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Mercoledì 07 LUGLIO 2021
Covid. Cani e gatti spesso lo contraggono dai padroni
Secondo uno studio olandese, gli individui infetti da Sars-CoV-2 possono trasmettere il virus ai loro amici a quattro zampe. Fortunatamente, cani e gatti si ammalano in modo lieve. I cani risultano meno esposti dei gatti all’infezione.
(Reuters Health) – Un nuovo studio olandese fornisce ulteriori evidenze sul fatto che le persone infette da SARS-CoV-2 possono trasmettere il virus ai loro animali. "Circa il 20% degli animali contrae il COVID dai padroni. Fortunatamente, la maggior parte dei gatti e dei cani infetti non mostra segni clinici o ne mostra soltanto di lievi”, dice Els Broen della Utrecht University in Olanda, prima autrice dello studio, "Le persone dovrebbero essere consapevoli di poter infettare i loro animali; pertanto, il consiglio prudenziale è evitare un contatto stretto con l’animale in caso di positività al COVID, proprio come si farebbe con i membri umani della famiglia”.
Lo studio è stato presentato allo European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Diseases (ECCMID). I ricercatori hanno studiato la presenza di infezioni da SARS-CoV-2 in 156 cani e in 154 gatti appartenenti a 196 famiglie positive al COVID-19. Gli animali sono risultati positivi a SARS-CoV-2 in 40 famiglie (20,4%). Sei gatti e sette cani (4,2%) avevano test PCR positivi e 23 cani (17,6%) sono risultati positivi agli anticorpi.
11 animali con test PCR positivi sono stati riesaminati da una a tre settimane dopo il primo test e sono risultati tutti positivi agli anticorpi per SARS-CoV-2.
Tre gatti presentavano ancora test PCR positivi e sono stati sottoposti ad analisi una terza volta. Alla fine, tutti gli animali positivi alla PCR hanno sconfitto l’infezione.
I ricercatori non sono riusciti a eseguire test per le varianti ora in circolazione del SARS-CoV-2. “Abbiamo avuto solo alcuni positivi alla PCR e abbiamo cercato di isolare e sequenziare il virus per cercare le varianti e compararle con quelle trovate nei proprietari, ma ciò non ha avuto successo, probabilmente a causa della bassa carica viremica”, conclude Els Broens.
Fonte: European Congress of Clinical Microbiology and Infectious Diseases
Megan Brooks
(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
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