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Venerdì 01 OTTOBRE 2021
Con il lockdown oltre un milione in più di fumatori e il 44% degli italiani è aumentato di peso. Medicina e sport insieme per un Piano Marshall della prevenzione
L'iniziativa animata dal Forum Permanente sul Sistema Sanitario Nazionale nel post Covid insieme al Coni. Cognetti: "Ci stiamo rendendo conto che la pandemia, oltre ai 130.000 decessi, rischia di provocare un’altra epidemia legata agli scorretti stili di vita che i cittadini hanno adottato in un anno e mezzo di lockdown". Malagò: "Lo sport si schiera a fianco della scienza per sensibilizzare tutti i cittadini".
Alla pandemia da coronavirus rischia di seguire un’epidemia di malattie causate da stili di vita scorretti, dai tumori alle patologie reumatologiche fino a quelle cardiovascolari come infarto e ictus. Le conseguenze dei lunghi mesi di lockdown sono chiare.
Nel 2021, si conta oltre un milione di fumatori in più rispetto al passato (hanno raggiunto gli 11,3 milioni, pari al 26,2% della popolazione rispetto al 23,3% di gennaio 2020). Il 44% dei cittadini è aumentato di peso fra smart working e riduzione dell’attività fisica a seguito della chiusura di palestre e piscine (l’incremento è stato in media di ben 4 Kg). Inoltre, nel 2020 si sono registrati aumenti del 23,6% fra i maschi e del 9,7% delle femmine del consumo eccessivo di alcol in grado di mettere a rischio la salute.
Dati allarmanti, che devono portare la prevenzione in cima alla lista delle priorità. Per questo le società scientifiche riunite nel “Forum Permanente sul Sistema Sanitario Nazionale nel post Covid” lanciano, insieme al mondo dello sport rappresentato dal CONI, un vero e proprio “Piano Marshall” per promuovere gli stili di vita sani, un progetto a 360 gradi rivolto a tutti i cittadini. Il progetto è stato presentato oggi in una conferenza stampa nella Sala Giunta del CONI.
“Il ‘Forum’ è composto da 19 società scientifiche delle principali aree terapeutiche (oncologia, cardiologia, ematologia, reumatologia, neurologia, ginecologia, urologia, chirurgia) che, per la prima volta, si sono riunite per affrontare il post Covid – spiega Francesco Cognetti, Coordinatore del ‘Forum’ e Presidente Fondazione Insieme contro il Cancro -. Abbiamo realizzato un corposo documento, inviato al Presidente del Consiglio e al Ministro della Salute avanzando proposte concrete per ridisegnare il Sistema Sanitario Nazionale e risolvere i grandi temi emersi con il coronavirus a partire dalla carenza strutturale di medici, dalla modernizzazione degli ospedali e dalla riorganizzazione della medicina del territorio”.
“Nel 2020 - sottolinea Cognetti - sono stati oltre 1,3 milioni i ricoveri in meno rispetto al 2019, quelli di chirurgia oncologica sono diminuiti dell’80% nell’attività programmata e, per l’area cardiovascolare, il calo è stato di circa il 20%. Allo stesso tempo, ci stiamo rendendo conto che la pandemia, oltre ai 130.000 decessi, rischia di provocare un’altra epidemia legata agli scorretti stili di vita che i cittadini hanno adottato in un anno e mezzo di lockdown”.
“Lanciamo un ‘Piano Marshall’ articolato dedicato alla prevenzione – continua Cognetti -. Partiamo con una campagna social molto ampia, per poi andare negli stadi e nei palazzetti dello sport prima delle partite, per distribuire opuscoli e materiale realizzato ad hoc. Un modo per incontrare e informare i cittadini. Diffonderemo manifesti negli ospedali per sensibilizzare pazienti e familiari. Organizzeremo anche appuntamenti nelle piazze dove incontreremo cittadini di tutte le età”.
