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Giovedì 14 GIUGNO 2012
Anziani. La tecnologia aiuterà a vivere bene fino a 100 anni

Il futuro della terza età, tra tecnologie e riorganizzazione dei servizi, al centro dell'incontro promosso per il lancio del nuovo network Italia Longeva, creato dal ministero della Salute, dalla Regione Marche e dall'Irccs Inrca per progettare insieme una vecchiaia attiva.

Saremo oltre 9 miliardi nel 2050, uno su sei ultraottantenne. Vivremo più o meno tutti fino a cento anni. E lo faremo in salute, soprattutto se ci avvarremo della tecnologia. I nuovi nonni – ex baby boomers – saranno ‘domotici’, sapranno infatti utilizzare il web, gli strumenti elettronici, la realtà virtuale, avranno a disposizione strumenti facili e intuitivi. La conseguenza sarà una migliore qualità di vita. Per questo bisogna fin da subito iniziare un processo che fare diventare l’anziano al centro di una nuova integrazione tra tecnologia e servizi che ne tutelano la sicurezza, promuovono un invecchiamento attivo, partecipativo e autonomo, ma anche monitorato a distanza dai care-giver e dal medico.

Sono questi i punti cardine su cui si fonda la proposta di Italia Longeva, il network dedicato all’invecchiamento creato dal ministero della Salute, dalla Regione Marche e dall’Irccs Inrca (l’Istituto Nazionale di Ricovero e Cura degli Anziani), che promuove il concetto di allungamento della vita, sostenuto anche dall’impegno di aziende specializzate in tecnologie, domotica, manufatti ed alimenti dedicati a questa nuova longevità.

A partire dalla quotidianità: dalla casa informatizzata, senza barriere architettoniche, con sensori che rilevano possibili pericoli, ad elettrodomestici intelligenti e strumenti di comunicazione con interfacce facili per il loro controllo a distanza. L’anziano sarà quindi sempre connesso con i familiari o gli operatori sanitari, informati del suo stato di salute grazie alla telemedicina o a sensori “indossati” per un continuo check-up in grado di allertare in caso di problemi o di controllare che le terapie siano seguite e somministrate correttamente.

A profilare le esigenze ed il ruolo del ‘nuovo anziano’ sono le voci di chi ha pensato a Italia Longeva e di chi oggi ne è responsabile, insieme a chi si occupa di longevità a livello mondiale (OMS), a Bruxelles e in Italia. Si incontrano oggi e domani ad Ancona per la prima due giorni di lavori, alla presenza del Ministro della Salute e di decine di altri esperti del settore.

“La Regione Marche – ha dichiarato Gian Mario Spacca, Presidente della Regione – è stata la prima ad essersi assunta un impegno verso la terza e quarta età, attraverso la promozione e lo sviluppo di una cultura sulla longevità attiva. La cura e la ricerca sull’anziano vantano del resto nella nostra regione una lunga e prestigiosa tradizione, visto che le Marche sono la sede dell’Irccs Inrca, l’Istituto di ricovero e cura per anziani. La nostra è poi la seconda regione in Europa per speranza di vita: i marchigiani, quindi, vivono più a lungo dei cittadini delle altre regioni italiane ed europee. È stato naturale per noi aderire con convinzione ed entusiasmo al progetto di Italia Longeva. L’attenzione a questo tema non è soltanto al centro dell'azione di governo della Regione, ma ha chiamato a raccolta le Università, che stanno portando avanti studi mirati sulla terza e quarta età, gli Istituti di ricerca che stanno convogliando i loro sforzi su progetti a sostegno della casa domotica, numerose imprese che hanno rivolto la loro attenzione alla ricerca di soluzioni a sostegno della vita e della salute dell’anziano, il mondo delle professioni. Istituzioni, scienza, impresa sono dunque impegnate per un unico obiettivo: affrontare la longevità, con le sue implicazioni sociali, assistenziali ed economiche, come variabile strategica per la crescita della nostra comunità”.

