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Mercoledì 22 SETTEMBRE 2021
Emergenza-Urgenza. Fismu: “Nei servizi sul territorio sempre meno medici”

Il sindacato: “Siamo al collasso. Serve una rivoluzione basata su tre priorità passaggio a dipendenza per i convenzionati dopo 5 anni di servizio, e poi tutele e diritti per tutte e tutti, indennità adeguate e rivalutazione della parte economica”.

È un settore sempre più in crisi, sempre più medici scelgono di lavorare in altri ambiti, sempre meno giovani medici scelgono per il loro futuro l’emergenza-urgenza. Da evidenziare, oltretutto, che anche nel bando di concorso della specializzazione, che fornisce professionisti ai nostri pronto soccorso, nel 2020-2021, sono andati deserti oltre 450 posti. Questa la denuncia di Emanuele Cosentino, responsabile nazionale di Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu dell’area convenzionata dell’emergenza-urgenza, che sottolinea: “Poche tutele, indennità inadeguate, o a volte in alcune realtà neppure riconosciute, molti i medici convenzionati in attesa ancora del passaggio a dipendenza, da molte regioni ostacolato, nonostante una legge di diversi anni fa. Si lavora fianco a fianco di altri colleghi: i dipendenti con tutele, ferie, malattie, maternità, gli altri senza. E il COVID, l’emergenza sanitaria, ha fatto esplodere una situazione già al limite”.
 
“Alcune regioni - continua - sembra che abbiano un disegno: la demedicalizzazione del 118, dare in mano tutto ad altre figure professionali, o privatizzare ulteriormente il settore esternalizzando i servizi. Ed è forse per questa ragione che non si preoccupano della fuga di molti medici ad altri ambiti del SSN, economicamente più vantaggiosi o meno usuranti e meno rischiosi”.
 
“Siamo prossimi alla desertificazione della presenza medica nel territorio - aggiunge Cosentino - con sempre meno medici che vi operano e sempre meno giovani che scelgono nel loro futuro di operare in uno degli snodi strategici della nostra sanità pubblica”.
 
“Siamo al collasso. Serve una rivoluzione basata su tre priorità - conclude Cosentino - passaggio a dipendenza per i convenzionati dopo 5 anni di servizio, e poi tutele e diritti per tutte e tutti, indennità adeguate e rivalutazione della parte economica. Potenziando il 118 e valorizzando i medici ridiamo forza al territorio, si garantisce una sanità di qualità, si salvano vite. Se non ora quando”.

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