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Giovedì 22 LUGLIO 2010
Maternità: è troppo povera, i giudici le tolgono il neonato
Per il sottosegretario Roccella la vicenda “dimostra ancora una volta la poca attenzione data dalla società alla maternità e al rapporto fra madre e figlio”.
Le tolgono il figlio appena nato perché è troppo povera. La decisione è arrivata dal Tribunale per i minori di Trento ed è stata resa nota dallo psicologo e psicoterapeuta Giuseppe Raspadori, consulente tecnico di parte del Tribunale, che - come riporta la testata l’Adige - in una conferenza stampa ha criticato il meccanismo con cui i giudici dei minori applicano la sospensione della potestà genitoriale. “La giovane, senza problemi di tossicodipendenza e con un reddito mensile di 500 euro, aveva scelto di tenere il figlio chiedendo un affido condiviso per il bimbo che momentaneamente non era in grado di mantenere”, ha detto Raspadori. “A questo punto però il Tribunale, senza interpellarla, ha dato avvio alla procedura di adottabilità, levandole il figlio alla nascita”. Solo dopo un mese la giovane si è potuta incontrare con il giudice, il quale ha deciso di avviare una perizia sulle “capacità genitoriali” della madre. “Una beffa – secondo Raspadori -, perché in questo modo la ragazza, cui è stato sottratto il diritto di essere madre dal primo momento, rivedrà il proprio figlio solo dopo otto mesi, con buona pace della fase primaria dell'attaccamento e della giustizia per il minore”
Sul caso è intervenuta anche il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella, che in una nota afferma come la decisione di sottrarre un figlio a una madre “perché il suo reddito è troppo basso dimostra ancora una volta la poca attenzione data dalla società alla maternità e al rapporto fra madre e figlio. Bisogna naturalmente accertare come siano andati i fatti e attendere le motivazioni della sentenza – sottolinea il sottosegretario -, ma la scelta di una donna che vive con 500 euro al mese di rifiutare la proposta di abortire è un gesto di coraggio che andrebbe sostenuto e valorizzato. Spostare continuamente l'attenzione sugli aspetti economici della genitorialità svilisce la centralità dell'amore materno per il benessere di un bambino e per la sua crescita. Chi ha preso la decisione estrema di separare alla nascita un bambino da sua madre non può non considerare il danno fatto alla mamma e soprattutto al bambino, che al centro del suo mondo ha la relazione speciale che si sviluppa con la madre nei primi mesi di vita, anche attraverso l'allattamento. Mi auguro – conclude Roccella - che questa mamma possa presto riabbracciare il suo bambino".
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