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Giovedì 19 NOVEMBRE 2020
Covid. Castellone (M5S): “Sanità territoriale va riformata anche rivedendo sistema convenzioni”
"Finalmente si registrano delle importanti convergenze da parte di altre forze politiche a favore di una riforma della medicina del territorio, rivedendo anche l’attuale modello del convenzionamento. Gli operatori sanitari del territorio devono essere parte integrante dell’organizzazione sanitaria e devono essere posti nelle condizioni di lavorare in sicurezza e con le dotazioni di cui necessitano". Così la senatrice pentastellata della Commissione Sanità.
"E' da quando siamo al governo che insistiamo sulla necessità di invertire la rotta della sanità pubblica italiana: abbiamo ricominciato ad investire nel Servizio sanitario nazionale, abbiamo colmato l’imbuto formativo che impediva a tanti medici neolaureati di potersi specializzare, stiamo discutendo in Senato della riforma del sistema di emergenza urgenza 118 e delle nomine dei direttori generali. Che la medicina del territorio necessitasse di un cambio di rotta era già una evidenza acquisita e condivisa, da più parti, in era pre-pandemica".
Così, in una nota, la senatrice del MoVimento 5 Stelle Mariolina Castellone.
"La pandemia ci ha ricordato la necessità di superare l’assetto ospedalo-centrico, evolvendo e potenziando la medicina territoriale. Abbiamo istituito le unità speciali di continuità assistenziale (Usca) per la presa in carico domiciliare dei pazienti covid-19 per dare una risposta concreta allo stato emergenziale, ma adesso vanno assunte decisioni strategiche in chiave post-pandemica, poiché la popolazione è sempre più anziana e l’impatto delle cronicità continua ad essere crescente".
"Finalmente, si registrano delle importanti convergenze da parte di altre forze politiche di maggioranza e minoranza a favore di una riforma della medicina del territorio, rivedendo anche l’attuale modello del convenzionamento. Gli operatori sanitari del territorio devono essere parte integrante dell’organizzazione sanitaria e devono essere posti nelle condizioni di lavorare in sicurezza e con le dotazioni di cui necessitano. E devono essere adeguatamente formati ed addestrati per affrontare le sfide che pone il mutato quadro epidemiologico, attivando percorsi formativi specialistici dedicati alle cure primarie, intermedie e di comunità., al pari di quanto già avviene in tutta Europa”, ha concluso Castellone.
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