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Mercoledì 02 DICEMBRE 2020
Covid. Ospedali nel caos, senza il “governo clinico”



Gentile Direttore,
la generale crisi del sistema ospedaliero causata dalla pandemia COVID-19 deriva certamente dalle scelte sbagliate dei Governo e delle Regioni degli ultimi tre lustri, caratterizzate dal progressivo e costante taglio dei posti letto, dalla chiusura di presidi ospedalieri, dalla riduzione degli organici, dal depauperamento delle tecnologie sanitarie.
 
Ciò è alla base delle enormi criticità, con connesse gravissime ricadute sulla tutela della salute dei cittadini, che si sono e si stanno permanentemente evidenziando nella gestione dei casi e malati COVID-19, ma anche e forse ormai soprattutto, di tutte le altre patologie acute e croniche. Anche l’elevatissimo numero dei contagi tra il personale sanitario, ad oggi oltre 65 mila, è un ulteriore segnale di crisi che merita attenzione.
 
In questa fase Regioni e Aziende stanno adottando soluzioni eterogenee e diversificate per riorganizzare gli ospedali sottoposti alla fortissima domanda di ricovero con una peculiare caratteristica dominante: ignorare totalmente o quasi i principi ed i modelli di Clinical Governance.
 
È del tutto evidente infatti che l’assunzione di decisioni circa la riorganizzazione e la ripartizione dei letti di ricovero tra malati COVID-19 e malati per altre diverse patologie, la corretta individuazione delle aree di ricovero da trasformare per renderle idonee alle diverse condizioni patologiche, la valutazione di idoneità sanitaria delle strutture edilizie, spesso vetuste e non compatibili con le caratteristiche tecniche dell’assistenza a malati infettivi ad alta contagiosità, la definizione dei percorsi di malati, utenti ed operatori sanitari, gli adeguamenti del microclima, la definizione delle aree filtro e relative caratteristiche, l’adattamento di corretto utilizzo dei diversi dispositivi in relazione alla eterogenea sequenza delle attività cliniche, configurano competenze “peculiari” ed “esclusive” dei medici.
 
Ebbene, nel circuito nazionale delle decisioni dove un comitato tecnico scientifico dà indirizzi di carattere generale, l’ISS indirizzi specifici per ambiti metodologici, quando si passa all’ambito regionale e locale improvvisamente la catena di Clinical Governance si interrompe, e le decisioni più direttamente incidenti sul percorso dei pazienti, vengono assunte, in una fase in cui la competenza tecnica è assolutamente prevalente, da Direttori Generali troppo spesso sprovvisti di qualsivoglia competenza che vada al di là dell’ambito gestionale.
 
Ciò si sta verificando quasi nell’intero Paese con ricadute enormi sulle modalità di gestione della pandemia ma anche delle altre aree critiche di assistenza (cardiologia, oncologia, chirurgia, nefrologia, etc.), con conseguenze gravi per i cittadini anche in termini di esiti infausti.
 
Occorre con urgenza prevedere in ogni azienda sanitaria o ospedaliera la costituzione di un organismo tecnico di Clinical Governance da preporre alla gestione di tutte le riorganizzazioni delle aree di ricovero, degli adeguamenti edilizi ed impiantistici, all’individuazione quantitativamente e qualitativamente corretta delle distinte aree di ricovero, dell’acquisizione e dell’impianto delle connesse tecnologie sanitarie.
 
Tale modello organizzativo va reso operativo in tempo, poiché ogni ulteriore ritardo ricade sulla salute dei cittadini e degli operatori sanitari, per fare in modo che le scelte tecniche siano caratterizzate da competenza ed appropriatezza.
 
Si potrebbe dire, in altre parole, che la gravissima crisi COVID-19 sta evidenziando in modo chiaro e indiscutibile la urgenza di cambiare il modello di governo delle Aziende sanitarie, passando dalla “frammentazione” delle incompetenze degli attuali gestori, alla “federazione” delle competenze, modificando con urgenza l’organizzazione del Ssn definita dal D.Lgs. 502 del 1992.
 
Alberto Spanò
Responsabile Nazionale Anaao Assomed Dirigenza Sanitaria

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