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Mercoledì 08 SETTEMBRE 2021
Fismu: “Servizi sanitari sul territorio in piena emergenza”
Il sindacato scrive a Giani e Bezzini: “C’è una grave carenza di medici di famiglia, di guardia medica e del 118. L’assistenza è a rischio. I medici sono stanchi, demotivati, frustrati. Non vedono soluzioni e non vengono ascoltati. Basta tagli, è ora di cambiare rotta”. LA LETTERA
“I servizi sul territorio (medicina di famiglia, di continuità assistenziale, del 118) sono in grave crisi, prossimi a una situazione di emergenza. Mancano i medici e la programmazione, si tagliano risorse, si apre ai privati". Questa la denuncia della Federazione Italiana Sindacale Medici Uniti-Fismu (Affiliata CISL Medici) con una lettera già inviata al Presidente della Regione, Eugenio Giani e all’Assessore alla Salute, Simone Bezzini, firmata da Francesca Muti, segretaria regionale FISMU Toscana e Marco Bruni, dirigente Regionale Fismu (responsabile comitato Azienda Toscana Sud-Est). La lettera-appello elenca le criticità e le serie ricadute sui cittadini.
Per quanto riguarda l’assistenza primaria, ad esempio, la Fismu denuncia la grave carenza di medici di famiglia. “Lavorano meno professionisti e in condizioni peggiori, con più pazienti e con carichi burocratici insostenibili e che ben poco hanno a che fare con la pratica medica”.
Il settore della Continuità Assistenziale è, per il sindacato, “forse più ignorato dal sistema. Le possibilità individuate per valorizzare assistenza e personale medico (come per esempio il contratto a 38 ore con attività diurna) sono state sistematicamente propagandate e mai realizzate. Le scelte regionali, poi, hanno quasi voluto punire e umiliare questa categoria, scegliendo, anche a discapito dell’assistenza, di non voler concedere diritti universalmente concessi a tutti i lavoratori o adeguati riconoscimenti per carichi di lavoro gravosi”.
E poi, il 118 Emergenza-Urgenza, “considerato negli anni come ‘ fiore all’occhiello’ della sanità toscana” ma che “oggi versa invece in grave difficoltà”. Per la Fismu “gli effetti combinati di una insufficiente e miope programmazione formativa, scissa da qualsiasi valutazione dei fabbisogni del SSN, del blocco del turn over e del picco di pensionamenti in un arco temporale breve sono cause incontrovertibili di un fenomeno a cui bisogna trovare soluzioni immediate percorribili”.
Il sindacato chiede, dunque, un cambio di rotta: “Se, come sostiene l’Assessore Regionale Bezzini, sono necessarie scelte coraggiose, queste devono essere nel segno dell’investimento, dell’espansione e non della contrazione, nel sostegno della professione medica e non della sua mortificazione, nella tutela dei servizi per i cittadini e non nella loro riduzione”.
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