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Giovedì 17 GIUGNO 2021
Vaccini Covid. Seconda dose con Astrazeneca, Magi (Omceo Roma): “Sì, se medico ritiene ci siano le condizioni”
Il presidente dell’Ordine dei medici capitolino si schiera a fianco della Regione Lazio sull’ipotesi di somministrare, con il consenso del medico vaccinatore, la seconda dose di Astrazeneca agli under60 che ne facciano richiesta. Il problema, per Magi, è di natura normativa, “perché esiste una circolare e indicazioni Aifa che mettono ancora una volta in difficoltà la capacità professionale del medico. Ma un medico deve assumersi la sua responsabilità, perché è in grado di farlo”.
“Se il medico ha davanti un paziente che ha ricevuto la prima dose di AstraZeneca e ritiene che abbia delle caratteristiche sanitarie per cui non riscontra problemi, non vedo perché quel paziente non debba ricevere anche la seconda dose di AstraZeneca”. Così il presidente dell'Ordine dei medici di Roma, Antonio Magi, interpellato dall’Agenzia Dire sul tema sollevato dalla Regione Lazio.
“Questa è la nostra posizione- ha detto Magi - il problema è che in questo momento abbiamo delle difficoltà di natura normativa, perché esiste una circolare pubblicata in Gazzetta Ufficiale e ci sono indicazioni arrivate dall'Aifa che mettono ancora una volta in difficoltà la capacità professionale del medico. Ma un medico deve assumersi la sua responsabilità, perché è in grado di farlo”.
Il presidente dell’Omceo richiama l’attenzione sulle competenze e le prerogative del medico. “Lo Stato può dare anche indicazioni, ma poi è il medico, con la sua esperienza, a dover decidere cosa fare, sempre rimanendo nell'ambito delle normative previste”.
Il punto è che tra circolari del ministero e del Cts, si sta assistendo a una "delegittimazione dell'atto medico, perché il medico non può più vedere il paziente e decidere quale vaccino fargli inoculare o meno rispetto alle sue eventuali patologie. Ma è il medico che di volta in volta deve visitare il paziente, fargli un'anamnesi corretta e decidere la tipologia di vaccino in base alla sua storia sanitaria”.
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