quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 27 NOVEMBRE 2020
Carcinoma esofageo. Da Commissione Europea via libera per uso nivolumab nel trattamento in seconda linea

È la prima immunoterapia ad essere approvata nell’Unione Europea per il tumore gastroesofageo. L’approvazione si basa sullo studio di fase 3 ATTRACTION-3 che mostra un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia.

Bristol Myers Squibb annuncia che la Commissione Europea (EC) ha approvato nivolumab per il trattamento di pazienti adulti con carcinoma esofageo a cellule squamose (ESCC) avanzato non resecabile, recidivo o metastatico dopo precedente chemioterapia di combinazione a base di fluoropirimidina e platino.
 
La decisione della Commissione Europea si basa sui risultati dello studio di fase 3 ATTRACTION-3, sponsorizzato da Ono Pharamceutical Co. Ltd Giappone, che ha dimostrato un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza globale (OS) nei pazienti che hanno ricevuto nivolumab rispetto alla chemioterapia. Il profilo di sicurezza di nivolumab è risultato favorevole se comparato a quello della chemioterapia e in linea con quanto osservato in precedenti studi con nivolumab in altri tumori solidi.
 
“L’approvazione odierna rappresenta un importante traguardo per i pazienti che convivono con il carcinoma esofageo a cellule squamose, perché per la prima volta un’opzione di trattamento immunoterapico è stata approvata nell’Unione Europea per questa popolazione di pazienti”, ha affermato Ian M. Waxman, M.D., responsabile dei programmi di sviluppo, tumori del tratto gastrointestinale, Bristol Myers Squibb. “Siamo fieri dello sforzo che abbiamo fatto per sviluppare nuove opzioni di trattamento per le persone che convivono con tumori del tratto gastrointestinale superiore e attendiamo di collaborare al più presto con gli stakeholder europei per portare nivolumab a quanti più pazienti eleggibili che possano trarre beneficio da questa terapia”.
 
Oltre a questa approvazione nell’Unione europa, nivolumab è stato approvato in cinque Paesi, inclusi Stati Uniti e Giappone, per il trattamento di seconda linea di pazienti con ESCC avanzato non resecabile, recidivo o metastatico. Bristol Myers Squibb ringrazia tutti i pazienti e gli sperimentatori coinvolti nello studio clinico ATTRACTION-3 per il loro importate contributo.
 
Lo studio ATTRACTION-3: risultati di efficacia e sicurezza
Nello studio di fase 3 ATTRACTION-3, che ha avuto come endpoint primario la OS:
- Nivolumab ha ridotto il rischio di morte del 23%, rispetto alla chemioterapia da sola (Hazard Ratio [HR] 0,77; IC 95%: 0,62 – 0,96; p = 0,019).
 
- La OS mediana con nivolumab è stata di 10,9 mesi (IC 95%: 9,2 – 13,3) rispetto a 8,4 mesi (IC 95%: 7,2 – 9,9) con la sola chemioterapia, dimostrando un miglioramento di 2,5 mesi.
 
- Il braccio trattato con nivolumab ha mostrato tassi di OS a 12 e 18 mesi rispettivamente del 47% (IC 95%: 40 – 54) e del 31% (IC 95%: 24 – 37) vs 34% (IC 95%: 28 – 41) e del 21% (IC 95%: 15 – 27), nei pazienti assegnati al braccio di chemioterapia. Il beneficio di sopravvivenza con nivolumab è stato osservato indipendentemente dai livelli di espressione di PD-L1.
 
- I tassi di risposta obiettiva (ORR) tra i bracci trattati con nivolumab e la chemioterapia sono stati comparabili, rispettivamente del 19% (IC 95%: 14 – 26) e 22% (IC 95%: 15 – 29).
 
- La durata mediana della risposta (DoR) dei pazienti è risultata considerevolmente aumentata nel braccio trattato con nivolumab con 6,9 mesi (IC 95%: 5,4 – 11,1) vs 3,9 mesi (IC 95%: 2,8 – 4,2), con la chemioterapia.
 
- Un’analisi esplorativa degli outcome riportati dai pazienti ha mostrato un significativo miglioramento globale della qualità di vita con nivolumab vs chemioterapia. Con nivolumab è stato riportato un numero inferiore di eventi avversi correlati al trattamento (TRAEs) rispetto alla chemioterapia, con un tasso del 66% per TRAEs di ogni grado nei pazienti trattati con nivolumab rispetto al 95% in quelli che ricevevano la chemioterapia. I pazienti nel braccio nivolumab hanno anche manifestato una più bassa incidenza di TRAEs di grado 3 o 4 rispetto a quelli nel braccio chemioterapico (18% vs 63%) e la percentuale di pazienti con TRAEs che hanno portato alla sospensione del trattamento era la stessa in entrambi i bracci (9%).
 
Lo studio ATTRACTION-3
ATTRACTION-3 (ONO-4538-24/CA209-473; NCT02569242) è uno studio globale di fase 3, multicentrico, randomizzato, in aperto, che ha valutato nivolumab rispetto alla chemioterapia (docetaxel o paclitaxel) in pazienti con tumore dell’esofago refrattari o intolleranti alla terapia di combinazione di prima linea con farmaci a base di fluoropirimidina e platino. I pazienti sono stati arruolati prevalentemente in Asia, i rimanenti tra Stati Uniti ed Europa. I pazienti sono stati trattati fino a progressione della malattia o tossicità inaccettabile. L’endpoint primario era la sopravvivenza globale (OS). Endpoint secondari includevano il tasso di risposta obiettiva (ORR) valutato dallo sperimentatore, la sopravvivenza libera da progressione (PFS), il tasso di controllo della malattia, la durata della risposta e la sicurezza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA