quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Mercoledì 22 SETTEMBRE 2021
Vaccini Covid a familiari e conoscenti. Indagati 8 operatori sanitari a Foggia
Dalle indagini della Guardia di Finanza è emerso che i medici e gli infermieri indagati avrebbero, nei primi giorni di gennaio 2021, cioè nel primo periodo di disponibilità dei vaccini contro il Covid, allora riservato a personale sanitario e over 80, avrebbero indebitamente inoculato dosi a parenti e conoscenti. L’ipotesi di reato di concorso in peculato.
I Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Foggia, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno notificato la chiusura delle indagini preliminari ad 8 persone, tra cui medici e infermieri in servizio presso un punto vaccinale del Gargano, indagate per aver inoculato a familiari e conoscenti nei primi giorni dell’anno, quando era appena partita la campagna vaccinale, le prime dosi di vaccino anti SARS-COV-2/COVID-19 riservate inderogabilmente e prioritariamente ad operatori sanitari e sociosanitari, personale delle Residenze Sanitarie (RSA) e Socio Sanitarie Assistenziali (RSSA). Lo rende noto un comunicato della Guardia di Finanza di Foggia.
“I Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Foggia - si legge nella nota -, al termine di indagini delegate di polizia giudiziaria, hanno segnalato alla Procura della Repubblica di Foggia le condotte illecite di medici e infermieri che nei primi giorni di gennaio hanno indebitamente inoculato le prime dosi di siero immunizzante al COVID-19 affidate al loro punto vaccinale, destinandole a parenti e conoscenti non appartenenti alle categorie prioritariamente indicate dal Ministero della Salute e dal Commissario Straordinario per l’emergenza epidemiologica”.
La Procura della Repubblica di Foggia, sulla base delle risultanze investigative, ha formulato l’ipotesi di r”eato di concorso in peculato” nei confronti “del personale sanitario che avrebbe provveduto direttamente all’indebita inoculazione del siero immunizzante nonché delle persone vaccinate che non ne avevano il diritto ad assumerlo in quella prima fase di attuazione della campagna nazionale vaccinale per contrastare la diffusione del nuovo CoronaVirus tra le categorie maggiormente esposte al rischio di contagio”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA