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Giovedì 03 GIUGNO 2021
Medicina di Famiglia: che cosa c’è dietro l’angolo (fatti e fantasie)
Gentile Direttore,
da tempo (e con sospetto sincronismo) assistiamo ad un’opera di costante e stucchevole delegittimazione della Medicina di Famiglia (o Medicina Generale, nulla a che vedere con la cosiddetta “Medicina di base” che simil-metternichianamente definisco come un’espressione geometrica) che trova autorevoli - si fa per dire - corifei nel mondo dell’informazione.
Probabilmente chi ne parla non la conosce, forse perché assistito da un’assicurazione privata o perché senza problemi economici, nonché - per sua fortuna - dotato di ottima salute…
Il mantra che anima tutti costoro è che “dipendenza è bello”, “con la dipendenza finalmente qualcuno gli ordinerà il da farsi e dovranno obbedire”, “non è giusto che guadagnino il doppio - qualcuno dice anche il triplo - di dirigenti e primari del SSN” e amenità del genere.
Ciò denota un pericoloso mixing tra desiderio di autoritarismo direttivo, ignoranza (dalle scuole elementari in poi sappiamo che guadagno = ricavo meno spesa e qui non mi dilungo anche se nel passato l’ho fatto su questa testata rendicontando puntigliosamente con dati e non con becera demagogia), messianica e fideistica attesa di una bacchetta magica che traduca l’enunciato in realtà solo perché suona bene come slogan.
Parlando invece seriamente e mettendo da parte termini simil-finanziari e gestional-aziendali, che un po’ tutti siamo capaci di usare per non far capire con parole semplici al cittadino e agli operatori che cosa si vuole che accada, cerco di delineare con umiltà, accettando i sorrisetti compassionevoli dei tanti soloni dei quali sono lieto di accrescere l’autostima mettendomi volutamente su un piano dialettico più “diretto” e quindi secondo loro più basso, alcuni dati di fatto facilmente riscontrabili da cittadini ed operatori.
1) Il rapporto di convenzione non è un “tana liberi tutti” ma obbliga pariteticamente operatori e parte pubblica al rispetto di obblighi concordati: chi dice il contrario è in malafede o colpevolmente disinformato.
2) Esso non prevede nomine piovute dall’alto o concorsi più o meno “orientati”, ma dati curriculari certi ed obiettivabili che di certo tolgono importanza al potere politico nella sua versione gestionale: questa è una parte del problema…
3) Le caratteristiche della Medicina di Famiglia non prevedono la traduzione pratica esclusiva dell’operatività in “ore di attività ambulatoriale” che ne è solo una parte (mentre è il tutto per la categoria dei Colleghi ambulatoriali), ma anche in contatti telefonici, telematici in tutte le attuali diversificazioni, domiciliari, compilativi in cosiddetto “back office” per via dell’abnorme “burocrazite” che infetta da anni il mondo della sanità…e la recente pandemia ne è la pratica dimostrazione, da quando il baloccamento degli estremismi delle normative della “privacy” si è temporaneamente attenuato in favore della trasmissione telematica delle prescrizioni che quindi rende facilmente obiettivabile la mole di lavoro svolto e i giorni ed orari in cui si dispiega, smentendo clamorosamente con i fatti i dati comuni dei parolai.
4) Il Sistema Sanitario nazionale e regionale ha già i suoi fiduciari costituiti da coloro che ne dipendono, ed elementari concetti di pariteticità prevederebbero anche una sorta fiduciarietà degli Assistiti che al momento solo i Medici di Medicina Generale e le Associazioni dei Cittadini assolvono: evidentemente questo dà fastidio in quanto sono graditi i monologhi.
5) Se si vuole parlare di aneddoti chiamiamoli cortesemente tali, e allora tutti ne abbiamo praticamente di tutto: dire “non sono riuscito a contattare il mio medico” ha lo stesso valore di ipotetiche frasi tipo “il politico è corrotto” o “il giornalista è di parte” che non hanno alcun valore se non corroborati da prove e seguiti dalle opportune azioni che ne derivano se si ravvisi un illecito. Il qualunquismo non serve a serie analisi dei problemi ma è solo un esercizio starnazzatorio non idoneo a risolvere i problemi. Per contro, esistono sistemi ormai idonei alla registrazione di dati ed alla dimostrazione degli effettivi volumi di lavoro.
6) Concentrare i Medici di Famiglia in strutture centralizzate come le previste Case della Comunità realizza l’anti-territorio in quanto equivale a sopprimere le Stazioni dei Carabinieri trasferendo il personale nelle Brigate e nelle Divisioni, con buona pace dell’operatività, della capillarità e della vicinanza, anche fisica, con i Cittadini. Si realizza una struttura “centrica” analoga all’Ospedale, certamente con mansioni diverse ma accomunata dalla lontananza dai fruitori del servizio.
7) Ipotizzare trasferimenti parziali e “monche” di mansioni ad altre categorie professionali perché “costano di meno” non è un buon viatico per la sicurezza dei Cittadini e oltretutto non è lusinghiero per i suddetti professionisti, equiparati a “tappabuchi” in nome di esigenze meramente finanziarie (neanche economiche)…dire ad esempio che un breve corso di formazione sui vaccini crea un vaccinatore equivale a dire che un breve corso di formazione su separazioni e divorzi trasforma un medico in un avvocato, salvo poi avvalersi per 40 euro/ora dello specifico professionista se ci si trova a mal partito con un ignota norma del codice civile magari non prevista avendo ridicolizzato il problema ad una sottoscrizione di un modulo consensuale prestampato…
8) La conoscenza diretta ed approfondita di un Assistito quale si sviluppa nel corso degli anni (data anche la facilità di accesso) è essa stessa economia oltre che sicurezza: se qualcuno ha osservato ad esempio le modalità di svolgimento delle vaccinazioni in corso negli hub e negli studi medici potrà agevolmente constatare il rispettivo impiego di personale e la durata complessiva dei volumi unitari di lavoro, e ovviamente i ccosti. Anche qui serie modalità di analisi sono alla portata di tutti con il calcolo orario ottenibile dal rapporto tra tempi e persone vaccinate, ovviamente in proporzione. Se qualcuno parlasse di sicurezza portasse cortesemente dati a supporto.
9) Siccome abolire un servizio con un tratto di penna non equivale a sopprimere le necessità della gente, la scomparsa dei Medici di Famiglia dal territorio non sarebbe seguita dalla scomparsa della necessità dei medesimi da parte degli utenti, per cui il bisogno si tradurrebbe inevitabilmente nell’offerta assicurativa privata per chi se lo può permettere. Si dica -per favore - chiaramente e senza infingimenti ed ipocrisie perché il Cittadino non è uno stupido. Ad un servizio prima offerto gratuitamente si sostituirebbe un servizio a pagamento per chi può.
10) Le sovvenzioni ricevute dall’Europa, che peraltro nel futuro dovremo restituire, sono un formidabile stimolo per tanti appetiti (politici, economici privati, ecc ecc) ma dopo un po’ di tempo finiranno, e terminato l’effetto stupefacente si riproporrà una realtà devastata e la crisi d’astinenza non troverà risposta che in un livellamento verso il basso del welfare per come l’abbiamo conosciuto.
Francesco Buono
Medico di Medicina Generale in Roma
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