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Martedì 27 LUGLIO 2021
Vaccini Covid. Ordini sanitari del Veneto: “Zaia faccia marcia indietro, sì alle sospensioni”
Medici, infermieri, farmacisti, biologi, veterinari, psicologi, ostetriche, chimici e fisici sanitari, tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione uniti per chiedere “una immediata inversione di rotta” rispetto al “congelamento” delle sospensioni per i sanitari no vax annunciato dal governatore. I non vaccinati, ricordano, “sono privi dei requisiti per esercitare la professione in situazioni che possano essere causa di contagio”.
Gli Ordini delle Professioni Sanitarie del Veneto (Omceo Belluno - Rovigo - Treviso - Venezia - Verona - Vicenza, Infermieri ed Infermieri Pediatrici, Farmacisti, Biologi, Veterinari, Psicologi, Ostetriche, Chimici e Fisici Sanitari, Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione) esprimono, in una nota congiunta, il loro "pieno appoggio in merito all’obbligo vaccinale per tutti i sanitari, sancito dal DL 44/2021, convertito nella L. 76/2021 recentemente richiamato dal Presidente del Consiglio Mario Draghi”, ed dichiarano “preoccupazione e dissenso in merito alle dichiarazioni della Regione Veneto sul ‘congelamento’ delle sospensioni dei sanitari per motivi organizzativi che non hanno adempiuto a quanto previsto dalla norma”.
“Ricordiamo - scrivono i presidenti degli Ordini delle professionisti sanitarie - come la normativa in essere avrebbe dovuto portare ai primi provvedimenti sospensivi già dalla metà del mese di maggio e che il tempo intercorso doveva essere dedicato a programmare la riorganizzazione del sistema, visto anche il periodo estivo”.
E ringraziano “l’assoluta maggioranza dei loro colleghi che con senso di responsabilità hanno ottemperato alla legge e si sono vaccinati rispettando il mandato di tutela del paziente a loro affidato”.
Per gli Ordini delle professioni sanitarie, considerato quanto sopra, paiono non opportune le dichiarazioni di Zaia. Per questo chiedono alla Regione Veneto “una immediata inversione di rotta, senza cedimenti a ricatti o pressioni posti in essere da una piccola minoranza di soggetti, e l’applicazione della sospensione dal servizio in presenza o lo spostamento dal contatto diretto con soggetti fragili, come previsto dalla normativa nazionale”.
“Gli Ordini delle Professioni Sanitarie del Veneto - prosegue la nota - , nella loro funzione di tutela della salute dei cittadini, chiedono infine che vengano comunicati con sollecitudine ai rispettivi Ordini i nominativi degli iscritti che hanno rifiutato la prevista vaccinazione, e sono quindi privi dei requisiti per esercitare la professione in situazioni che possano essere causa di contagio. Appare evidente che i cittadini hanno il diritto di esser messi a conoscenza se nelle strutture o negli studi professionali cui si rivolgono per esser curati possono invece correre il rischio di esser contagiati e di ammalarsi".
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