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Lunedì 01 MARZO 2021
Per noi infermieri la vaccinazione è scelta di responsabilità e dovere
Gentile Direttore,
in questa fase della campagna vaccinale dove punti di vista differenti sembrerebbero legittimare "non scelte" nelle nostre comunità professionali provinciali rispetto all'opportunità di protezione immunologica per sé e di prevenzione patologica per gli altri, non giudicando aprioristicamente le "non scelte" ma dovendone farcene carico riteniamo istituzionalmente doveroso rilanciare il messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella quando richiama indistintamente tutti alla riflessione che “La scienza ci offre l’arma più forte, prevalendo su ignoranza e pregiudizi. Vaccinarsi è una scelta di responsabilità, un dovere. Tanto più per chi opera a contatto con i malati e le persone più fragili”.
Rappresentiamo una significativa porzione di chi opera a contatto con le persone fragili come chiunque esposto al virus così subdolo come il CoViD19, e a tutela dei diritti di quei cittadini prima che possano diventare assistiti proprio perché il virus non guarda in faccia nessuno, per intima convinzione prima ancora che per effetto delle prerogative ordinistiche che discendono dalle normative vigenti, invitiamo tutti voi a condividere e far propri i seguenti punti:
- La tutela del cittadino passa per la sicurezza che deve offrire l’infermiere nell’esercizio della professione. Un infermiere è un infermiere sempre e sempre deve mantenere un comportamento adeguato e consono anche al di fuori del lavoro, astenendosi ad esempio dal celebrare e sostenere anche nei nuovi mezzi di comunicazione attività che contrastano le evidenze scientifiche;
- Prendersi cura della salute delle persone non è un lavoro “normale“, e alla base della scelta di vivere il mondo del lavoro e della sanità da infermieri e infermiere ci sono degli obblighi che derivano da norme che regolamentano l’ esercizio professionale, in primis il codice deontologico;
- Gli artt 1-9-10 del Codice Deontologico rafforzano l’agire dell’infermiere secondo “scienza e coscienza”. Ad essi il professionista deve attenersi anche perché ha firmato un patto di salute con il cittadino e deve possedere e mantenere un corretto comportamento etico e deontologico;
- Le libertà di scelta personale cessano nel momento in cui si mette a rischio la salute degli altri;
- La prevalenza della scienza e della coscienza sull'ignoranza e sui pregiudizi, è un valore prezioso.
Soprattutto in questo momento di contrapposizione non solo comportamentale ma anche dialettica, riteniamo corretto ascoltare tutti e vagliare qualsiasi punto di vista.
Ma a tutti rivolgiamo l'appello che avendo gli Ordini una funzione di massimo interesse pubblico in quanto enti sussidiari dello Stato a tutela dei cittadini, è opportuno affrontare e dipanare dubbi, porre domande e ricevere risposte, ascoltare e capire nel rispetto delle ragioni e dei ruoli degli interlocutori, avendo tutti ben presente che la salute non è un capriccio e che vaccinarsi è il primo e più importante gesto assistenziale che si possa dedicare al prossimo.
Abbiamo fatto una scelta professionale chiara ed incisiva che si riflette sulla qualità della vita dei cittadini e degli assistiti. La vaccinazione è ora. Se non ora, quando?
I Consigli Direttivi degli OPI Pordenone, Treviso, La Spezia, CarboniaIgleisias, L’Aquila, Ancona
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