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Venerdì 15 GIUGNO 2012
Malaria. La svolta genetica. Per curarla sarà creata una zanzara "mutante"
Il parassita della malaria ha bisogno di un ‘veicolo’, ovvero di insetti che con il loro morso facciano da passepartout per entrare nell’organismo ospite. Scienziati Usa Uno pronti a creare delle zanzare che bloccano il meccanismo, non trasmettendo il protozoo e dunque limitando il contagio.
Potrebbe essere un approccio innovativo a risolvere – o quantomeno provarci – il problema della diffusione della malaria e dei nuovi contagi: alcuni ricercatori dell’Università della California di Irvine (Uci) sono riusciti ad allevare zanzare che non possono infettare gli esseri umani con il parassita (Plasmodium falciparum) che causa la malattia, e suggeriscono che possa essere questa la via giusta per limitarne l’espansione. Lo studio che ne parla è stato pubblicato su Pnas.
Più del 40% delle persone nel mondo vive in zone in cui la malaria non è stata eradicata:ci sono tra i 300 e i 500 milioni di nuovi contagi e quasi un milione di decessi ogni anno, di cui la maggior parte riguardano neonati, bambini o donne incinte, prevalentemente provenienti dall’Africa.
Ma con il nuovo approccio tutto questo si potrebbe ridurre, o addirittura interrompere. In particolare sarebbe una particolare specie modificata della zanzara Anopheles stephensi, quella creata dai ricercatori, incapace di trasmettere la patologia con i suoi morsi. “Abbiamo fatto grandi passi in avanti nella creazione di insetti transgenici”, ha spiegato Anthony James, docente alla Uci e coordinatore dello studio. “E questo è il primo modello di animale modificato geneticamente che potrebbe potenzialmente esistere in natura, e la cui mutazione potrebbe essere trasferita di generazione in generazione di zanzare senza che questo abbia effetti sulla capacità – o meglio l’incapacità indotta – di trasmettere il parassita”. Uno dei vantaggi di questo metodo è che può essere applicato a dozzine di tipi diversi di zanzare che trasmettono il protozoo.
Per ottenere il risultato, i ricercatori hanno lavorato su modello murino. I topi infettati con la forma umana della malaria producono degli anticorpi che uccidono il parassita. Studiando le componenti molecolari del sistema immunitario delle cavie, hanno creato dei geni modificati capaci di produrre la stessa risposta nelle zanzare: così sono gli insetti stessi ad avere anticorpi capaci di rendere il parassita innocuo. “In questo modo la versione infettiva del Plasmodium falciparum viene del tutto cancellata dallo stesso organism degli insetti”, ha spiegato James, che è anche membro della National Academy of Sciences. “Questo processo potrebbe dunque essere utile a fermare il processo per il quale ogni anno vengono infettate milioni di persone”. In più, spiegano i ricercatori, lo stesso approccio potrebbe essere utile anche per altre patologie trasmesse tramite la puntura di insetti.
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