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Giovedì 05 NOVEMBRE 2020
Covid. Speranza ai governatori: “Non si ignori la gravità dei dati”, ma la Calabria impugna l’ordinanza. E sulla chiusura scoppia la polemica alla Camera. Domani il ministro in Parlamento
Il Ministro della Salute replica alle proteste dei presidenti delle Regioni che sono state inserite nelle zone ‘arancioni’ e ‘rosse’. “Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili”. Il presidente Spirlì annuncia la decisione di impugnare l'ordinanza, sottolineando come in base ai dati "la regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale". Botta e risposta alla Camera tra un'opposizione che accusa il Governo di aver avallato decisioni in base al solo colore politico delle Regioni, e la maggioranza che, difendendo le scelte fatte, contesta "la cultura del sospetto". Prevista domani un'informativa di Speranza per far chiarezza sulle decisioni.
"Le regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle regioni. È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili".
Lo afferma il Ministro della Salute, Roberto Speranza rispondendo ai governatori di Lombardia, Sicilia, Piemonte e Calabria che hanno protestato per essere state inserite nelle zone a rischio ‘arancioni’ e ‘rosse’.
Questa mattina il presidente della Regione Calabria, Nino Spirlì, va oltre e decide di impugnare l'ordinanza di Speranza che inserisce la regione nell'area rossa. "Impugneremo la nuova ordinanza del ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria. Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale. Le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri, al di là della grande disponibilità al dialogo da parte di tutti, non hanno prodotto - afferma Spirlì - alcuna modifica rispetto alla volontà, evidentemente preconcetta, di “chiudere” una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta".
"Altre regioni, con dati peggiori dei nostri - spiega ancora il presidente della Regione -, sono state inoltre inserite nella zona arancione e hanno evitato - e ne sono felice - la chiusura. Non si comprendono, perciò, i criteri scientifici in base ai quali il Governo ha deciso la 'vita' o la 'morte' di un territorio. Perché è di questo che si tratta: un nuovo lockdown rischia di annichilire in modo definitivo una regione come la Calabria".
"Nessuno nega le ataviche difficoltà del nostro sistema sanitario, ma, in queste ultime settimane, la Regione - attraverso misure differenziate e restrizioni mirate - è riuscita a limitare i danni e a tenere la curva epidemiologica sotto controllo. I dati ufficiali - continua Spirlì - confermano la bontà di questa impostazione: attualmente, i posti di area medica occupati sono il 16%, quelli di terapia intensiva raggiungono invece il 6%. La soglia che dovrebbe far scattare la chiusura è del 30%. È dunque piuttosto arduo comprendere le ragioni che sorreggono l’ordinanza ministeriale".
"Il numero complessivo dei contagi e lo stato attuale del nostro servizio sanitario - conclude Spirlì - non possono perciò offrire alcun supporto alla scelta di inserire la Calabria nelle zone rosse del Paese. In virtù di queste premesse, nella consapevolezza di dover difendere a ogni costo una regione e una comunità che hanno già fatto enormi sacrifici, annuncio la volontà della Giunta regionale di presentare ricorso un’ordinanza ingiusta. Il Governo ha deciso di punirci, ma noi non ci pieghiamo".
E intanto in mattinata anche l'Aula della Camera è diventata il centro di uno scontro politico sulle chiusure previste per alcune regioni dall'ordinanza del ministro della Salute. Ministro che, su richiesta delle opposizioni, domani alle 11:30 riferirà in Parlamento sulle decisioni prese.
A dar fuoco alle polveri la calabrese Maria Tripodi (FI) che ha espresso lo "sdegno" dei calabresi per una decisione di cui "non si capisce la ratio perché questo provvedimento non tiene conto di dati medici. La Calabria sembra un feudo di nessuno con un commissariamento totalmente vergognoso".
