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Martedì 02 FEBBRAIO 2021
Lombardia. Ecco il report di Agenas con tutte le criticità rilevate sulla Riforma sanitaria: “Assetto da riformare. Serve un’ATS unica”
In un documento di oltre 70 pagine l’Agenas approfondisce i punti deboli della riforma del 2015 e avanza le proprie proposte in vista della revisione da realizzare in 4 mesi. Tra queste: costituire un’ATS unica e ricondurre alla Regione le funzioni di accreditamento a garanzia di "una valorizzazione dell'attività dei soggetti privati accreditati all'interno della programmazione regionale, finalizzandola verso gli ambiti in cui si siano rilevate, dalla stessa Regione, le criticità dell’offerta”. IL DOCUMENTO AGENAS
Centoventi giorni per riformare la sanità lombarda. È questo il lasso di tempi che il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha dato alla Regione per apportare i dovuti corretti alla legge 23/2015. La deadline è prevista per la fine di aprile. E le modifiche dovranno tenere conto anche delle osservazioni che l’Agenas ha raccolto in oltre 70 pagine consegnate alla Regione a dicembre 2020.
Settanta pagine in cui l’Agenzia ha scavato in fondo all’attuale riforma e alle criticità emerse, avanzando da parte sua una serie di proposte migliorative per il sistema.
LE CRITICITA'
A cinque anni dall’introduzione della riforma sono sei, in particolare, le criticità rilevate dall’Agenas:
- “La frammentazione dell'impianto di governance porta a uno sfilacciamento della catena del comando e a una risposta non coordinata, da parte degli erogatori del sistema, ai bisogni di salute della popolazione”.
- “La dispersione dell'attività di controllo (in capo alle 8 ATS) e l'assenza di un forte presidio centrale di controllo (nonostante l’Agenzia di Controllo regionale) comportano l'emergere di disomogeneità della qualità dell'offerta sul territorio”.
- “L'assenza di un solido raccordo organizzativo tra ospedale e territorio comporta fenomeni di inappropriatezza nel percorso di presa in carico, soprattutto dei pazienti più fragili”.
- “La separazione delle funzioni di governo da quelle di erogazione (tra ATS e ASST) delle attività territoriali si traduce in un coordinamento delle stesse non pienamente efficace. In effetti, il distretto, tradizionalmente luogo di sintesi tra i bisogni di salute della popolazione di riferimento e l’offerta dei servizi, è un'articolazione delle ATS con compiti di governo e programmazione mentre l'erogazione delle prestazioni distrettuali è affidata alle ASST e ai soggetti erogatori”.
- “La separazione delle funzioni dell'attività di prevenzione, con l’attribuzione delle competenze di governo alle ATS e di erogazione alle ASST, ha indebolito questa funzione strategica”.
- “La competizione tra ASST ed erogatori privati accreditati (alcuni dei quali con rilevanza nazionale oltre che locale) genera difficoltà nell’assegnazione del budget, nel controllo delle prestazioni erogate, e nel garantire omogeneità nella qualità dei servizi, nonché determina l'esigenza di ricondurre l'offerta privata ad una maggiore funzionalità rispetto alla programmazione regionale, finalizzandola a soddisfare il fabbisogno di assistenza rilevato a seguito di un'analisi della domanda e del livello di soddisfazione della stessa”.
LE PROPOSTE
La principale osservazione dell’Agenas riguarda dunque l’assetto del sistema che è, a parere dell’Agenzia, da armonizzare. L’obiettivo del modello proposto è, dunque, “migliorare l’integrazione tra gli attori del sistema e a ridefinire con chiarezza i ruoli e le competenze attraverso una revisione dell'impianto istituzionale, caratterizzata principalmente dalla costituzione di un'unica ATS, a sostituzione delle 8 attuali”.
“Alla Regione - secondo l’Agenas - vanno ricondotte non solo le funzioni di pianificazione, programmazione e indirizzo ma anche quelle di accreditamento, in quanto costituiscono una leva fondamentale di governo. Questo consentirebbe una valorizzazione dell'attività dei soggetti privati accreditati all'interno della programmazione regionale, finalizzandola verso gli ambiti in cui si siano rilevate, dalla stessa Regione, le criticità dell'offerta, sulla base dell'analisi dei bisogni e del livello di soddisfacimento degli stessi”.
Questo rafforzamento della governance regionale prevede l'eliminazione delle attuali otto ATS e l'istituzione di un'unica ATS regionale, eventualmente con articolazioni territoriali. “La dimensione regionale dell'ATS permetterebbe, tra l'altro, un’efficace attività di governo dell'offerta degli erogatori lombardi di profilo nazionale: all'ATS unica sarebbe quindi riservata l’attività di negoziazione e contrattazione con gli erogatori, in larga parte ospedalieri, pubblici e privati accreditati, che per loro natura rispondano a una domanda di salute non localmente delimitata”, osserva l’Agenzia..
Si ipotizza un ruolo – nella definizione degli Accordi Contrattuali e nell’attività di controllo – riservato alle ASST, per quanto riguarda gli erogatori di prestazioni ospedaliere, ambulatoriali e sociosanitarie di scala più prettamente locale.
