uomini con diagnosi di carcinoma alla mammella”.
“Oggi è la Giornata mondiale per la prevenzione del tumore al seno, istituita per sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione nella lotta al tumore al seno, confermandosi la neoplasia più diffusa nel genere femminile. Ma come ben vediamo – rileva il Direttore generale dello Iov Irccs, Patrizia Benini – la malattia non è esclusiva prerogativa delle donne, avendo anche un’incidenza, seppur molto bassa, tra gli uomini. La cultura della prevenzione deve essere quindi promossa a tutti i livelli, senza distinzioni di genere. I progressi della ricerca per la diagnosi e la cura del cancro al seno hanno portato oggi all’87% la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi. Porre l’attenzione a piccoli segnali, come ad esempio l’insorgenza di un nodulo nella zona mammaria, mette in sicurezza anche gli uomini da una malattia potenzialmente seria e accresce le possibilità di guarigione”.
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