quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Giovedì 25 MARZO 2021
Se Speranza rispolvera il “tubolario”
Gentile Direttore,
una doverosa premessa: apprezziamo molto il Ministro Speranza cui riconosciamo sobrietà, passione ed impegno. Proprio per questo ci permettiamo di essere con lui particolarmente esigenti e ci aspettiamo da lui interventi che ci facciano intravedere una sanità post-pandemia migliore. Da queste parole iniziali si capisce già stavolta che il Ministro Speranza ci ha deluso.
Abbiamo infatti ascoltato con attenzione la sua presentazione fatta il 17 marzo delle linee programmatiche del Ministero alle Commissioni Sanità di Camera e Senato. In questa occasione ha parlato dei cinque assi della sanità del futuro.
Il quarto asse riguarda la digitalizzazione e dintorni. Un passaggio ci ha particolarmente colpito e per questo per non sbagliarci lo abbiamo recuperato dal resoconto stenografico della presentazione. Eccolo: “Ad oggi esiste presso il Ministero della salute un patrimonio di informazioni sanitarie che viene utilizzato ai fini di governo, monitoraggio, programmazione sanitaria e studi statistici. Ciò che ora serve sempre di più è una centrale di calcolo in grado di elaborare questa grande quantità di dati, per ricavarne informazioni esaustive e puntuali destinate a supportare una governance più efficace del Servizio sanitario nazionale e soprattutto la costruzione di analisi e scenari.”
La frase ci suonava come familiare non tanto per i contenuti, su cui dissentiamo completamente come diremo tra un attimo, quanto per lo stile, frasi che suonano bene, ma che rilette appaiono vuote e sembrano essere state generate da un ghost writer virtuale che assembli a caso parole ed espressioni “gergali” tipo: informazioni esaustive, governance, costruzione di analisi e scenari…
Arriva all’improvviso l’illuminazione: siamo in presenza di frasi analoghe a quelle prodotte dal vecchio Tubolario che conserviamo tra i nostri ricordi più cari. Il tubolario (uscito ormai di produzione) era un gioco frutto della fantasia di due epidemiologi (Marco Marchi e Pierluigi Morosini) che negli anni ’80 costruirono un geniale Generatore Automatico di Piani Sanitari.
In pratica, grazie ad un vero e proprio tubo, era possibile combinare una serie di “espressioni fatte” per generare un incredibile numero di frasi che suonavano bene e andavano bene per ogni contesto. Alla base del tubo c’era un tipo di tabella che acquistò subito tanto successo da essere ripresa prima dal "Corriere della sera" e poi da "L'ingegnere italiano".
Un paio di esempi del Tubolario li troviamo qui. Il primo: “Il modello di sviluppo persegue l’accorpamento delle funzioni e il decentramento decisionale secondo un modulo di interdipendenza orizzontale non dando certo per scontato, nella misura in cui ciò sia fattibile, il coinvolgimento attivo di operatori e utenti.” O ancora: “Il nuovo soggetto sociale si propone il superamento di ogni ostacolo e/o resistenza passiva nel primario interesse della popolazione, sostenendo e vitalizzando in termini di efficacia e di efficienza una congrua flessibilità delle strutture.”
A rileggere il discorso del Ministro sentiamo riecheggiare lo stile del Tubolario. Ma adesso veniamo alla “centrale di calcolo”. Qui Ministro siamo proprio fuori strada: le capacità di calcolo non possono essere scambiate con le attività di sorveglianza e di intelligenza epidemiologica e la situazione non migliora se aumentiamo quelle senza avere ampliato queste.
La funzione epidemiologica a supporto del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), perché è di quella che stiamo parlando, deve essere il contrario che centralizzata, va resa diffusa a tutti i livelli del SSN e coordinata su basi razionali e di competenza.
Il ruolo centrale non è quello di una sorta di grande fratello epidemiologo che elabora per tutti, ma quello di affiancare tutti i livelli decisionali del Servizio Sanitario Nazionale secondo un approccio che l’Associazione Italiana di Epidemiologia ha provato a delineare anche qui su QS.
Ministro disconnetta il suo ghost writer virtuale e dica “con parole sue” quali sono le direttrici di cambiamento della sanità dei prossimi anni. Farà sicuramente meglio da solo. E comunque cambi idea.
Non è certo di un centro di calcolo quello di cui abbiamo bisogno, ma di un’architettura sensata di integrazione di sistemi informativi sanitari efficienti, tempestivi, facilmente utilizzabili, con informazioni che siano integrabili tra di loro e con i dati di contesto sociali ed ambientali.
E quello che serve per analizzare e trasformare i dati in informazioni per le azioni è una epidemiologia presente, riconosciuta e valorizzata nelle Regioni e nelle Aziende Sanitarie. Se poi cerca collaborazione tra chi ha dedicato la sua vita ad utilizzare il “patrimonio di informazioni sanitarie” in nostro possesso non ha che da chiedere. Secondo noi saranno in tanti a rispondere alla sua richiesta.
In coda ricordiamo commossi la figura di Pierluigi Morosini della cui genialità il tubolario è una delle tante testimonianze.
Francesco Forastiere, Claudio Maria Maffei e Stefania Salmaso
Epidemiologi
© RIPRODUZIONE RISERVATA