quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 02 SETTEMBRE 2021
Per Ecdc ed Ema terza dose “non è urgente” nella popolazione generale. Ma si apre a possibilità di somministrarla a immunodepressi
Prima apertura da parte di Ema ed Ecdc verso la somministrazione delle terze dosi di vaccino contro il Covid. Questa viene indicata, fin da subito, per pazienti immunodepressi o anziani fragili, in particolare per coloro che vivono in ambienti come le Rsa. In ogni caso si sottolinea come gli Stati debbano prepararsi a eventuali adattamenti dei loro programmi di vaccinazione "qualora si notasse una diminuzione sostanziale dell'efficacia del vaccino in uno o più gruppi di popolazione".
Sulla base delle prove attuali, secondo il parere di Ema ed Ecdc, "non è urgente la somministrazione di dosi di richiamo di vaccini contro il Covid a individui completamente vaccinati nella popolazione generale". Il rapporto rileva inoltre che dovrebbero però essere già "prese in considerazione dosi aggiuntive per le persone con un sistema immunitario gravemente indebolito".
Per la prima volta si ha quindi un'apertura da parte dell'ente regolatorio europeo verso la somministrazione delle terze dosi, seppur parziale e indicata solo per le categorie più fragili. Le prove sull'efficacia del vaccino e sulla durata della protezione, si spiega in una nota, "mostrano che tutti i vaccini autorizzati nell'UE sono attualmente altamente protettivi contro l'ospedalizzazione, le malattie gravi e la morte legate al Covid, mentre circa un adulto su tre nell'UE non è ancora completamente vaccinato. In questa situazione, la priorità ora dovrebbe essere quella di vaccinare tutti gli individui idonei che non hanno ancora completato il ciclo di vaccinazione raccomandato. Per completare gli sforzi di vaccinazione, è anche fondamentale continuare ad applicare misure come il distanziamento fisico, l'igiene delle mani e delle vie respiratorie e l'uso di maschere facciali ove necessario, in particolare in ambienti ad alto rischio come le strutture di assistenza a lungo termine o i reparti ospedalieri con pazienti in rischio di grave Covid".
Per Ema ed Ecdc è dunque "importante distinguere tra dosi di richiamo per le persone con un sistema immunitario normale e dosi aggiuntive per quelle con un sistema immunitario indebolito. Alcuni studi riportano che una dose aggiuntiva di vaccino può migliorare la risposta immunitaria in individui immunocompromessi, come i riceventi di trapianto di organi le cui risposte iniziali alla vaccinazione erano basse. In tali casi, l'opzione di somministrare una dose aggiuntiva dovrebbe essere presa in considerazione già ora. Si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di fornire una dose aggiuntiva, come misura precauzionale, agli anziani fragili, in particolare quelli che vivono in ambienti chiusi come i residenti delle strutture di assistenza a lungo termine".
In ogni caso si sottolinea come gli Stati debbano prepararsi a eventuali adattamenti dei loro programmi di vaccinazione "qualora si notasse una diminuzione sostanziale dell'efficacia del vaccino in uno o più gruppi di popolazione".
© RIPRODUZIONE RISERVATA