quotidianosanità.it
stampa | chiudi
Venerdì 29 GENNAIO 2021
Vaccini Covid. Efficacia media del 66% per quello di Johnson & Johnson. Ma sale all’85% per prevenzione malattia grave
Nello studio, condotto in otto paesi di tre continenti, il 44% dei partecipanti proveniva dagli Stati Uniti, il 41% dall’America centrale e meridionale e il 15% dal Sud Africa. Poco più di un terzo dei volontari aveva più di 60 anni. I partecipanti sono stati complessivamente 44.000. “Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo traguardo critico e il nostro impegno per affrontare questa crisi sanitaria globale continua”.
Johnson & Johnson ha reso noti i dati del trial di fase 3 del suo vaccino contro il COVID-19. Il livello di protezione contro l'infezione da moderata a grave dopo 28 giorni dalla somministrazione della monodose, risulta variabile nei diversi trial effettuati: in quello portato avanti negli Usa, che ha coinvolto il 44% dei 44.000 partecipanti, è stata del 72%; ma è scesa al 66% in America Latina dove è stato coinvolto il 41% dei partecipanti alla sperimentazione e al 57% in Sud Africa dove è stato interessato il 15% dei partecipanti al trial.
L'azienda ha comunicato pertanto un livello di efficacia nella rpevenzione complessivo del 66%, che sale però all'85% in tutte le aree geografiche del trial nei casi gravi della malattia.
Il vaccino di J&J utilizza un comune virus del raffreddore, noto come adenovirus di tipo 26, per introdurre le proteine del coronavirus nelle cellule del corpo e innescare una risposta immunitaria
Non sono stati registrati eventi avversi gravi tra coloro che hanno ricevuto il vaccino. I risultati completi dello studio saranno pubblicati prossimamente in una rivista peer-reviewed.
J&J prevede di richiedere l’autorizzazione per l’uso di emergenza dalla Food and Drug Administration statunitense la prossima settimana.
Per quanto riguarda la produzione, la big pharma conferma l’obiettivo di arrivare a fornire 1 miliardo di dosi nel 2021. Il vaccino sarà realizzato in impianti dislocati negli Stati Uniti, in Europa, Sud Africa e India.
“Johnson & Johnson ha intrapreso lo sforzo globale per combattere la pandemia COVID-19 un anno fa e ha portato tutta la forza delle nostre capacità, così come straordinarie partnership pubblico-privato, per consentire lo sviluppo di un vaccino a iniezione singola. Il nostro obiettivo è sempre stato quello di creare una soluzione semplice ed efficace per il maggior numero di persone possibile e di avere il massimo impatto per aiutare a porre fine alla pandemia ", ha affermato Alex Gorsky, Presidente, Consiglio di amministrazione e Amministratore delegato, Johnson & Johnson . "Siamo orgogliosi di aver raggiunto questo traguardo critico e il nostro impegno per affrontare questa crisi sanitaria globale continua con urgenza per tutti, ovunque".
Il candidato al vaccino COVID-19 di Janssen ha dimostrato inoltre “una protezione completa contro il ricovero e la morte correlati a COVID, 28 giorni dopo la vaccinazione. È stato riscontrato un chiaro effetto del vaccino sui casi COVID-19 che richiedono un intervento medico (ricovero in ospedale, ricovero in terapia intensiva, ventilazione meccanica, ossigenazione extracorporea a membrana (ECMO)), senza casi segnalati tra i partecipanti che avevano ricevuto il vaccino Janssen COVID-19, 28 giorni dopo la vaccinazione”.
“Questi risultati di punta con un candidato vaccino COVID-19 a iniezione singola sono promettenti. Il potenziale per ridurre in modo significativo il carico di malattie gravi, fornendo un vaccino efficace e ben tollerato con una sola immunizzazione, è una componente fondamentale della risposta della salute pubblica globale ", ha affermato Paul Stoffels, MD, Vicepresidente del Comitato esecutivo e Direttore scientifico, Johnson & Johnson.
© RIPRODUZIONE RISERVATA