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Lunedì 20 SETTEMBRE 2021
La riforma dell’assistenza per i non autosufficienti deve partire dalla prossima legge di Bilancio

Per costruire la nuova domiciliarità e l’integrazione socio sanitaria bisogna affrontare un nodo cruciale: rafforzare la struttura del sociale per renderla forte e competitiva con le strutture sanitarie. Bisogna potenziare gli Ambiti territoriali Sociali, previsti dalla 328/2000 e dal DL 117 /2017 attribuendo loro un riconoscimento giuridico e dotandoli della strumentazione e delle figure professionali adeguate per il loro funzionamento

Le riforme per essere efficaci hanno bisogno di una elaborazione ampia, approfondita e condivisa e di un avvio concreto.
In materia di non autosufficienza, ampio è stato il dibattito, grazie ai sindacati, alle tante organizzazioni sociali, oggi felicemente riunite nella Rete per la non autosufficienza che ha già svolto un ruolo importante nella elaborazione del PNRR.
 
Sarà importante poter leggere e dibattere i materiali prodotti dalla Commissione diretta da Don Vincenzo Paglia, istituita dal Ministro Speranza e che ha recentemente consegnato un dossier al Presidente del Consiglio.
 
Lungo è sul tema il percorso legislativo che non si è mai concluso ma che però ha prodotto uno strumento utile. Si tratta del Fondo per la non autosufficienza con relativo Piano, avviato in modo sperimentale dal governo dell’Ulivo nel 2006 (Art.1 comma 1264 della legge del 27 dicembre 2006,n.296) e divenuto nel corso degli anni un Fondo strutturale presso il Ministero del lavoro e delle Politiche Sociali.
 
Il gruppo di lavoro sugli interventi sociali e sulle politiche per la non autosufficienza istituito dal Ministro Andrea Orlando si è dedicato proprio a questo tema, in questi mesi con un intenso seppure silenzioso lavoro, in modo autorevole e concreto. Il Gruppo ha considerato decisivo questo frangente della legislatura valutando che deve costituire l’occasione a partire dalla prossima Legge di Bilancio, di “piantare un chiodo” solido per avviare concretamente la riforma prevista dal PNRR.
 
In concreto, definire i primi LEPS della legge quadro, che devono essere anticipati nella Legge di Bilancio con relativa copertura prevedendo dunque significativo aumento di risorse del Fondo Medesimo .
 
Quali le priorità che sono alla base dei LEPS e che mi auguro trovino un consenso da parte del MEF e dunque siano scritti e finanziati nella legge di Bilancio?
 
I problemi che vivono le persone e che devono essere più presenti nel dibattito pubblico.
Superare la solitudine delle famiglie o delle singole persone, essendo molti anziani non autosufficienti persone sole. I dati Istat tratti dall’indagine di salute europeo EHIS 2019 delineano una fotografia preoccupante della domanda di assistenza che, nella classe di età 75 e più, assume una rilevanza preponderante a causa della compromissione delle capacità funzionali, della mancanza di supporto sociale ,del bisogno di sostegno, delle sfavorevoli condizioni abitative.
 
E’ dunque della massima importanza intercettare la domanda economica e sociale di questo “popolo” di anziani spesso soli, con scarse disponibilità economiche e senza aiuto, traducendola in una offerta di servizi di sostegno prioritariamente presso l’abitazione e sul territorio. Le persone con gravi difficoltà nelle funzioni di base sono più concentrate nelle Regioni del Mezzogiorno (32,1% del quoziente standardizzato) ,rispetto al 25,5% al Centro, ed al 22,9% al Nord. La prima cosa di cui hanno bisogno queste persone e le loro famiglie è un luogo prossimo presso una istituzione (La Casa della Comunità) a cui le persone possono rivolgersi ed in cui figure professionali informate ed accoglienti indichino alla persona ed alla famiglia tutte le opportunità che hanno a disposizione a seconda del loro grado di disabilità e non autosufficienza. Sappiamo che oggi bisogna rincorrere gli sportelli del Comune, delle Asl, dell’Inps, mentre le persone hanno bisogno di vedere semplificati i loro percorsi. Le persone e le famiglie hanno bisogno di un Amico di Famiglia, visibile ed accogliente.
 