La Regione dovrebbe inoltre riappropriarsi della funzione di vigilanza di tutti i soggetti erogatori, o attraverso proprie strutture/organismi di controllo, oppure tramite l’Agenzia di controllo. All’ATS unica dovrebbe spettare lo svolgimento di supporto tecnico a tale attività di vigilanza.
Sulla base di questo impianto, la Regione (tramite l’Agenzia di Controllo) o l’ATS unica svolgerebbero il controllo sul rispetto degli Accordi Contrattuali dalla stessa stipulati con gli erogatori privati accreditati di valenza regionale o extraregionale, mentre le ASST eserciterebbero i controlli sul rispetto degli Accordi Contrattuali e sulla qualità, efficacia e congruità delle prestazioni, in regime di ricovero e ambulatoriale, erogate dalle altre strutture pubbliche e private accreditate insistenti nel proprio territorio.
Ecco uno schema di sintesi delle proposte Agenas:
- Istituire i Dipartimenti di Prevenzione, costituiti quali articolazioni delle ASST, con
funzioni di governo ed erogazione delle prestazioni per la tutela della salute della popolazione.
- Istituire i Distretti, costituiti quali articolazioni delle ASST, con funzioni di governo ed erogazione delle prestazioni distrettuali, prevedendo un adeguato coinvolgimento dei sindaci.
- Istituire i Dipartimenti di Salute Mentale, costituiti quali articolazioni delle ASST, con il compito di gestire la domanda legata alla cura, all'assistenza e alla tutela della salute mentale nell'ambito del territorio di riferimento.
- Istituire la figura del Direttore di Distretto, selezionato ai sensi della normativa vigente.
- Assegnare alle ASST l’attuazione degli atti di indirizzo, di pianificazione e di programmazione regionali con le connesse attività di programmazione ed organizzazione dei servizi a livello locale, sulla base della popolazione di riferimento.
- Attribuire alla Regione la funzione di accreditamento istituzionale delle strutture pubbliche, private e dei professionisti che ne facciano richiesta.
- Assegnare alla Regione (tramite l’Agenzia di controllo), oppure all’ATS unica, funzioni di vigilanza e controllo degli erogatori privati accreditati di valenza regionale o extraregionale con cui ha stipulato gli Accordi Contrattuali e assegnare alle ASST la funzione di controllo degli erogatori privati accreditati: ospedalieri, ambulatoriali e sociosanitari, con valenza locale, con cui hanno stipulato gli Accordi Contrattuali.
Vi sono poi indicazioni che rappresentano un suggerimento migliorativo utile per coadiuvare al nuovo modello organizzativo del Sistema Sociosanitario Lombardo, tra le quali:
- Costituire un'ATS unica con funzioni tecnico amministrative specialistiche a livello accentrato, con il compito di coordinamento delle ASST e supporto nel miglioramento dei processi tecnico amministrativi e di organizzazione sanitaria e sociosanitaria ed infine con l’incarico tecnico di supporto alla programmazione regionale (valutazione epidemiologica, analisi, dati, informazioni, supporto tecnico per l'adozione di provvedimenti regionali).
- Assegnare all’ATS unica, o in alternativa alla Regione secondo il modello rappresentato, la negoziazione e la contrattazione con gli erogatori privati di profilo regionale e extraregionale.
- Assegnare all’ATS unica, o in alternativa alla Regione secondo il modello rappresentato, le attività di controllo sul rispetto degli Accordi Contrattuali con gli erogatori privati accreditati di valenza regionale o extraregionale, ferme restando le attività di controllo sul rispetto degli Accordi Contrattuali con gli erogatori privati accreditati di valenza locale alle ASST.
- Assegnare alla Regione, oppure all’ATS unica, l’incarico di stipula degli Accordi Contrattuali con gli erogatori privati accreditati per attività di ambito regionale o extraregionale, ed assegnare alle ASST, previa valutazione del fabbisogno locale, l’incarico di stipula degli Accordi Contrattuali con gli erogatori privati accreditati di prestazioni ospedaliere, ambulatoriali e sociosanitarie per attività in ambito locale.
- Attribuire all’Agenzia di controllo (quale organismo regionale terzo tecnico scientifico) compiti di programmazione, analisi, vigilanza e supervisione dell’attività di controllo svolta sul sistema di erogazione delle prestazioni da parte di aziende pubbliche ed erogatori privati accreditati.
- Attribuire alla Agenzia di Controllo la competenza all'emanazione di direttive, di analisi sui risultati dell'attività di controllo, di risoluzione delle contestazioni sorte a seguito dei controlli svolti.
- Valutare la possibilità di ridefinire le dimensioni delle ASST al fine di renderle maggiormente funzionali all’organizzazione dei servizi sanitari della popolazione di riferimento ed efficienti nell’erogazione delle prestazioni ai cittadini.
"Sarebbe opportuno porre in atto tali interventi con tempestività al fine di rendere operative le indicazioni fornite, scaturite dall’analisi quali-quantitativa rappresentata, con diretta incidenza sulla modifica della legge regionale n. 23 dell’11 agosto 2015", conclude Agenas.
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