Da qui anche la richiesta al Ministro Speranza affinché venga a riferire in Aula "e ci spieghi a tal proposito come mai - e questo salta all'occhio -, regioni di centrodestra, forse per un mero calcolo politico, vengono etichettate come zona rossa e regioni di centrosinistra vengono etichettate, invece, come zona gialla”.
A contstare la decisione di inserire la Lombardia nell'area rossa è stato poi Massimo Garavaglia (Lega): "La Regione Lombardia, da metà di ottobre, ha fortunatamente la percentuale dei positivi in calo rispetto ai sette giorni precedenti. Come mai? Perché sono state prese delle misure e una stretta. Di questa cosa non si è tenuto conto e, quindi, il fatto che il Governo prenda una decisione e metta tutta la Lombardia in zona rossa appare segno non di leale collaborazione, ma appare tutta una scelta politica.e regioni contestano l'uso di dati vecchi di dieci giorni e questo è un dato incontestabile e la scelta è giustamente politica".
"Come mai - prosegue Garavaglia - solo la Lombardia è in zona rossa e Napoli, invece, e la Campania in zona gialla? La risposta, purtroppo, è semplice, basta vedere la slide presentata da Brusaferro. Nella slide presentata da Brusaferro c'è scritto proprio che i dati della Campania non sono giudicabili perché sono arrivati in ritardo. Sulla base di dati che non arrivano, la scelta è: puniamo la Lombardia perché è di centrodestra, favoriamo la Campania perché è di sinistra".
Da qui la replica del PD affidata alla deputata lombarda Lia Quartapelle che, senza giri di parole, ha definito "vergognosa" la "campagna di strumentalizzazione politica portata avanti dal presidente Fontana e da Regione Lombardia. Tutti i giorni, Fontana e Gallera trasmettono al Governo i dati sui contagi, è incredibile che i colleghi della Lega non si siano resi conto che un quarto dei contagiati di tutta Italia risiede in Lombardia!".
"Sto denunciando quello che manca nella gestione pessima della Lega e lo dico in tre punti. Primo punto: le vaccinazioni contro l'influenza in Lombardia non ci sono per nessuno e sono costate tre volte tanto rispetto a quello che sono costate per le altre regioni italiane. Dieci bandi, di cui cinque non andati a buon fine. Secondo punto: le Usca, le Unità speciali per la continuità assistenziale, nella città di Milano e nella provincia di Milano, ci sono sei Usca sulle sessanta promesse! Terzo punto: sono stati riaperti i due ospedali in Fiera e a Bergamo togliendo medici ai presidi sanitari di Sesto San Giovanni. Questa - ha concluso Quartapella - è la pessima gestione sanitaria di chi pensa che con una polemica politica possa nascondere quello che è sotto gli occhi di tutti i lombardi".
A reiterare la richiesta di un chiarimento ufficiale da parte del premier Conte e del Ministro Speranza sui dati, e dunque le ragioni che hanno portato a firmare l'ordinanza di ieri sera, è stata poi Mariastella Gelmini (FI): "Se noi vogliamo rendere digeribili e comprensibili agli italiani le scelte che sono state fatte, devono essere leggibili le ragioni che hanno portato a queste scelte. Quindi, facciamo una richiesta precisa: chiediamo che il Ministro Speranza e il Presidente Conte vengano qui, dati alla mano, e spieghino ai lombardi, ai piemontesi, ai calabresi e ai cittadini della Valle d'Aosta perché quelle Regioni sono in zona rossa e non lo sono la Campania, la Puglia, la Sicilia, la Liguria".
A stigmatizzare il comportamento dell'opposizione è stato Federico Fornaro (LeU), per il quale "è sbagliato alimentare nel Paese la culrura del sospetto che si fanno scelte sulla base del colore politico delle giunte regionali. Un conto è chiedere chiarezza, chiedere trasparenza, un conto è continuare, come è stato fatto anche oggi, a dire che in realtà voi la sentenza l'avete già emessa, cioè che il Governo ha fatto delle scelte sulla base del colore politico delle giunte. Questo non è accettabile, questo è sbagliato".
Giovanni Rodriquez
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