Anche perché, ricordano i promotori dell'iniziativa, cancro è la più curabile e prevenibile delle patologie croniche: il 40% dei tumori, pari a oltre 150mila casi ogni anno in Italia, è evitabile grazie a stili di vita sani. Fattori di rischio comportamentali e, quindi, modificabili sono responsabili ogni anno di circa 65.000 decessi oncologici. Il fumo è il fattore di rischio con maggiore impatto, a cui sono riconducibili almeno 43.000 decessi annui per cancro. E i tabagisti hanno da due a quattro volte più probabilità di sviluppare una malattia cardiovascolare rispetto ai non fumatori. Tra tutti i decessi causati dalle malattie cardiovascolari, circa uno su cinque è connesso al fumo. E ben il 20% dei tumori è causato dalla sedentarietà.
“Lo sport si schiera a fianco della scienza per sensibilizzare tutti i cittadini – ha detto Giovanni Malagò, Presidente CONI -. L’OMS raccomanda di praticare almeno centocinquanta minuti, cioè due ore e mezza di attività fisica moderata ogni settimana, come camminare o andare in bicicletta. L’American Cancer Society ha aggiornato le linee guida per la prevenzione oncologica, raddoppiando il tempo da dedicare al movimento. Il documento esorta gli adulti a praticare tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica di moderata intensità o tra i 75 e i 150 minuti di attività fisica intensa a settimana. Purtroppo in Italia, i dati pre pandemia, aggiornati al 2019, mettevano già in luce la scarsa attitudine di buona parte dei cittadini nei confronti del movimento: il 35% della popolazione non pratica alcuna attività sportiva, Ma queste percentuali sono peggiorate a seguito delle restrizioni imposte dalla pandemia. Ora dobbiamo impegnarci per far tornare tutti a praticare sport con continuità”.
“Uno studio internazionale che ha coinvolto circa un milione e mezzo di persone e 26 tipologie di carcinoma ha evidenziato come l’attività fisica riduca di più del 20% l’incidenza di sette tipi di neoplasie: il cancro dell’esofago, endometrio, rene, polmone, fegato, gastrico e la leucemia mieloide – sottolinea Giovanni Scambia, Direttore scientifico Fondazione Policlinico Universitario Gemelli di Roma e Past President Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia -. Una riduzione di incidenza tra il 10% ed il 20% riguarda il rischio per altre sei tipologie, tra cui i tumori della mammella, della testa e del collo, del retto, della vescica e il mieloma”.
“La prevenzione - è sempre Scambia a parlare - è un percorso che deve accompagnarci in tutte le età e deve essere sempre più personalizzata in base alle caratteristiche individuali. In particolare nelle donne, a ogni fase della vita corrispondono programmi specifici, dalla vaccinazione anti HPV nell’adolescenza, all’adesione in età adulta ai programmi di screening mammografico e al Pap test per la prevenzione del tumore del collo dell’utero e, nelle persone che presentano familiarità per neoplasie della mammella o dell’ovaio, i controlli ginecologici, ecografici e mammografici devono iniziare dai 30 anni. Gli stili di vita sani, in particolare attività fisica e controllo del peso, vanno mantenuti per tutta la vita, anche in post menopausa, e svolgono un ruolo importante nella riduzione del rischio di recidiva nelle persone che hanno ricevuto la diagnosi di tumore”.
