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Lunedì 22 MARZO 2021
Covid. Inaugurato all’Ospedale San Donato di Arezzo il primo monumento dedicato alle vittime

Nata su iniziativa Presidente Opi Arezzo e sostenuta dall’Ausl Toscana Sud-Est. “Un ricordo indelebile e un ringraziamento per tutto il personale sanitario e non, i volontari e gliaddetti alla sanificazione che con spirito di abnegazione hanno sempre dimostrato la loro determinazione nel lavoro per riuscire a dare delle risposte ai tanti cittadini coinvolti dal virus”

Inaugurato all’Ospedale San Donato di Arezzo il primo monumento dedicato alle vittime di Covid-19.
L’iniziativa promossa dal Presidente Opi Arezzo Giovanni Grasso ha trovato fin dall’inizio il più grande consenso tra le autorità pubbliche e civili della città, in primis dal Direttore Generale dell’Ausl Toscana Sud-Est, Antonio D’Urso. A scoprire l’Opera dell’Artista Enzo Scatragli in memoria di chi, purtroppo “non ce l’ha fatta” il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

“Un anno fa ci fu il primo picco di contagi – ha ricordato Giani – oggi siamo ancora in emergenza. Ma c’è la speranza di uscire da questa terza ondata. Nonostante il numero dei contagi, infatti, il calo dei ricoveri può essere letto come una prima nota positiva. Adesso dobbiamo pensare al futuro, guardare al post Covid e riorganizzare la sanità. Le Asl sono in sofferenza, ma ne stiamo uscendo. Dopo la pandemia saranno rafforzati gli ospedali”.
 
“103.000 decessi da Covid-19 in Italia, quasi 5mila in Toscana – ha detto Grasso – tanto il dolore che le famiglie e le persone care hanno dovuto affrontare dall’inizio di questa pandemia questo simbolo è un ricordo che purtroppo per le nostre e per le future generazioni sarà indelebile nelle nostre menti. Allo stesso tempo l’opera vuole essere un ringraziamento per tutto il personale sanitario e non, ai volontari e agli addetti alla sanificazione che con spirito di abnegazione hanno sempre dimostrato la loro determinazione nel lavoro per riuscire a dare delle risposte ai tanti cittadini coinvolti dal Virus. La goccia della rinascita e la speranza di uscire fuori dal tunnel – ha concluso – sono oggi tangibili grazie alla possibilità di vaccinare quante più persone possibili. Gli infermieri sono al fianco dei cittadini e si mettono a disposizione della comunità in una campagna di vaccinazione di massa”.
 
“La mia opera – ricorda l’autore – vuol evocare speranza e dolore. Ringrazio che mi ha dato carta bianca per questo lavoro: con le ali libere si vola meglio. L’opera è esposta all’ospedale San Donato a ricordo delle vittime del Covid. Si rappresenta l’arte che si fa testimonianza di tragedia, soccorso, conforto di una comunità segnata dalla pandemia. Il progetto è una riflessione iconografica su questo nostro tempo che, scandito da dolore e disagio ma anche da impegno e dedizione, si contrae fino a fermarsi nell’opera d’arte”.
 
La cerimonia durante la quale l’opera è stata scoperta, si è conclusa sulle note di I Woke up, canzone scritta da due medici in prima linea: Marco Feri, dirigente del reparto di Terapia Intensiva dell’Ospedale di Arezzo, e Paolo Angori, della Cardiologia all’ospedale della Fratta, in provincia di Arezzo. Un brano scritto un anno fa, durante il primo lockdown, ispirato alla drammatica realtà vissuta nelle corsie degli ospedali.
 

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