quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 14 DICEMBRE 2020
Medici 118 convenzionati scrivono agli Omceo: “Aiutateci a diventare dipendenti nella rete del Dea”

I medici chiedono ai presidenti degli Ordini provinciali di prendere posizione in merito ai “problemi e contraddizioni” del contratto. “Perché noi Medici Convenzionati, pur operando nelle stesse difficili condizioni, siamo privati dei diritti di cui invece godono i nostri colleghi Dipendenti?”, si domandano i medici che dagli Omceo vorrebbero “un segnale forte per realizzare la nostra aspirazione circa la dirigenza medica, attraverso il transito alla dipendenza nella rete del DEA”.

I medici convenzionati del 118 dell’Abruzzo scrivono ai presidenti degli Ordini provinciali per reclamare attenzione in merito ai "problemi e contraddizioni, presenti ormai da troppi anni, che riguardano il nostro contratto di lavoro; situazione che ci fa vivere un profondo senso di ingiustizia esacerbato in modo evidente dalla attuale pandemia che da mesi stiamo gestendo, insieme alla Sanità tutta, con impegno e competenza”.

“Noi riteniamo - spiegano i medici nella lettera - che l'attuale contratto (ACN) cui siamo legati, appaia ormai decontestualizzato rispetto ai nostri compiti e agli accresciuti bisogni di un soccorso territoriale, che chiede sempre più interventi qualificati e non limitati al semplice ‘carica e vai’”. Un soccorso profondamente mutato rispetto agli anni precedenti, che ha visto una sempre maggiore integrazione con l’ospedale. Ne è un esempio il trasporto dei pazienti con patologie tempo dipendente (es. STEMI, ICTUS) verso l’ospedale più adatto (Hub) e non quello più vicino (Spoke), e non solo da territorio ad ospedale, ma anche da ospedale ad ospedale”.

In questo quadro, il loro è tuttavia un contratto di lavoro, che “non ci riconosce il diritto alla malattia e all'infortunio, perché regolamentati da polizze assicurative private che liquidano le competenze al termine della malattia, lasciandoci scoperti per tutta la sua durata.  È evidente quindi come tutto ciò renda obsoleta la nostra condizione di Medici Convenzionati, poiché ci ingabbia dentro il livello basico di Medico Soccorritore, precludendo così le nostre legittime istanze di avanzamento di carriera e di ulteriore integrazione nel DEA, presso cui siamo certi di poter esprimere pienamente la nostra utilità. Queste opportunità, negate a noi Convenzionati, sono al contrario concesse al medico Dipendente".

La domanda a cui i medici convenzionati del 118 chiedono di avere risposta è: “Perché noi Medici Convenzionati, pur operando nelle stesse difficili condizioni, siamo privati dei diritti di cui invece godono i nostri colleghi Dipendenti? Il lavoro e l'esposizione al contagio sono gli stessi e allora perché non riconoscerci pari diritti, permettendoci la transizione verso una nuova e più equa condizione di Dipendenti ASL? Ad avvalorare ancor di più la nostra richiesta le ricordiamo che tempi addietro, attraverso l'applicazione della Dlg. 502 del 1992, molti nostri colleghi sono passati dalla condizione di Medici Convenzionati a quella di Dipendenti ASL”.

Da qui l’appello ai presidenti Omceo delle province abruzzesi perché diano “un segnale forte che fughi ogni dubbio sulla posizione del nostro ordine riguardo ai percorsi presenti o futuri da seguire per realizzare la nostra aspirazione circa la dirigenza medica, attraverso il transito alla dipendenza nella rete del DEA”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA