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Venerdì 16 APRILE 2021
Vaccini Covid. Smi: “La campagna vaccinale non decolla. Intervenga Figliuolo”

Il segretario regionale dello Smi, Marina Fancellu, contesta alla Regione e all’Ats di “addurre futili motivi che impediscono la partecipazione attiva dei medici di medicina generale alla campagna vaccinale”. I medici di medicina generale sarebbe coinvolti “solo per il disbrigo delle parti burocratiche delle vaccinazioni, mansioni che, peraltro, non prevedono una retribuzione”, mentre l’utilizzo di personale ospedaliero, “non certo a titolo gratuito”, finisce per “sguarnire i reparti, già carenti di organico”.

“In Sardegna la campagna vaccinale non decolla e non siamo certo un esempio da seguire per quanto riguarda le dosi vaccinali inoculate”. Lo denuncia Marina Fancellu, Segretario Regionale del Sindacato Medici Italiani della Sardegna, in una nota che lancia l’allarme sull'andamento della campagna vaccinale nell’isola.

“Sia Regione, che l’ Azienda per la Tutela della Salute (ATS) - spiega Fancellu - dopo avere spinto per avere l’accordo regionale con i medici di medicina generale per la loro partecipazione alla vaccinazione di massa anti Covid, stanno adducendo, in questi giorni, futili motivi che di fatto impediscono la loro partecipazione attiva alla campagna vaccinale”.

I medici di medicina generale, infatti, risultano coinvolti “solo per il disbrigo delle parti burocratiche delle vaccinazioni, mansioni che non prevedono una retribuzione, avendo come conseguenza un rallentamento  delle inoculazioni”, denuncia il segretario regionale Smi Sardegna. Che evidenzia anche come “la scelta di non utilizzare i MMG comporta che al loro posto siano impiegati medici dipendenti e ospedalieri che sguarniscono reparti già carenti di organico a discapito delle cure per patologie non Covid”.

“A tutto ciò - prosegue Fancellu - si devono aggiungere le difficoltà nella registrazione e nell’accreditamento dei medici sulla piattaforma regionale AVACS, fondamentali per poter vaccinare, oltre che la mancata consegna delle dosi richieste per i propri pazienti allettati”.

Ribadisce lo Smi: “Al momento nella vaccinazione di massa sono coinvolti solo i medici dipendenti e gli infermieri (non certo a titolo gratuito, giustamente, ma retribuiti in quanto prestazioni aggiuntive) e si tengono in disparte i medici convenzionati, quelli di famiglia e della Continuità Assistenziale, che verrebbero retribuiti a quota unitaria di vaccino somministrato”.

Davanti a “tanta inefficacia, alle discriminazioni verso i medici, all'efficacia ridotta nel contrasto della pandemia, all'urgenza di salvaguardare la salute di tutti i cittadini sardi”, lo Smi annuncia di star valutando di “ritirare la nostra firma dall'accordo regionale, perché le responsabilità della Regione e delle parti pubbliche sono evidenti. Non siamo disponibili, attraverso una campagna mediatica, ad essere messi sul banco degli imputati e additati, anche al cospetto dei nostri pazienti, del fallimento della campagna vaccinale”.

“La realtà è un’altra - conclude Fancellu -. Dopo un mese dalla firma dell’accordo regionale, i medici di medicina generale non hanno le condizioni minime per partecipare attivamente alle vaccinazioni. Il Commissario Figliuolo intervenga”.

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