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Mercoledì 04 LUGLIO 2012
Spending review: Mandelli (Fofi): “No all’ennesima manovra sulla sanità”

“A rischio non sole le farmacie, ma tutto il comparto”. Così il presidente della Fofi a Quotidiano Sanità. “La filiera della salute e quindi la salute stessa dei cittadini rischiano di essere messe definitivamente in crisi con ripercussioni economiche e sociali gravissime”.

"La sanità sembra destinata ancora una volta ad essere travolta da una manovra pesante. Si parla infatti di 5 miliardi i due anni e mezzo che andrebbero ad aggiungersi ai quasi 8 miliardi previsti dalla manovra dello scorso anno, varata dal precedente Governo, e ancora tutta da attuare". Questo il primo commento del presidente della Fofi sulle indiscrezioni rigurdanti la spending reviw.
 
"Se le indiscrezioni dovessero trovare conferma nei provvedimenti attesi per il fine settimana sottolinea al nostro giornale - il comparto sanitario vedrebbe quindi ridotta la sua dotazione finanziaria di ben 13 miliardi da qui al 2014".

"E questo - aggiunge - quando recentissime pronunce della Corte dei conti e della stessa Ragioneria generale dello Stato hanno evidenziato come, pur in presenza di alcune aree di inefficienza, il Servizio sanitario nazionale presenti ormai conti in linea con le previsioni che attestano la nostra spesa sanitaria tra le più virtuose della Pubblica amministrazione".

"Tutto ciò, come se non bastasse, quando gli ultimi dati internazionali, confermano anche che l’Italia - sottolinea Mandelli - è ormai il fanalino di coda della sanità europea, con una spesa, a parità di potere d’acquisto,  inferiore di più del 25% rispetto a Paesi come la Germania e la Francia."

"I farmacisti italiani - conclude - manifestano pertanto tutta la loro preoccupazione per il loro futuro professionale e in generale per il futuro della sanità italiana nel suo complesso, rispetto a una manovra che, più che di “revisione della spesa”, sembrerebbe ancora una volta orientata a fare “cassa” con il Ssn. La filiera della salute e quindi la salute stessa dei cittadini rischiano di essere messe definitivamente in crisi con ripercussioni economiche e sociali gravissime".
 

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