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Venerdì 06 LUGLIO 2012
Retroscena. Spending review. E Balduzzi prova a riaprire la partita del Patto per la Salute

Sventata la chiusura dei piccoli ospedali, il ministro della Salute deve ora affrontare la partita più difficile: convincere le Regioni a fare comunque il Patto per la Salute per gestire insieme i tagli alla sanità delle ultime manovre

Il nuovo Patto per la Salute potrebbe ridefinire nelle loro modalità e ambito di applicazione, naturalmente a saldi invariati, tutte le misure appena varate dal Governo e anche quelle ancora da applicare del decreto “Tremonti” dell’anno scorso.
Potrebbe essere questo il prossimo tempo della partita sanità, di cui ieri, con l’approvazione della spending review, si è chiusa un’altra controversa tappa. Anch’essa di segno negativo (- 5 miliardi nel triennio 2012/2014).

A farlo capire senza troppi giri di parole è stato lo stesso ministro Balduzzi. Nel decreto sulla spending review, spiegava il ministro ieri a tarda notte al termine del Consiglio dei Ministri, è prevista la possibilità ''di rimodulare il tipo di intervento sulla sanità'' per il 2013 e il 2014, fermi restando "i risparmi da ricavare". E questo, ''se si raggiungerà un'intesa sul Patto per la Salute entro il mese di luglio''.

Come sappiamo il Patto per la Salute si è arenato a inizio d’anno dopo la decisione delle Regioni di non condividere i tagli della manovra del Governo precedente che prevedono una riduzione del fondo sanitario di 7,950 miliardi nel biennio 2013 e 2014.
Secondo quella manovra il Patto si sarebbe dovuto siglare entro il 30 aprile 2012, in modo da concordare le modalità con cui attuare le varie misure di contenimento della spesa. Dai nuovi ticket agli interventi su beni e servizi e dispositivi medici.
 
Dopo un avvio incoraggiante all’indomani dell’insediamento di Balduzzi al ministero della Salute (si era addirittura parlato di una sigla del Patto entro dicembre scorso). Le trattative tra Regioni e Governo si arenano del tutto, una volta constatata l’indisponibilità del nuovo Governo Monti a rivedere i saldi della manovra Tremonti.
A quel punto le Regioni abbandonano il tavolo e il Governo fa sapere che il Patto slitterà ad ottobre, quando sarebbe stato chiaro il quadro delle effettive risorse disponibili a seguito dell’annunciata spending review.

Ora ci siamo. Ma la sorpresa è che, con la revisione della spesa, arrivano altri 5 miliardi di tagli alla sanità da qui al 2014, compreso 1 miliardo in meno da sottrarre alle risorse già stanziate, ma non ancora assegnate alle Regioni, per il fondo sanitario 2012 che a questo punto scenderà a 107 miliardi.
Ieri pomeriggio le Regioni hanno fatto un po’ di conti e diramato una tabella che fissa l’asta dei tagli complessivi alla sanità nel triennio sotto esame (2012/2014) a ben 22 miliardi di euro rispetto al fabbisogno tendenziale.
Una cura da cavallo per il settore, che appare insostenibile ai più, con le Regioni che decidono di rivolgersi al presidente della Repubblica per fermare la mattanza.
 
Ed è in questo scenario che arrivano le parole pronunciate ieri da Balduzzi e rafforzate questa mattina in un’intervista alla trasmissione Uno Mattina della Rai, dove il ministro si è detto "consapevole del fatto che alle regioni è stato chiesto molto” e che “le reazioni dei presidenti delle regioni sono comprensibili”.
Sembra di capire che il ministro vorrebbe provare a riallacciare un filo di ragionamento con le Regioni per gestire insieme la crisi. Dalla sua Balduzzi ha certamente la difficoltà generale del momento e può quindi sventolare l’arma della chiamata alla responsabilità nazionale. Ma è chiaro che per le Regioni ingoiare questa nuova riduzione dei budget sanitari sarà molto dura.
 
Solo due giorni fa il presidente della Toscana Rossi scriveva sulla sua pagina facebook, “Il servizio sanitario non si tocca. Se lo ficchino bene in testa il presidente Monti e i suoi ministri".
Il Ssn è stato toccato, eccome. Accetteranno le Regioni l’invito di Balduzzi a toccarlo insieme.
 
Cesare Fassari

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