“Italia Longeva – ha spiegato il presidente Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento per l'assistenza sanitaria di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia al Policlinico Gemelli di Roma – nasce dal presupposto che la terza e quarta età non sono una malattia, bensì periodi della vita di una persona di questo millennio, in cui certe funzioni si perdono ma altre si acquistano. Consapevoli delle potenzialità e della risorsa che l’anziano costituisce per la moderna società, obiettivo di Italia Longeva è garantirgli assistenza sanitaria innovativa ed a 360 gradi e la promozione di servizi dentro e fuori il domicilio, per semplificare la sua autonomia, consentendogli di sfruttare al meglio le facoltà acquistate e di ovviare agevolmente a quelle perse, nel rispetto dell’indipendenza e della sicurezza. Dunque la qualità dell’invecchiamento può e deve essere migliorata con il sostegno della tecnologia a partire dalle piccole cose legate alla quotidianità, con la progettazione, ad esempio, di nuove case con attrezzature a misura di anziano: assenza di gradini, porte larghe che consentano l’accesso anche alle carrozzelle, maniglie di sicurezza nelle toilette e nella vasca da bagno, rilevatori di acqua e gas, elettrodomestici intelligenti che si spengono da soli, arredi con altezze regolabili, accesso ai mezzi di comunicazione e di intrattenimento con facili interfacce per il controllo a distanza. Un’attenzione – ha aggiunto Bernabei – da estendere anche e soprattutto all’assistenza sanitaria, attraverso la promozione della telemedicina, che ancora tarda a decollare, mentre oggi esibisce una serie di prodotti e tecnologie che aiutano – a basso costo – a garantire la permanenza dell’anziano a casa, monitorato però costantemente dai familiari o dagli operatori sanitari al fine di prevenire situazioni di pericolo o di emergenza.”

“L’Irccs Inrca – ha affermato Giuseppe  Zuccatelli, Direttore Generale – porta all’interno di Italia Longeva le sue caratteristiche e potenzialità uniche in Italia, quali la centralità della vocazione geriatrica e la presenza di unità operative multidisciplinari a livello interregionale. L’Inrca è socio fondatore di un network dedicato all’invecchiamento, Italia Longeva appunto, che ha il compito di coordinare i punti di eccellenza, mettere in rapporto tra loro competenze scientifiche, sanitarie, sociali, economiche, tecnologiche e umanistiche, mantenendo una strategia di completa apertura verso nuove contaminazioni disciplinari”.

“L’Istituto – ha aggiunto Fabrizia Lattanzio, Direttore Scientifico – grazie alla sua peculiare natura, rappresenta un vero e proprio laboratorio per sperimentazioni nelle diverse aree che intercettano i bisogni della popolazione anziana, considerando che i 400 posti letto complessivamente disponibili sono in grado di fornire ogni anno circa 15.000 prestazioni di ricovero ospedaliero per pazienti di età media pari a 80 anni, con un numero medio di patologie pari a 4, trattati quotidianamente con più di 5 farmaci. Inoltre, l’Istituto eroga ogni anno oltre 1.300.000 prestazioni ambulatoriali. L’adesione ad Italia Longeva rappresenta per i ricercatori ed i professionisti occasione di scambio e di confronto con altre realtà nazionali e internazionali, nonché opportunità di creare  co-progettazioni per attrarre finanziamenti esterni. Ad esempio, con il prossimo programma di finanziamenti, previsto per il 2014 (Horizon 2020), l’UE intende bandire risorse per 80 miliardi di euro con particolare attenzione all’area dell’invecchiamento: dalla capacità di attrarre queste risorse dipende oggi più che mai, la crescita e la qualità della ricerca italiana”.

“L’Italia con i suoi 13 milioni di ultra65enni – ha affermato Giuseppe Paolisso, presidente della Società Italiana di Geriatria e Gerontologia – è ormai il paese in cui vi è il maggior invecchiamento della popolazione di tutto il mondo. Ma la cosa che più impressiona è che nei prossimi 20 anni ci sarà un aumento di 25 volte della fascia degli ultra85enni e di 130 volte dei centenari, le età più bisognose di assistenza. Il sistema Italia dovrà perciò attrezzarsi per fornire le giuste cure alla popolazione anziana, considerando i costi sanitari che già oggi riguardano  la spesa farmaceutica, assorbita per oltre il 55% dalla popolazione che va dai 65 agli 85enni, ed i ricoveri ospedalieri, non sempre del tutto congrui, ma che oggi per oltre il 47% sono a carico del paziente ultra 65enne. Saprà un sistema sanitario federale come il nostro accettare e vincere questa sfida così ardua nei prossimi 20 anni? E’ questa la questione chiave su cui è necessario interrogarsi”.

“E proprio nel campo delle cure – ha concluso Niccolò Marchionni, presidente della Società Italiana di Cardiologia Geriatrica e Ordinario di Geriatria all'Università di Firenze – è importante agire con lungimiranza. Innanzitutto promuovendo l’utilizzo di terapie personalizzate e innovative, e sensibilizzare cittadini e mondo sanitario all’importanza dell’aderenza terapeutica, cioè alla corretta e costante assunzione di uno o più farmaci contemporaneamente, garantendo equità d’accesso. Ad essere coinvolte sono soprattutto le malattie cardiovascolari cresciute con l’aumento dell’aspettativa di vita. Sappiamo infatti che, nel post-infarto, un'aderenza terapeutica di almeno l'80%, potrebbe prevenire ogni anno la morte di circa 200 “giovani anziani” (fra i 65 e i 74 anni) e di ben 2700 over75, con riduzione dei nuovi ricoveri ed un risparmio annuale di 15 ml di euro per il SSN”.
 

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