“Purtroppo, durante il primo lockdown, gli screening oncologici hanno subito numerose cancellazioni e ritardi e non sono al momento disponibili dati relativi all’entità del loro recupero – sottolinea Riccardo Masetti, Presidente Susan G. Komen Italia -. Nel 2020 sono stati eseguiti oltre due milioni e mezzo (precisamente 2.532.035)) esami di screening in meno rispetto al 2019. Ritardi che si stanno accumulando e che si traducono in una netta riduzione non solo delle nuove diagnosi di tumore della mammella (3.324 in meno) e del colon-retto (1.300 in meno), ma anche delle lesioni che possono essere una spia di quest’ultima neoplasia (7.400 adenomi avanzati del colon-retto non individuati) o del cancro della cervice uterina (2.782 lesioni CIN 2 o più gravi non diagnosticate). Dal punto di vista clinico già da mesi osserviamo con frequenza neoplasie della mammella più avanzate alla prima diagnosi rispetto al passato ed è prevedibile un aumento della mortalità per cancro nel prossimo futuro nel nostro Paese. È importante sensibilizzare i cittadini anche sul ruolo della prevenzione secondaria, che permette di individuare neoplasie in fase precoce quando le possibilità di guarigione sono elevate”.
Il “Piano Marshall” per la prevenzione ha un focus mirato in particolare ai giovani. La pandemia ha infatti determinato un incremento dei tabagisti under 18. Uno su 3 fra i 14 e i 17 anni ha già avuto contatto con il fumo di sigaretta e il 42% con la sigaretta elettronica. Non solo. L’isolamento causato dalla pandemia ha favorito un consumo incontrollato di alcol. A preoccupare in particolar modo è l’aumento registrato nel 2020 delle giovani consumatrici a rischio (30,5%), le 14-17enni, che superano per la prima volta i loro coetanei (28,4%).
Altra variabile collegata al rischio è il bere per ubriacarsi, il binge drinking, l’abbuffata alcolica di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasione, che coinvolge 830.000 11-25enni (21,8% del totale dei binge drinker in Italia) che giungono fino all’intossicazione.
“l mondo dello sport – spiega Michele Uva, Direttore Football & Social Responsability della UEFA - deve occuparsi di un tema fondamentale come l’Health & Well-being oggi è, soprattutto pensando alle nuove generazioni. I temi della nutrizione, dell’attività fisica, del benessere mentale e dell’evitare l’uso di sostanze dannose alla salute, sono urgenze sociali da affrontare. La UEFA lo sta facendo utilizzando un nuovo percorso utilizzando gli allenatori delle nazionali femminile e maschili delle 55 federazioni europee come testimonial. Il programma “Coaches for Health” parte con la campagna #FeelWell, Play Well creata grazie al contributo scientifico della Fondazione Insieme contro il cancro”. Nei prossimi tre mesi useranno le loro voci influenti per ingaggiare i giovani e la società civile in generale l’importanza di adottare scelte comportamentali sane che aiutino il pilastro della prevenzione. Durante la fase pilota gli allenatori di cinque Federazioni - Israele, Italia, Paesi Bassi, Irlanda del Nord e Slovenia - hanno registrato messaggi educativi attraverso video di 10-30 secondi che saranno trasmessi su tutti i canali di comunicazione: social media, newsletter, siti web ufficiali. I miei complimenti alla Fondazione Insieme contro il cancro che ha aperto la strada nel passato con il progetto ‘Allenatore alleato di salute’, che aveva come testimonial Massimiliano Allegri.”
“Ho sempre creduto nel progetto Allenatore Alleato di Salute - sottolinea Max Allegri - perché tutti noi mister, professionisti e dilettanti, abbiamo il dovere di indirizzare i giovani sul rispetto del proprio fisico per diventare adulti sani. Il Covid ci impone ancora una maggiore attenzione verso questi aspetti. È importante insegnare i corretti schemi di gioco ma è fondamentale spiegare ai ragazzi che non devono fumare, non consumare alcol e seguire la dieta mediterranea. Continuo con orgoglio a portare avanti questo progetto”. “Sono anch'io orgoglioso di partecipare attivamente a questa campagna.- aggiunge Roberto Mancini, Ct della Nazionale - Il mondo dello sport deve fare la sua parte. Dobbiamo prendere coscienza del ruolo che ci viene attribuito dai giovani e dare il buon esempio. Bisogna essere campioni anche nella vita, prendendoci cura della nostra salute”.
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