Quello che si Chiama Punto Unico di Accesso.
L’altra grande necessità delle persone e delle famiglie è quella di poter vivere tranquillamente nella propria casa.
Il cuore della riforma deve essere il forte incremento della vita nel proprio domicilio. Per rilanciare correttamente le complesse attività ,concernenti la cura e l’assistenza delle persone fragili, anziane e non autosufficienti, il punto di partenza è rappresentato dalla piena adozione dell’approccio olistico, bio-psico-sociale indicato dalla Organizzazione Mondiale della sanità in occasione del varo del programma di azioni2021-2030 ”ll Decennio per l’invecchiamento sano”.
 
Che deve significare nuove forme di abitazione, di condivisione delle vita quotidiana, all’interno di una rigenerazione della vita, delle relazioni umane e sociali nella propria comunità . Deve significare la sperimentazione di nuove forme di vita comunitaria. Come indica, seppure con uno stanziamento limitato di risorse, lo stesso PNRR. Deve significare riformare le RSA per renderle più accoglienti. Luoghi di relazione umana, di cura delle persone. Deve significare un cambiamento profondo della concezione della domiciliarità. Che deve garantire un progetto personalizzato integrato per ciascuna persona.
 
Deve consentire alla persona ed alla sua famiglia di essere presa in carico nel suo bisogno di cure mediche, di sostegno alle funzioni della vita quotidiana, di sostegno alle relazioni umane. Aspetto quest’ultimo poco considerato dalle politiche pubbliche eppure aspetto cruciale della vita delle persone.
 
Dunque, le politiche pubbliche devono rispondere, con le reti del volontariato e terzo settore, con adeguate figure professionali, al diritto a non essere soli, al diritto a vivere in compagnia. Ciò comporta un deciso rafforzamento di servizi sociali di assistenza domiciliare, da integrare con le prestazioni sociosanitarie, nelle aree del supporto e del sollievo per le persone non autosufficienti e le loro famiglie; dello sviluppo di forme di coabitazione solidale delle persone anziane; dello sviluppo di servizi e soluzioni domotiche e tecnologiche che favoriscono la continuità delle relazioni umane personali e sociali a domicilio.
 
Va poi prevista la riqualificazione delle figure professionali mediante attività di formazione e di politica attiva del lavoro e la promozione di rapporti di lavoro regolari.
Attualmente l’assistenza domiciliare sociale è garantita dai Comuni (SAD) e gli ultimi dati Istat a disposizione, relativi al 2018, parlano di un servizio molto ridotto, che coinvolge una parte minima della popolazione che ne avrebbe bisogno, con una forte disomogeneità territoriale. Ed una spesa complessiva di 347 milioni . Il PNRR stanzia due miliardi al Ministero della Salute.
 
E’ utile richiamare i LEA sanitari e sociosanitari di cui al DPCM 12 gennaio 20217 recante “Definizione ed aggiornamento del Livelli Essenziali di Assistenza di cui all’articolo 1, comma 1 del decreto Legislativo 30 dicembre 1992,n,502)”.In esso l’assistenza domiciliare è definita sanitaria, sociosanitaria e sociale. E’ dunque compito ed interesse anche della Sanità, per costruire una nuova domiciliarità, potenziare l’aspetto sociale, colmare l’enorme squilibrio oggi esistente tra assistenza domiciliare sociale e quella sanitaria. Ed è altrettanto essenziale che nella prossima legge di Bilancio ci siano consistenti risorse aggiuntive per la domiciliarità sociale.
 
Per costruire la nuova domiciliarità e l’integrazione socio sanitaria bisogna affrontare un nodo cruciale: rafforzare la struttura del sociale per renderla forte e competitiva con le strutture sanitarie. Bisogna potenziare gli Ambiti territoriali Sociali, previsti dalla 328/2000 e dal DL 117 /2017 attribuendo loro un riconoscimento giuridico e dotandoli della strumentazione e delle figure professionali adeguate per il loro funzionamento.
 
Credo che questi punti tradotti in LEPS nella legge di Bilancio, insieme al Piano Sociale ed al Piano contro la Povertà varati nello scorso mese di luglio dalla Rete Sociale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali costituiscano (costituirebbero) un significativo cambio di passo nell’ambito del Welfare sociale
 
Livia Turco
Presidente gruppo di lavoro “Interventi sociali e politiche per la non autosufficienza” del Ministero de Lavoro e delle Politiche sociali

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