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Giovedì 12 NOVEMBRE 2020
Precari della ricerca. Perdura il mancato riconoscimento del nostro diritto al lavoro



Gentile Direttore,
le scrivo nuovamente per rendere conto della perdurante esclusione dalla Piramide del Ricercatore (Legge N. 8 del 28.2.2020) di decine di precari della ricerca in Sanità anche di lunga data (con 15 anni di precariato o più), che avevano partecipato ad una survey online condotta ad inizio 2020 dalla sottoscritta, come già documentato in due precedenti lettere che Le ho scritto in data 18 febbraio (‘Precari della ricerca. Da quanto? Le risposte in una survey online) e 3 marzo di questo anno (“Ricerca. Non dimenticatevi di noi ‘precari a vita’” pubblicato il 3 marzo 2020). Tale survey non aveva e non ha la pretesa dell’esaustività e della rappresentatività statistica, ma è indicativa dei fenomeni che si vogliono evidenziare.

I motivi del mancato ingresso diretto in Piramide - previsto già dalla legge 205 del 2017 – erano e restano principalmente la mancanza di un contratto/borsa di studio nelle 24 ore del giorno 31.12.2017 (che mal si concilia con la nota prassi amministrativa della ‘vacanza contrattuale’), che riguarda ancora circa 27 persone che avevano partecipato alla survey, oppure la tipologia contrattuale apparentemente incompatibile con l’evidenza pubblica, che riguarda circa 12 persone. Non hanno risposto alla richiesta di aggiornamento che ho inviato pochi giorni fa ben 16 persone, quindi si stima che siano almeno 50 le persone ancora interessate dall’esclusione della Piramide, con durata complessiva della collaborazione con IRCSS e IZS italiani ben sopra i 3 anni negli ultimi 7, richiesti dalla normativa (dal 1.1.2013 al 31.12.2019).

La questione dell’esclusione dalla Piramide per i suddetti motivi era stata sollevata dalla sottoscritta e portata dai Sindacati all’attenzione del Ministero della Salute che aveva manifestato sensibilità ed attenzione verso tale problematica, rimandando ad un altro provvedimento in materia sanitaria il recupero del personale che non era in servizio il 31.12.2017. Poi è arrivato il Coronavirus e tutti i decreti riguardanti la Sanità si sono concentrati sull’emergenza.

Durante l’estate la scrivente ha continuato a coinvolgere i rappresentanti della FP CGIL a livello nazionale e regionale, fino al Segretario Generale CGIL Landini e la Vice Segretario Generale Fracassi, per mantenere elevata l’attenzione sull’assurda questione dei ricercatori ‘storici’ esclusi dal mercato del lavoro per un buco di 24 ore nei loro rapporti di collaborazione con IRCSS e IZS italiani a causa di una normativa che sembra essere monca (e probabilmente incostituzionale) fin dalla sua prima formulazione, contenendo un requisito che ha escluso non pochi precari di ‘lungo corso’.

Gianna Fracassi il 21 Settembre via email ribadiva che ‘la lotta alla precarietà è uno dei pilastri delle scelte politiche della CGIL’ e che ‘l’essere precari è una condizione esistenziale che impedisce alle persone di autodeterminare la propria vita’. Inoltre, riferiva che ‘la Funzione Pubblica CGIL è da sempre impegnata a trovare una soluzione; l'impegno sin qui profuso dalla categoria continuerà; la CGIL sosterrà le vostre ragioni in tutte le sedi e sarà assieme alla categoria per trovare una soluzione che possa finalmente sanare questa ingiustizia’.

Anche il coordinatore della CGIL per gli IRCSS e IZS, Sandro Alloisio, ha ribadito l'impegno della CGIL per una ‘riproposizione della questione nel primo testo di legge che lo consenta’ al fine di una sua tempestiva soluzione.

Le conseguenze di tale esclusione, oltre al mancato ingresso nel mercato del lavoro in maniera stabile, sono la necessità di aprire Partita IVA per poter continuare a collaborare con gli stessi istituti, con la conseguente perdita di tutele, e di cercare lavori alternativi, con conseguente dispersione di decenni di esperienza accumulati nella Ricerca Sanitaria in virtù di investimenti di lungo termine che gli Istituti hanno a profuso nella formazione di tali ricercatori.

Consci delle urgenze che il Governo si trova ancora ad affrontare a causa dell’epidemia, i precari di lungo corso confidano neI lavoro dei sindacati e del Ministero della Salute affinché venga abolito il requisito formale del contratto/borsa di studio nelle 24 ore del 31/12/2017, in quanto non rilevante ai fini dell’accertamento della qualifica di ricercatore precario, per il quale appare sufficiente l’altro requisito, quello sostanziale, della durata della collaborazione di ‘almeno 3 anni negli ultimi 7’.

Si ringraziano in anticipo tutti coloro che si adopereranno per rendere effettivo anche per noi precari ‘a vita’ il tanto discusso DIRITTO AL LAVORO, possibilmente dignitoso e stabile, dopo decenni di lavoro di altissimo livello con gli IRCSS e IZS italiani.

Sabrina Quattrini
Ricercatrice precaria da 15 anni senza contratto il 31.12.2017
Ancona

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