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Venerdì 15 OTTOBRE 2021
Ministeri Salute e Economia al lavoro per valutare impatto su Regioni per aumento prezzi dispositivi protesici
I rincari del prezzo di taluni dispositivi medici in ragione dell'aumento dei prezzi di materie prime, componentistica e trasporti potrebbe comportare un aumento della relativa voce di costo nei bilanci regionali. "A fronte di tale evenienza il Ministero della salute, d'intesa con il Mef, assumerà le iniziative più opportune per assicurare alle regioni le risorse finanziarie necessarie a garantire la fornitura dei dispositivi medici". Così il sottosegretario Costa rispondendo alle interrogazioni di Bologna (CI) e Novelli (FI).
"In merito ai rincari del prezzo di taluni dispositivi medici in ragione dell'aumento dei prezzi di materie prime, componentistica e trasporti, questi avrebbero l'effetto di non rendere più conveniente per le imprese partecipare a procedure ad evidenza pubblica in cui il prezzo a base di gara è stato calcolato mediante parametri che rendono lo stesso non più remunerativo. Qualora gli aumenti segnalati dovessero determinare effettive difficoltà negli approvvigionamenti, la necessità di garantire comunque ai pazienti i relativi dispositivi medici potrebbe comportare un aumento della relativa voce di costo nei bilanci regionali. A fronte di tale evenienza il Ministero della salute, d'intesa con il Mef, assumerà le iniziative più opportune per assicurare alle regioni le risorse finanziarie necessarie a garantire la fornitura dei dispositivi medici".
Così il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, rispondendo ieri in Commissione Affari Sociali alla Camera a due interrogazioni sul tema presentata da Fabiola Bologna (CI) e Roberto Novelli (FI).
Di seguito la risposta integrale del sottosegretario Costa.
"Si risponde congiuntamente alle interrogazioni parlamentari in esame, per l'analogia dei loro contenuti. In merito alla questione richiamata, si ricorda che l'articolo 17 del DPCM 12 gennaio 2017 garantisce ai soggetti riconosciuti invalidi o in attesa di riconoscimento dell'invalidità, indicati nell'articolo 18 dello stesso decreto, l'erogazione di protesi, ortesi ed ausili tecnologici a correzione o a compensazione di menomazioni o disabilità funzionali, al fine di potenziare le abilità residue e promuovere l'autonomia dell'assistito.
Gli elenchi delle prestazioni e delle tipologie di dispositivi la cui erogazione è posta a carico del Servizio Sanitario Nazionale sono contenuti nell'Allegato 5 del medesimo DPCM.
In tale nomenclatore vi sono:
a) le protesi e le ortesi costruite o allestite su misura (elenco 1);
b) gli ausili tecnologici di fabbricazione continua o di serie (elenco 2A);
c) gli ausili tecnologici di fabbricazione continua o di serie, pronti per l'uso, che non richiedono l'applicazione da parte del professionista sanitario abilitato (elenco 2B).
Tuttavia, è previsto dallo stesso DPCM che le disposizioni in materia di erogazione di dispositivi protesici inclusi nell'elenco 1 entrino in vigore dalla data di pubblicazione del decreto del Ministro della salute di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, previa intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, per la definizione delle tariffe massime delle prestazioni previste dalle medesime disposizioni. Non essendo stato ancora emanato tale decreto, il citato elenco 1 non è in vigore.
Pertanto, al momento attuale, le modalità di erogazione delle prestazioni di assistenza protesica vengono disciplinate dalle disposizioni normative contenute nel decreto ministeriale 27 agosto 1999, n. 332, «Regolamento recante norme per le prestazioni di assistenza protesica erogabili nell'ambito del Servizio sanitario nazionale: modalità di erogazione e tariffe.».
In merito ai rincari del prezzo di taluni dispositivi medici in ragione dell'aumento dei prezzi di materie prime, componentistica e trasporti, gli interroganti evidenziano una criticità riferibile a dinamiche di mercato, che potrebbe avere effetti sulla capacità di risposta delle imprese alle richieste di approvvigionamento provenienti dai Sistemi sanitari regionali.
Gli aumenti avrebbero l'effetto di non rendere più conveniente per le imprese partecipare a procedure ad evidenza pubblica in cui il prezzo a base di gara è stato calcolato mediante parametri che rendono lo stesso non più remunerativo. Ciò, senza avere effetti sulle caratteristiche dei dispositivi coinvolti (che rimangono rispondenti alle norme di riferimento a prescindere dal loro valore di mercato), potrebbe anche generare richieste di revisione dei prezzi per le commesse già aggiudicate, rispetto alle quali i Sistemi sanitari regionali dovrebbero intervenire.
Qualora gli aumenti segnalati dovessero determinare effettive difficoltà negli approvvigionamenti, la necessità di garantire comunque ai pazienti i relativi dispositivi medici potrebbe comportare un aumento della relativa voce di costo nei bilanci regionali.
A fronte di tale evenienza il Ministero della salute, d'intesa con il MEF, esperiti i necessari approfondimenti istruttori con le regioni al fine di acclarare il reale impatto della dinamica dei prezzi sul sistema degli acquisti, assumerà le iniziative più opportune per assicurare alle regioni le risorse finanziarie necessarie a garantire la fornitura dei dispositivi medici".
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