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Venerdì 10 SETTEMBRE 2021
Attività fisica in gravidanza. Un beneficio per la funzionalità polmonare dei neonati

A una gravidanza “attiva” corrisponde una buona salute polmonare dei neonati. A questa conclusione è giunto uno studio norvegese presentato al Congresso internazionale della European Respiratory Society.

(Reuters Health) – Essere fisicamente attive durante la gravidanza potrebbe apportare benefici alla funzionalità polmonare dei neonati. L’evidenza emerge da uno studio presentato al Congresso internazionale della European Respiratory Society.
 
“La compromissione della funzionalità polmonare nei neonati si associa a sibilo e asma infantili e a una più scarsa funzionalità dei polmoni più avanti nella vita”, osserva Hrefna Katrin Gudmundsdottir, pediatra presso l’Università di Oslo in Norvegia.
 
“Le donne fisicamente attive durante la gravidanza presentano un rischio inferiore di parto cesareo, parto pretermine e di dare alla luce bambini piccoli o grandi per la loro età gestazionale. Tali fattori potrebbero essere associati alla funzionalità polmonare e alla salute respiratorie, ma non è noto se l’attività fisica in gravidanza abbia effetti sulla funzionalità dei polmoni”, osserva la prima autrice dello studio.
 
Per indagare la questione, il gruppo di ricerca ha studiato 814 bambini (48,8% di sesso femminile) e le loro madri presenti nella coorte di nascita PreventADALL. La funzionalità polmonare è stata valutata quando i bambini avevano circa tre mesi, misurando la loro normale respirazione mentre erano calmi e svegli.
 
In base ai dati autosegnalati, le donne sono state classificate come inattive, piuttosto attive o molto attive durante la gravidanza. “Per le donne che hanno segnalato un esercizio fisico moderato o ad alta intensità, il numero medio di minuti attivi a settimana era 120”, precisa Gudmundsdottir.
 
L’esito principale dello studio era il rapporto tra il tempo per il picco di flusso espiratorio tidal (Peak Tidal Expiratory Flow) e il tempo espiratorio (tPTEF/tE). Un tPTEF/tE basso indica la presenza di un limite nel flusso del respiro esalato.
 
La misurazione del tPTEF/tE medio per tutti gli 814 bambini è risultata pari a 0,391. I 290 bambini nati da madri inattive presentavano il più basso tPTEF/tE medio (0,387), mentre i 299 bimbi di madri molto attive avevano il tPTEF/tE medio più elevato (0,394). Tale differenza non era statisticamente significativa.
 
Tuttavia, sebbene il tPTEF/tE come continuum non si associasse in maniera significativa all’attività fisica materna, i bambini nati da madri inattive versus attive presentavano probabilità significativamente superiori di un tPTEF/tE inferiore a 0,25 (che indica una scarsa funzionalità polmonare) sia nell’analisi univariata (odds ratio, 2,15; intervallo di confidenza al 95%, da 1,19 a 3,92), sia in quella multivariata (OR, 2,18; IC 95%: da 1,18 a 4,06).
 
“Anche se non esiste una definizione chiara di ‘scarsa’ funzionalità polmonare, alcuni studi, tra cui il nostro, hanno rilevato che i bambini con un tPTEF/tE inferiore a 0,20 poco dopo la nascita avevano maggiori probabilità di presentare asma nell’anamnesi dall’età di 10 anni. Inoltre, i piccoli con una funzionalità polmonare compresa nel 50% inferiore del gruppo presentavano maggiori probabilità sia di manifestare asma a 10 anni sia di avere una storia di asma”, conclude Gudmundsdottir.
 
Fonte: European Respiratory Society International Congress

Megan Brooks

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)

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