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Lunedì 18 OTTOBRE 2021
Covid. Sindacati contro attivazione dei “punti tampone” nei Pronto Soccorso del padovano
L’Aou di Padova ha attivato un servizio di esecuzione tamponi notturni nei tre Pronto Soccorso provinciali. Per i sindacati della Dirigenza medica e sanitaria e del Comparto una scelta irricevibile, che crea “disagi sotto più profili, non ultimo quello sulla sicurezza, essendo il servizio previsto evidentemente rivolto a cittadini non vaccinati, con problemi di spazi, percorsi, assembramenti e attese, e implicazioni medico legali”.
Le Organizzazioni sindacali della Dirigenza medica e sanitaria e del Comparto (Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo, Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Area Medica Fp-Cgil, Cisl e Uil-Fpl) della provincia di Padova si schierano contro “le recenti disposizioni dell'Azienda Ospedale-Università di Padova che dal 16 ottobre, e senza confrontarsi coi sindacati come doveroso, hanno previsto un servizio di esecuzione tamponi notturni per sars-cov-2 su prenotazione o su autopresentazione nei tre Pronto Soccorso padovani”.
Disposizioni “irricevibili” per i sindacati. E “assolutamente non coerenti con gli obblighi di un Pronto Soccorso, procedure non previste da alcuna normativa, creando solo disagi sotto più profili, non ultimo quello sulla sicurezza dei pazienti in cura e del personale (legge 81/2008), essendo il servizio previsto evidentemente rivolto a cittadini non vaccinati, con problemi di spazi, percorsi, assembramenti e attese, e implicazioni medico legali”
“Siamo consapevoli - osservano i sindacati in una nota - della necessità di migliorare i servizi ai cittadini, ma se si vuole fornire questo tipo di iniziative, devono prevedersi sedi dedicate specie in un centro HUB, non il Pronto Soccorso, che non può certo lavorare con attività programmate".
Anaao Assomed, Aaroi Emac, Cimo, Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Area Medica Fp-Cgil, Cisl e Uil-Fpl evidenziano come ai sensi di legge il datore di lavoro dovrebbe garantire sicurezza, “non aumentare i rischi sulla salute dei lavoratori e deve garantire il benessere organizzativo; deve inoltre garantire la peculiarità e la funzionalità del Pronto Soccorso, che non deve essere usato in modo strumentale per colmare carenze e disservizi, né essere trattato alla stregua di un negozio, dove poter vendere servizi praticamente a costo zero e in iso-risorse guadagnando sui ticket, senza tenere conto di una programmazione che consideri limiti strutturali e di personale”.
“Dopo oltre un anno di pandemia il personale, in carenza cronica ma sempre disponibile ad affrontare con abnegazione e rinunce ogni tipo di emergenza, non può accettare supinamente la gestione di attività non idonee con aggravio di lavoro e responsabilità ingiustificate oltre ai propri obblighi istituzionali, e che ne minano sicurezza, benessere lavorativo e organizzativo”, mettono in chiaro i sindacati. “Se si vuole rompere la fiducia tra lavoratori e datore di lavoro, continuare a derubricare il ruolo e il lavoro del Pronto Soccorso invece di migliorarne la funzione e la mission, ed aumentarne lo stillicidio di personale, questa è la strada”.
Chiesta, dunque, l'immediata revoca delle disposizioni. “Diversamente, ci troveremo costrette a mettere in atto azioni a tutela dei diritti dei lavoratori".
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