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Venerdì 19 MARZO 2021
Covid. Rt stabile a 1,16. Il Molise passa in arancione e la Sardegna lascia la zona bianca e va direttamente in arancione
Resta alta l'incidenza a 7 giorni che fa segnare 264 casi ogni 100.000 abitanti. In ben 13 regioni è stata superata la soglia critica sia per i ricoveri nei reparti di terapia intensiva che in quelli di area medica. Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche, Lombardia, Campania, Trento, Puglia, Veneto e Valle d'Aosta resteranno nella zona con più restrizioni almeno fino a dopo Pasqua. Il Lazio potrebbe andare in arancione la prossima settimana. IL REPORT
Stabile l'indice Rt nazionale ad 1,16, resta alta l'incidenza a 7 giorni che fa segnare 264 casi ogni 100.000 abitanti. In ben 13 regioni è stata superata la soglia critica sia per i ricoveri nei reparti di terapia intensiva che in quelli di area medica. Le uniche novità riguardano il passaggio del Molise dalla zona rossa a quella arancione e la Sardegna che dalla zona bianca passa alla zona gialla che però, considerando quanto previsto dal decreto legge Draghi, va automaticamente in arancione. Questi gli esiti del monitoraggio della cabina di regia per questa settimana. Le ordinanze firmate dal Ministro della Salute, Roberto Speranza entreranno in vigore da lunedì 22 marzo.
Tutte le Regioni attualmente in fascia rossa (Friuli Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Piemonte, Marche, Lombardia, Campania, Lazio, Trento, Puglia, Veneto e Valle d'Aosta) resteranno - ad esclusione forse del Lazio - nella zona con più restrizioni almeno fino a dopo Pasqua. Sono infatti Regioni entrate in rosso la settimana scorsa che anche nella attuale mantengono uno scenario compatibile con quel colore. La regola resta infatti quella della permanenza in rosso per due settimane prima di poter passare alla arancione grazie a dati compatibili con questa zona.
In zona arancione restano invece Abruzzo, Basilicata, Calabria, Liguria, Molise, Bolzano, Toscana, Sicilia e Umbria.
A superare la soglia limite dell'incidenza dei 250 casi ogni 100.000 abitanti sono: Campania (305), Emilia Romagna (423), Friuli Venezia Giulia (468), Lombardia (329), Marche (338), Piemonte (352), Trento (298), Puglia (270), Veneto (264).
“Si conferma – si legge nel report - per la settima settimana consecutiva un peggioramento nel livello generale del rischio. Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in forte aumento con un tasso di occupazione a livello nazionale sopra la soglia critica. Si osserva un analogo andamento per le aree mediche. L’elevata incidenza, l’aumento della trasmissibilità e il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri richiedono di mantenere rigorose misure di mitigazione nazionali accompagnati da puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione”.
La sintesi
Si osserva un ulteriore aumento dell’incidenza a livello nazionale, che supera la soglia di 250 casi settimanali per 100.000, che impone il massimo livello di mitigazione possibile. Nel periodo 12-18 marzo 2021 è risultata di 264 per 100.000 abitanti
Nel periodo 24 febbraio - 09 marzo 2021, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,16 (range 1,02 - 1,26), sempre sopra uno in tutto il range.
Si osserva un peggioramento anche nel numero di Regioni/PPAA che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica (13 Regioni/PPAA vs 11 la settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è complessivamente in forte aumento e sopra la soglia critica (36% vs 31% della scorsa settimana). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in forte aumento da 2.756 (09/03/2021) a 3.256 (16/03/2021). Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale è arrivato alla soglia critica (40%) con un forte aumento nel numero di persone ricoverate: da 22.393 (09/03/2021) a 26.098 (16/03/2021).
Continua ad aumentare il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (54.964 vs 50.256 la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è28,2%. Invece, il 37,2% dei casi è stato rilevato attraverso la comparsa dei sintomi. Infine, il 20,5% attraverso attività di screening e per il 14,1% dei casi non era disponibile tale informazione.
L.F.
G.R
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