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Mercoledì 21 LUGLIO 2021
Al Sant’Andrea di Roma il primo intervento in Italia per il recupero dell’udito e di deficit vestibolari
L’intervento è stato effettuato il 19 luglio scorso. L’impianto, detto cocleo-vestibolare, inserito chirurgicamente nell’orecchio permetterà al paziente di riacquisire la funzione uditiva ma soprattutto di recuperare importanti deficit vestibolari limitanti attività quotidiane come camminare e mantenere l’equilibrio in spazi poco illuminati.
Il 19 luglio 2021, presso l’AOU Sant’Andrea di Roma, è stato effettuato il primo impianto per il sistema vestibolare in Italia finalizzato alla risoluzione dell'ipofunzione labirintica bilaterale, un deficit che colpisce l’orecchio interno compromettendo la funzione uditiva e quelle legate al sistema vestibolare.
L’intervento, eseguito dall’equipe medica coordinata da Maurizio Barbara docente del Dipartimento di Neuroscienze, salute mentale e organi di senso della Sapienza e direttore della UOC di Otorinolaringoiatria del Sant'Andrea, permetterà al paziente di riacquisire l’udito dal lato operato, ma soprattutto di recuperare importanti deficit vestibolari limitanti attività quotidiane come camminare e mantenere l’equilibrio in spazi poco illuminati.
Il dispositivo impiantato è frutto di un trial clinico sviluppato nell’ambito del progetto Horizon2020 denominato BionicVest, che ha visto la collaborazione della Sapienza con le Università di Las Palmas e Pamplona (Spagna) e del Centro Europeo St. Augustinus di Anversa (Belgio).
“Il progetto - spiega Maurizio Barbara - indaga sulla possibilità di applicare clinicamente un nuovo dispositivo medico, detto impianto cocleo-vestibolare, che combina per l’appunto un impianto cocleare, una tecnologia già nota da decenni per la risoluzione delle sordità profonde, con un impianto vestibolare, quest’ultimo nello specifico con l’obiettivo di stimolare il nervo vestibolare inferiore, afferente del sistema otolitico vestibolare alloggiato nel vestibolo”.
L’intervento fa parte delle 12 procedure (ne verranno effettuate tre in ciascun Centro coinvolto) che permetteranno di concludere il trial clinico in corso per l’acquisizione dei dati idonei alla introduzione definitiva del dispositivo nella pratica clinica.
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